Un clima surreale e particolarmente silenzioso si respira in Italia in questo periodo di inizio novembre, almeno dal punto di vista sportivo e in particolar modo calcistico; a poche settimane dall'inizio del campionato del mondo in Qatar, il palcoscenico calcistico più ambito e seguito dal mondo, chiunque in Italia segua un minimo questo sport, dagli addetti ai lavori fino ai tifosi comuni, non può fare a meno di pensare che quello che ci accingeremo a guardare sui nostri teleschermi tra pochi giorni sarà il secondo mondiale consecutivo al quale l'Italia di Roberto Mancini, nazionale detentrice di ben 4 campionati mondiali, non parteciperà.
Clima silenzioso surreale se si pensa all'attenzione che di solito generano i mesi che precedono il mondiale o una qualsiasi manifestazione calcistica importante relativa alle nazionali; periodo che, in caso di qualificazione, sarebbe stato contraddistinto dall'acceso dibattito tra gli appassionati e tifosi relativo alle probabili convocazioni del commissario tecnico, oppure dall'esposizione di bandiere e striscioni da parte di milioni di italiani sui balconi di casa in segno di supporto e tifo alla propria nazionale; tutti elementi dei quali purtroppo abbiamo solamente un vago ricordo, almeno nei mondiali, dato che la nostra prestigiosa nazionale non partecipa ai campionati mondiali calcistici da ormai quasi una decade(l'ultima partecipazione fu ad opera dell'Italia di Cesare Prandelli nei mondiali in Brasile del 2014, nella quale l'Italia uscì fuori ai gironi).

Eliminazione dai mondiali del 2022 che, se possibile, ha creato ancora più scalpore rispetto a quella avvenuta 5 anni prima, quando con lo 0-0 nel playoff del 13 novembre 2017 contro la Svezia a San Siro, dopo aver perso il match di andata per 1-0, la nazionale italiana in quel periodo guidata da Giampiero Ventura, fallì per la prima volta nella sua storia l'accesso alla fase finale dei campionati mondiali. Tuttavia a differenza di questa prima eliminazione, nella quale la squadra ha dimostrato di non essere un gruppo e di non seguire le direttive del proprio tecnico, nella seconda disfatta il gruppo di Mancini raccoglieva un'eredità particolarmente importante in quanto detentrice dell'Europeo disputatosi nell'estate 2021 (rimandato di un anno a causa dell'emergenza Covid-19). Una vittoria considerata come tra le più grandi di tutta la storia della nazionale italiana, in quanto avvenuta in una competizione nella quale ai nastri di partenza l'Italia non era considerata tra le maggiori potenze, a differenza di nazionali come la Francia (data inizialmente come favorita assoluta, in quanto fresca vincitrice del mondiale 2018, ma poi clamorosamente eliminata ai calci di rigore dalla Svizzera) o l'Inghilterra (sconfitta ai calci di rigore in finale dall'Italia stessa).
Il clima generatosi intorno agli Azzurri era quindi totalmente diverso rispetto a quello di 5 anni fa, dato che in quel caso era ancora molto fresca la brutta figura del mondiale 2014 e soprattutto erano molto basse le aspettative relative a un tecnico come Giampiero Ventura il quale, prima dell'esperienza su una panchina pesante come quella della nazionale, aveva "solamente" allenato squadre da metà classifica, a differenza di Roberto Mancini che aveva già avuto esperienze su panchine importanti, come quelle di Inter e Manchester City, culminate con delle vittorie nei campionati nazionali, alle quali si aggiunge anche una grande eredità da calciatore di successo, soprattutto nella Sampdoria.
Tuttavia nonostante un clima iniziale e un'aspettativa totalmente diversi, dopo una serie di risultati deludenti nei match di qualificazione ai campionati mondiali (in particolar modo i pareggi per 1-1 con la Bulgaria e per 0-0 con l'Irlanda del Nord, oltre che un doppio pareggio negli scontri diretti con la Svizzera caratterizzati da un duplice errore dal dischetto di Jorginho, considerato uno degli artefici principali della vittoria dell'Europeo prima e della mancata qualificazione al mondiale poi) l'Italia mancò il passaggio diretto alla fase finale del torneo e fu costretta a giocare le proprie possibilità negli spareggi, in una gara iniziale con la Macedonia del Nord e, in caso di vittoria, in una finale nella vincente della partita tra Portogallo e Turchia.
Alla vigilia dei playoff, il timore relativo a una seconda eliminazione consecutiva era molto forte, soprattutto considerando il fatto che gli Azzurri dovevano affrontare una nazionale forte ed esperta come il Portogallo di Cristiano Ronaldo. Era infatti questa la convinzione comune tra gli appassionati e gli addetti ai lavori: vittoria agevole nel primo scontro con la Macedonia del Nord e gara dura, decisiva e aperta in finale con il Portogallo.
Probabilmente l'errore maggiore fu proprio quello di sottovalutare la "modesta" Macedonia del Nord, che con una rete al 93esimo minuto spezzò definitivamente il sogno azzurro di accedere ai mondiali in Qatar, in una gara sicuramente anche molto sfortunata nella quale l'Italia ebbe numerose occasioni da gol e rischiò di andare in vantaggio in molteplici situazioni, senza riuscire a sfruttarle adeguatamente.
Questa situazione ha creato un vero e proprio paradosso, con giocatori e staff tecnico che pochi mesi prima erano considerati veri e propri eroi grazie alla vittoria dei campionati europei, ma che in seguito a questa clamorosa sconfitta vennero criticati aspramente e senza riserve. In molti addirittura iniziarono a dubitare anche della natura relativamente alla vittoria dell'Europeo precedente, considerata come frutto del caso e della fortuna.

"Ma di chi è la colpa principale?". Questa è la domanda che ha occupato i pensieri della maggior parte degli appassionati di calcio italiano nei giorni successivi all'eliminazione, come se la ricerca di un solo colpevole potesse permettere di risolvere il problema in un batter d'occhio.
In questi casi, come accade anche nelle squadre di club in situazioni in cui i risultati stentano ad arrivare, le critiche principali vengono rivolte verso l'allenatore; uno degli errori principali di Roberto Mancini, secondo gli addetti ai lavori, è stato quello di fare affidamento per le gare di qualificazione ai mondiali esclusivamente al gruppo che aveva partecipato e conquistato l'Europeo, senza quindi un ringiovanimento e un cambiamento che sarebbe stato necessario e avrebbe permesso alla squadra di conquistare nuove motivazioni e nuove energie fondamentali per raggiungere l'obiettivo finale; tuttavia il calcio è un sport di squadra, e in quanto tale le "colpe" non vanno ricercate nel singolo, chiunque esso sia, ma nel gruppo.
Inoltre la ricerca del colpevole rappresenta un sforzo inutile e che fa parte esclusivamente del passato, in quanto quel che è certo è che gli Azzurri per la seconda volta nella loro storia non prenderanno parte ai campionati mondiali di calcio; è quindi nelle prossime settimane che arriverà la parte più difficile, in quanto ci toccherà assistere passivamente al più grande e prestigioso appuntamento calcistico del mondo, con la speranza che la difficile situazione attuale del calcio italiano possa mutare il prima possibile.