Ho letto con interesse il post di cui al titolo (sorpreso di trovare il faccione di Giorgia Meloni tra la maschera del centravanti partenopeo e la grinta di Orsato... non scrivo da molto qui, e pensavo si parlasse di calcio).
Non è un post strutturato. Sono solo pensieri in libertà.

Purtroppo, da molto tempo ormai, la politica non è più tale.
Premetto, come faccio sempre per chiarezza, che ovviamente ho la mia area di appartenenza politica. O meglio: ho i miei ideali, che però ad oggi non trovano collocazione, ahimè, sotto nessuna bandiera partitica.
Sono un vecchio uomo di sinistra, quella sinistra che stava tra Berlinguer e Pertini, tra il distacco dai regimi sanguinari a marchio rosso ed il socialismo alla Nenni, tra le battaglie pragmatiche e serie di Matteotti (così pericolose per il regime entrante, che gli costarono la vita) e le lotte sindacali della seconda metà del secolo scorso.

Fatta la debita ed onesta premessa, mi picco di avere capacità critiche trasversali, di riconoscere iniziative valide anche quando proposte da soggetti distanti dal mio orizzonte ideale, così come di criticare senza pietà boiate messe in atto sotto l'egida di bandiere politiche affini al mio pensiero.
Chi mi conosce lo sa, e chi non mi conosce provi a concedermi credito e a prendere per vero quanto sopra.
Leggendo il post cui mi riferisco, mi trovo in grande difficoltà. Pur condividendo alcuni punti di vista sulla situazione della politica attuale, mi soffermo sui singoli nomi che hanno avuto risalto negli ultimi anni, e che sono stati e sono alla guida del paese.
Colui che viene definito come un simpatico toscanaccio dalla battuta pronta e dall'intelligenza brillante, è stato l'ennesimo tassello nella distruzione dell'area di sinistra. E, si badi bene, non solo e non tanto per la figura di Emmental referendaria (per la quale disattese la solenne promessa di esilio politico, ripresentandosi neopoltronista). Ma proprio per la caratterizzazione personalistica di quello che una volta era un partito di massa, caratterizzazione che lo portò a snaturare ulteriormente il PD, con le sue politiche affini e contigue al centrodestra liberale. Quando raggiunse l'apice plebiscitario, con i militanti pd in festa, il sottoscritto piangeva il fatto che alla guida vi fosse un uomo che si sinistra aveva solo la mano mancina. Per il resto lo zero assoluto. Tanto che le analisi dei flussi elettorali dell'epoca dimostrarono che la messe di voti arrivava dagli indecisi del contiguo campo di centrodestra.

Smisi allora di votare PD. 
La bufala referendaria, lo show anglo maccheronico col principe arabo tardo rinascimentale, il matrimonio a scopo vampirico con Calenda, la direzione del riformista unità all'attività di politico erano di là da venire. Ma la povertà di contenuti, l'assenza di qualsiasi traccia socialista e l'utilizzo a fini personali della politica erano già evidenti.
E, in sostanza, di storico è rimasto solo il bonus Renzi, classica elemosina a pioggia che fa tanto generosità del principe, ma con effetti ben poco mirati (inutile che vi dica che, tecnicamente, per come era concepito, andava a premiare fasce sicuramente non ricche, ma lasciava fuori soggetti debolissimi).

Il parallelismo con Giorgia Meloni (che mette in evidenza com'è l'area di destra apprezzasse le politiche tutt'altro che sociali dell'uomo in camicia bianca) io non lo vedo. Giorgia, dopo una militanza dura e pura nelle fila delle destre giovanili, emerge al momento giusto (Berlusconi in declino, dietro a lui il vuoto, Salvini con il vuoto dentro e dietro i validi amministratori leghisti come Zaia che non vedono l'ora che si tolga di mezzo).
Emerge poi col piglio giusto, di donna forte, dalla battuta sempre pronta, a volte al limite dell'arroganza. Ma emerge in un'area politica non proprio di grandi talenti. Se i Tajani non hanno la verve, la maschitudine, il danaro e la sfacciataggine di Silvio, se i Salvini sono ormai il meme di se stessi, tanto da essere invisi alla lega stessa, se i Gasparri, i Brunetta, le Gelmini sono il vecchio che avanza, ed hanno collaborato ai trent'anni di nulla berlusconiano (di cui gli apologi non trovano di meglio che ricordare la storica e fondamentale stretta di mano di Pratica di Mare, altrimenti dovremmo parlare solo di festini, Putin, cucù alla Merkel, processi infiniti e infinite prescrizioni autoprodotte), ecco che la piccola Giorgia spicca.
Bisogna sicuramente darle tempo, ma il limite è già ben evidente. Ed è insito proprio nel suo spiccare tra le figure che la circondano. Non mi dilungo sulla Meloni, che ripeto ha ancora tanto da dimostrare, e che tra treni autogestiti, pallottole nei fondelli a capodanno, manganelli su minorenni e trattori in marcia ha il suo bel da fare. E Lollobrigida che si piazza davanti al razzo in fase di decollo per dirci che gli astronauti mangiano rigorosamente meid in Itali......

