"...ma allora babbo quanti punti s'è fatto?... 940 Giosuè, ce ne mancano 60 e poi s'è vinto il carrarmato... il carrarmato?!... Sì Giosuè, ma ora stammi bene a sentire... tu da qui dentro non ti devi muovere mai... hai compreso bene....mai!...ma per nulla al mondo, mai!!..inteso??....Sì babbo!...Solo quando non vedrai più nessuno in circolazione allora e solo allora potrai sortire di quì!!...Sì babbo, va bene....Tieni, ti lascio per il freddo codesta copertina... ciao... un bacino... oh...capito?...per nulla al mondo!...
Sì babbo capito... sennò si perde il carrarmato... Ecco bravo Giosuè".

La vita è bella è un colossal pluripremiato del cinema italiano girato ed interpretato dal grande Roberto Benigni nel 1997, un film che grazie agli Oscar ottenuti ridiede smalto e prestigio a tutta la nostra cinematografia.
Avrò rivisto questa pellicola in vent'anni almeno una dozzina di volte, ma ora ne gusto la visione al fianco del mio nipotino di 7 anni e mezzo che, popcorn tra le ginocchia, si appresta a viverne le emozioni, così nella prima parte del film si diverte parecchio data la spassosità della storia che si ambienta nella bella città di Arezzo tra svariate comiche situazioni che vedono il protagonista Guido Orefice invaghirsi di Dora, che riuscirà a strappare dalla futura unione con un fidanzato appartenente alla milizia del regime fascista.
Dopo una rocambolesca fuga a cavallo il nostro Guido prenderà in sposa Dora e dalla loro unione nascerà Giosuè che passerà i primi anni della sua infanzia presso la libreria paterna, fino al giorno in cui la sua ex suocera non rivelerà ai nazisti il suo nominativo in quanto ebreo e come tale, per le allora vigenti leggi razziali, verrà deportato in un campo di concentramento. Alla partenza di quel triste convoglio merci stracolmo di cittadini aretini residenti di origine ebraica si volle eroicamente aggiungere anche la moglie Dora, che pur non essendo un'ebrea, volle unirsi a Guido e Giosuè e vivere con loro quell'atroce, ineffabile destino.
Da qui fino alla fine del film si assiste alla valente maestria di Guido nel mistificare al piccolo Giosuè quegli accadimenti tetri, vili e disumani in una sorta di gioco a punti, come fosse un videogame, per arrivare alla fine a conquistare un carroarmato.


Perché durante l'ennesima visione del film, da tifoso rossonero quale sono, ho voluto quasi per forza di cose paragonarlo al percorso del nostro Milan? Ma perché quel finale dolce/amaro ricalca parecchio le nostre vicissitudini in questi ultimi anni.
Lo trovo molto calzante con il nostro attuale momento; quel carroarmato che irrompe in segno di vittoria nel lager fino a sfiorare Giosuè potrebbe nascondere nel suo interno un certo Bernard Arnault e consisterebbe in una possibile futuro cambiamento migliorativo oppure consisterebbe unicamente in un rafforzamento del Fondo Elliott ma con un carrista diverso, un certo Zlatan Ibrahimovic e per noi, momentaneamente, consisterebbe solo nel salvare il nostro blasone da ulteriori figuracce.      
La prima parte del film con la bella città di Arezzo, piena di vita e di sole, è il Milan dell'età berlusconiana piena di Coppe, Trofei, Scudetti, è come Guido alla ribalta, strappando la sua Dora al fidanzato fascista, diventandone marito e padre del piccolo Giosuè, ma dopo alcuni anni inizia un lungo ed inesorabile cammino segnato dalla storia verso i campi di sterminio, e così sarà purtroppo anche per la squadra invincibile di Berlusconi, un lento cammino in un lungo, bestiale tunnel circondato da strane ombre cinesi, da fantomatici impresari di miniere, di fondi bancari e nel giro di poco meno di 10 anni il nostro Milan va ad eclissarsi quasi sparendo dal firmamento calcistico che conta.

Chi avesse nipotini  maschi come il sottoscritto di età compresa tra i 5 e i 10 anni sa bene che parlar loro di Milan è come se si parlasse di una squadra di serie cadetta, le figurine della Panini dei nostri calciatori hanno subito un'inflazione del tipo: te ne do una del Milan e tu me ne dai due della Spal e del Genoa (con tutto il rispetto). Al termine del film, o meglio quasi, quando Guido, travestito da donna, viene catturato dal soldato tedesco e fucilato mentre nel passare davanti a Giosuè, nascosto in una nicchia gli fa l'occhiolino, un gesto che lo immortala oltre i meriti dell'Oscar assegnatogli quale eroe ed esempio di vita. Nel momento in cui si odono soltanto gli spari della mitraglietta che uccidono Guido, vedo una lacrima che riga il volto candido del mio nipotino, si era commosso, lo stringo a me scapigliandolo con forza.  
Ma quella stessa lacrima uscì al sottoscritto diversi anni fa quando fu negato un plateale gol al Milan che era entrato di mezzo metro nella rete difesa da Buffon. Sissignori, il famoso gol non gol di Muntari, una sorta di malefico Pigreco per il Milan, da quel momento è iniziato il nostro Calvario e Dio solo sa quando ne verremo fuori. 


Dopo quell'episodio il nipotino è tornato a sorridere, nella scena seguente quando è entrato nel lager il carroarmato statunitense in segno di vittoria, Giosuè, ma anche il mio Matteo hanno gioito, finalmente il premio vinto: un vero carroarmato!! 
Segue tutto lo sfollamento dei prigionieri deportati nel lager che potranno così raccontare al mondo le brutture dell'olocausto e la fine di un'avventura che è costata la spaventosa cifra di sei milioni di anime innocenti.
Mentre il piccolo Giosuè a bordo della torretta del tank americano incontra la madre Dora, il mio piccolo Matteo si addormenta e farà un bel pisolino e al suo risveglio guardandosi intorno, ancora insonnolito mi dice: "...nonno ma quanti punti abbiamo?!... Matteo ora ne abbiamo 22... Ma nonno non ce ne mancavano 60 per vincere... sì per arrivare forse in Europa se 22 + 60 fa 82 potrebbe darsi che si riesca a qualificarci... eh... sì, ma bisogna vincerle tutte... hai detto bene, le dobbiamo vincere tutte... Ahh.....ma è più facile vincere un carrarmato!!! ....Certo dici bene, dopo tutto meglio un carrarmato che un Milan ridotto così.... dai, lavati le mani che la nonna ha detto che è pronta la cena!... Sì nonno Massimo ..OK! "


Un abbraccio

Massimo 48