Il 18 luglio 2019 la Juventus ufficializzava il trasferimento del talentuoso difensore centrale emergente Mathijs De Ligt per la considerevole cifra di 75 milioni di euro.
L'acquisto aveva lo scopo di completare una rosa già fortissima e garantire un ricambio generazionale al trio difensivo noto come BBC.

In passato, il mercato della Juventus consisteva spesso nell'acquisire un solo giocatore (o comunque pochi) per completare la squadra e preparare la stagione imminente, un periodo ormai lontano che oggi appare remoto.
All'epoca, Maurizio Sarri aveva appena assunto il ruolo di allenatore della Juventus, e la squadra vantava giocatori di alto livello in ogni reparto. Tuttavia, già allora si intravedeva un primo segnale di ciò che sarebbe accaduto nei successivi anni: la cessione di Joao Cancelo, che fu praticamente regalato al Manchester City in cambio di Danilo Da Silva. Quest'ultimo avrebbe dimostrato di essere un elemento importante, ma già allora era un calciatore esperto, mentre Cancelo era considerato uno dei migliori terzini emergenti destinati a fare la differenza negli anni successivi.
Quell'anno, difficile anche a causa della pandemia di COVID-19, la Juventus vinse uno scudetto risicato nonostante avesse una rosa molto competitiva. Tuttavia, l'eliminazione cocente dalla Champions League ad opera dell'Olympique Lione, una squadra considerata modesta, innescò una serie di eventi che portarono alla parola più comunemente associata alla Juventus negli ultimi due o tre anni: "approssimazione".
L'approssimazione, lontana dalla storia e dalla vision della Juventus, non le assomiglia nemmeno da lontano.
Una squadra storicamente costruita per vincere.

Dopo aver vinto nove scudetti consecutivi, la scelta avventata di affidare la panchina a un debuttante come Andrea Pirlo per una squadra di quel calibro si rivelò un errore. Lo stesso "maestro", pagò le conseguenze di questa difficile prima esperienza come allenatore (adesso in forza nel campionato turco e scomparso dai radar).
Dopo l'ennesima eliminazione discutibile in Champions League, si scelse nuovamente di cambiare, e quale sarebbe stata la scelta più comune per coloro che non sanno cosa fare? Tornare indietro a ciò che aveva funzionato in passato.
Questo sarebbe stato probabilmente un passo corretto se la qualità della rosa della Juventus si fosse mantenuta almeno a un livello simile all'ultima esperienza di Massimiliano Allegri, che negli ultimi anni aveva fatto ben poco e che era stato esonerato a gran voce dai tifosi. Come ciliegina sulla torta, Cristiano Ronaldo lasciò la squadra negli ultimi giorni del calciomercato, sostituito da Moise Kean, acquistato per una cifra circa il doppio di quella con cui era stato ceduto precedentemente come esubero. Credo che non sia necessario aggiungere altro.

L'elenco delle decisioni sbagliate sarebbe lungo. Calciatori come Kingsley Coman, Emre Can, Leonardo Spinazzola, Merih Demiral e Cristian Romero sono stati dati via al primo acquirente, o meglio, all'ultimo, al prezzo più basso possibile, pur mantenendo in rosa giocatori come Aaron Ramsey e Adrien Rabiot, che guadagnano 7 milioni netti all'anno. Quest'ultimo ha finalmente disputato una buona stagione, ma è probabile che non rinnovi il contratto. In sintesi, quattro anni di contratto per un totale di 28 milioni netti, più di 50 milioni lordi per quante? 30 partite di buon livello? E forse sono stato anche indulgente nei suoi confronti.

Arriviamo così a questa stagione imbarazzante sotto molti punti di vista, a cominciare dal processo mediatico, le sentenze e l'inchiesta Prisma le dimissioni del consiglio di amministrazione, gli acquisti a parametro zero con stipendi esorbitanti si sono rivelati problematici e, probabilmente, rimpianti (forse anche senza il "probabilmente").
Ero felicissimo del ritorno di Paul Pogba, credo ancora fermamente in lui. Lo si poteva vedere dagli occhi del ragazzo: era destinato a essere un protagonista, anche se la sorte e alcune scelte discutibili lo hanno perseguitato. Il giorno della presentazione e la visita al J Medical raccontano di una persona felice, prima ancora che di un calciatore che sta valutando i propri obiettivi. Peccato.
La situazione di Ángel Di María è stata sin dall'inizio una farsa terrificante. È un calciatore indiscutibile, un vero fuoriclasse. Prima è stato pregato, poi ingaggiato, poi espulso a Monza, poi ha avuto una prima metà di stagione pessima, poi è stato un mostro sacro ai Mondiali (a tratti più decisivo persino di Lionel Messi), e poi è tornato ad alti e bassi. È normale, ha la sua età... e adesso c'è un altro melodramma in corso, un continuo andirivieni: rinnova? Non rinnova? Resta? Se ne va?
Ma è davvero questo il punto?
Dobbiamo davvero pensare che la prossima stagione debba iniziare con un trentacinquenne come punto di partenza?
I giovani? Sì, i giovani... ma giovani forti sono un'altra cosa. Senza offesa per Soule, Fagioli, Miretti, Iling Junior, Barbieri e gli altri, avranno tempo di dimostrare il loro valore, ma questa considerazione è vera quando giochi in una squadra di metà classifica, non nel club più titolato d'Italia.

Per vincere non c'è spazio per esperimenti, o forse gli esperimenti stessi in corso di svolgimento confermano la qualità del lavoro svolto fino a quel momento. Per fare un esempio, Jamal Musiala, classe 2003, giovane ma PRONTO per essere protagonista, e lo dimostra quotidianamente. Diventano un dato di fatto, non un'incognita.

Potrei continuare a dilungarmi perché ci sono molte cose da dire. Ci sono molti alibi, la stagione è stata veramente complessa da molti punti di vista, ma se sei costretto a giocare 36 partite su 38 senza terzini e con un solo difensore centrale di ruolo, ci sono problemi.
Ti è andata anche bene che Gatti si è dimostrato all'altezza e che Danilo non ha commesso errori da parecchio tempo...
Non si tratta solo di qualche esubero, a questo punto si tratta di fare una conta dei giocatori effettivamente presenti e capire quanti di essi potrebbero tranquillamente essere titolari in una delle prime 5 squadre d'Europa.
E a questo punto, con un minimo di onestà e senza presunzione eccessiva, ci rendiamo conto che, indifferentemente dal punto di vista, la lista è molto breve.

L'allenatore? Un altro argomento. Credo che sia il primo a essere consapevole che il suo tempo alla Juventus sia finito e molto probabilmente avrà anche pensato di aver commesso un errore tornando qui. Complimenti per aver gestito la pressione incredibile e la situazione stressante, ma per il resto... l'unico merito che ha è quello di giocare in un campionato così mediocre che, malgrado tutto (penalizzazioni a parte), sarebbe addirittura arrivato secondo, dietro solo ad un Napoli che ha giocato semplicemente un altro sport.
Torneremo? Sicuramente, è nel DNA di questo club.
Sarà facile? No, assolutamente no, e non è un caso che il primo "obiettivo" per la prossima stagione, prima dei processi, prima delle sentenze, sia un direttore sportivo.
OUT approssimazione! IN programmazione!