Tutto quanto precede (e che potrebbe essere arricchito con la citazione di svariati protagonisti della politica degli ultimi 50 anni), si innesta nella politica di oggi. 
I dati sull'astensionismo confermano che la metà degli italiani non vota e fotografano un sistema politico che si sta sempre più allineando a quello americano. Là ci sono due partiti, uno rosso ed uno azzurro. Tolti Obama ed il suo Obamacare e tolto Trump ed il suo (non so come definirlo, non mi vengono parole pronunciabili) il resto è tutto quasi uguale. Biden o Reagan? Carter o Gerald Ford? Nixon? Bush o Bush II la vendetta? Rosso o blu? Cosa cambia per il coloured del Mississippi se a vincere è il rosso o il blu? Non cambia un tubo.
Quando il 45% votava DC, più della metà dell'elettorato era come mia nonna. "Voto la croce", mi diceva. Convinta con la sua ics tremolante apposta sulla scheda di accendere un cero a San Giuliano (da non confondere col buffo Sangiuliano).
Un'altra fetta raccoglieva gli ex fascisti, poco inclini a farsi riconoscere come tali tra le fila della nuova destra post mussoliniana e allergici a liberali e socialisti, men che meno avvezzi al rosso profondo. Ma erano periodi in cui gli ideali la facevano ancora da padrone.

Oggi no. Si va verso il rosso e il blu. E ci si va o da assenteisti del voto (assenteismo causato dalle mancate risposte della politica alle necessità reali del paese) o da tifosi calcistici.
Io tifo PS, io tifo FdI, io tifo Lega. Ci manca solo la superlega ed il parallelismo col tifo è perfetto.
Le tribune elettorali non sono luoghi dove si espongono i programmi, ma sfide a colpi di battute, a chi parla meglio e a chi attacca meglio l'avversario. E chi vince è eletto mediaticamente perché parla bene o perché è figo, ma soprattutto perché è della mia squadra.
Per assurdo un eletto dovrebbe essere seriamente preoccupato di esserlo, come un papa, come un re. Invece questi esultano, "Abbiamo vinto!", senza vergogna e senza capire che l'elezione è un onere, oltre che un onore, e non un premio ar più simpatico o alla squadra che lo sostiene.
Si fanno le notti elettorali, sui palchi, si alzano le mani in segno di vittoria, si cantano cori.
E intanto, il cinquanta per cento non va più a votare.
I politici scrivono su Twitter, fanno video precotti, cavalcano qualsiasi minchiata per fare una battuta memorabile che resti sui social.
Lo spettacolo è raccapricciante.

Ma non c'è e non ci sarà mai soluzione. Perché siamo noi. Siamo così. Siamo il popolo del tifo, del partito preso, che una volta era latore di ideali ben definiti, mentre oggi tra gli elettori del pidi' ci sono noti volti che vivono in case da un milione di euro al mq (e di per sé non è il peggio) e che si arricchiscono turlupinando la gente (e questo è grave).
Così come nel calcio ammettere che su Belotti era un fallo enorme e che il var non può aver sbagliato, così neghiamo l'evidenza anche in politica. Come può un uomo di sinistra votare per il PD sia che abbia come leader Renzi sia Letta, sia Bersani (ultima persona abbastanza seria della politica) sia che lo governi Occhetto o Natta?????

Comunque... torno a me, che unisco una passione politica non più rappresentata in parlamento, ed una simpatia per la squadra di Milano che rosica, perche l'altra sta dodici punti avanti.....bene così, è la più forte, nonostante i Bastoni, e sta STRADOMINANDO in Italia e in Europa.
E allora forza niente (in politica, perché non vedo niente di finitimo) e forza Milan.
Ma sempre con lucidità di dire che se Tomori tira la maglia al giocatore del Chelsea davanti alla porta, caro me stesso, è rigore sacrosanto, anche se l'inglese non cade, e anche e a maggior ragione se a Bastoni non fischiano fallo...