Se si vuole fare un'analisi lucida sugli ultimi anni della Juventus non si può pensare di paragonare questa formazione a quella di Antonio Conte e possibilmente neanche all'ultima di Max Allegri.
Non si tratta valore tecnico o forza dei singoli, ma di condizioni e momenti storici decisamente troppo distanti tra di loro con un solo filo conduttore, la mentalità di chi vuole vincere sempre e ad ogni costo.
Questi tre cicli ben distinguibili per identità e impostazione tattica (con concorso di Maurizio Sarri) non potevano in realtà essere più diversi.
I primi anni di Antonio Conte avevano un comune denominatore, la voglia di tornare ad essere Juve, sì, sembra passata un'era ma all'inizio del campionato del primo scudetto la Juve arriva con le ossa rotte, un ambiente completamente sfibrato e un cambio societario in corso, pochi acquisti tutt'altro che fragorosi (quantomeno nelle premesse) è una base di calciatori italiani provenienti per lo più o dal settore giovanile o da una lunga esperienza nel mondo Juve, un allenatore che fino a quel momento poteva vantare come massima esperienza una vittoria del campionato cadetto ma che conosceva benissimo l'ambiente.
Sì, senza dubbio negli anni gli acquisti del calibro di Vidal, Pirlo (dato per finito al Milan), Lichsteiner&co si dimostreranno persino valere abbondantemente oltre le aspettative, ma fu proprio questo mix a garantire stagioni strepitose con un'identità tattica che prima della qualità esprimeva una verve e una voglia di vincere degna della Juve di Lippi degli anni '90, pur consci che il paragone tecnico non si sarebbe mai potuto reggere, tant'è che nonostante le ottime prove in termine di prestazioni in Europa il divario con colossi come il Bayern prima e l'assenza di realizzatori di livello poi non consentirono di andare oltre un misero ottavo di finale in due anni in Champions.

Tutt'altra storia con Allegri...
In pochi ricorderanno che all'arrivo di Max Allegri (mai voluto dagli juventini, né prima né durante, forse più che altro successivamente rimpianto dai più) il 10 della Juventus Carlitos Tevez usciva da un periodo tremendo dal punto di vista realizzativo in Champions, complice l'intesa trovata con Morata e un centrocampo letteralmente devastante l'Apache diventa letteralmente determinante la Juve domina in Italia e in Europa con la maturità delle grandi e deve piegarsi solo al Barcelona più forte dell'ultimo decennio prima e poi ad un Real Madrid più Galacticos che mai dai tempi di Alfredo Di Stefano.
La Juve di Allegri come tutti sappiamo non ha mai brillato per la qualità del gioco espresso ma per velocità d'esecuzione e pragmatismo oltre ad avere a disposizione un pacchetto difensivo che a tratti era mortificante da affrontare per una squadra avversaria, sembrano tempi lontanissimi ma i bianconeri all'epoca macinavano vittorie secche e nette e incassavano sopratutto in un'intera stagione dai 16 ai 25 goal, quasi la metà di quelli incassati dalla Juve di Sarri nell'ultima stagione. Se volessimo riassumere in poche parole gli anni di "acciughina" sulla panca dei bianconeri basterebbe dire "gli anni delle certezze" (nonostante uno scudetto scucito al Napoli con goal di Zaza difficile da dimenticare da ambo le parti).
Del Capitolo Maurizio Sarri forse non vale neanche la pena parlarne più di tanto, sì, perchè probabilmente lui stesso dimenticherebbe volentieri i mesi trascorsi in bianconero e probabilmente pochi tifosi Juventini ricordano con piacere anche solo 2 o 3 partite di quella stagione, il tutto condito da un'eliminazione che oltre ad avere del clamoroso ha dell'imbarazzante contro un modestissimo OL...
Bocciato e senza alcuna riserva.

Passati 9 anni di successi, più e meno belli, più e meno combattuti francamente la società Juventus fa una scelta forte e la sensazione è proprio quella che anche stavolta Mister Andrea Agnelli abbia preso in mano la situazione, un po' come sotto le critiche pungenti ha già fatto diverse volte negli ultimi anni (vedi caso Conte, non rinnovo di Del Piero, acquisto CR7, licenziamento di Marotta, esonero di Allegri etc.).
Agnelli sceglie Pirlo...
Nessuna esperienza, primo anno da allenatore e subito panchina della Juventus e campioni del calibro di Cristiano Ronaldo e Dybala da gestire, inizio di stagione con quello che probabilmente è uno dei più forti difensori d'Europa Mathis De Ligt fermo per infortunio, così come in ordine Alex Sandro, Chiellini e Dybala. Altre compagini in Serie A che si assettano e fanno un mercato intelligente, zero amichevoli a disposizione per provare un sistema di gioco completamente nuovo, altro? Sì altro, ci sono i nuovi da inserire: i vari Arthur, Kulusevski e Chiesa che poco alla volta stanno entrando negli schemi di questa squadra con continuità e belle "sorprese" come McKennie e Morata ritornato a casa decisamente rinvigorito e maturato. 
Se tutto questo non bastasse, di mezzo il problema del rinnovo di Dybala e Cristiano Ronaldo che causa covid salta 5 partite proprio a inizio stagione.
Adesso attenzione, perchè nonostante il quadro presentato abbia tutte le caratteristiche necessarie per un vero disastro, questa squadra va ad annichilire un sicuramente non brillantissimo Barcelona al Camp Nou, ma pur sempre con un 3-0, vince il girone di Champions ed è ancora in corsa per tutto con gli scontri diretti ancora da giocare.
Pessimisti e Catastrofisti attenzione, come ogni anno... La Juve non muore mai!