NOTA della redazione per i blogger: per il mese di febbraio, sono stati sospesi i voti agli articoli, ecco perché tutti i blogger ricevono una bassa valutazione con il voto 1; vogliamo dunque chiarire che non è un giudizio negativo al pezzo qui proposto, decisamente molto buono!!
Grazie per continuare a scrivere su VxL.



Sto seduto sui gradini di casa, esiliato come Napoleone a Sant'Elena in quanto reo di fare uso di tabacco (che su Bacco ci difendiamo, mentre di Venere si son perse le tracce).
Tra una boccata e l'altra, rimiro il cielo grigio di Milano, e mi godo il friccichio (direbbe Petrolini) della pioggia nel cortile. E penso.

Il progresso scientifico e tecnologico, che negli ultimi trent'anni ha portato immani cambiamenti nella nostra società, li ha portati anche negli sport. Penso agli "occhi di falco" che vigilano sulle linee dei campi da tennis o da pallavolo. Penso agli arbitri microfonati del rugby, che chiamano la sala TV per chiedere di rivedere una certa azione, una probabile meta o un possibile fallo violento. E che poi magari cacciano via omoni di un quintale e mezzo, spiegando allo stadio intero il motivo.
E, ma questo è un altro filone di pensiero, l'omone esce sereno, nessuno strepita e nessuno fa il gesto delle manette.
Penso anche ai "challenge" spendibili nel basket, o alla possibilità di verificare tutte le azioni degli ultimi due minuti di gioco.

Dopo anni e anni e anni, anche nel calcio si doveva intervenire. Sono tante e ormai quasi mitologiche le storie di scudetti persi per clamorosi errori arbitrali. A caso (no....a cuore) cito Muntari e Sabadini, ma potrei citare Turone o Iuliano. O, parlando di mondiali, la Mano de Dios o la traversa-gol-non gol di albionica memoria. Scegliete voi, che ciascuno, in base alla fede, ha il suo Muntari nel cuore.

E finalmente la moviola, figlia di Carlo Sassi, viene promossa sul campo.
Pardon, ci viene subito spiegato che il Var (o la Var, da non confondere con l'AVAR, né tantomeno con l'avar di Molière....) non è la moviola in campo.
Non si può interrompere una splendida partita di calcio per visionare ogni decisione. Non siamo mica gli americani, che adorano sport quali baseball e football, dove una azione dura trenta secondi, ed è seguita da una pausa di due minuti. Ma pur essendo europei, e pur essendo vero che una partita di rugby viene spesso interrotta per verificare determinate situazioni, e lo spettacolo non ne risente affatto, nel calcio no, non si può fare. Altrimenti le pause, altrimenti gli atleti, altrimenti il pubblico, altrimenti l'arbitro si offende.....gli è tutto un "altrimenti".
E così si individua una soluzione. Si inventa un "protocollo", in base al quale il mezzo tecnologico può intervenire solo in casi gravi.
Si intendono tali un rigore, un fuorigioco su azione da gol, una espulsione. Tralascio la goal line technology, un po' l'occhio di falco del soccer, così come non discuto sul fuorigioco, quasi sempre questione geografica e solo raramente da interpretare sulla questione "attiva o passiva" del giocatore coinvolto.
Insomma, si pongono dei limiti all'utilizzo del mezzo, per non funestare di interruzioni il match e per non dare del pirla all'arbitro di campo ad ogni eventuale errore.
Bene. Per cominciare va bene, poi strada facendo si affinerà il tutto.

Mentre l'umidità del cortile comincia a salirmi dal fondoschiena alle spalle, mi accorgo che un merlo si ripara dalla pioggia sotto la siepe, sapientemente potata a forma di parallelepipedo.
Il pennuto mi guarda, mentre io guardo lui. Ma non si muove. Ed io, che ormai sono umido come una spugnetta da francobolli, mi alzo lentamente per rientrare in casa, cercando di non spaventarlo e di lasciarlo tranquillamente al coperto. Ma la bestiola non si fida, e sguscia fuori dal suo riparo, decollando in tutta fretta verso il tetto.
Lo guardo volar via e torno sui miei pensieri calcistici, e provo ad analizzare gli effetti del var ad oggi. 

Purtroppo mi trovo a dover ammettere a me stesso, a me che ero un sostenitore della moviola in campo, così come sono un sostenitore del tempo effettivo (che moralizzerebbe gran parte delle situazioni antisportive del calcio), che il Var ha portato scarsi benefici. O meglio: che i vari protocolli, casistiche, codifiche, usi, costumi e scostumi, ne hanno fortemente penalizzato la funzione, rendendo automatici rigori e rigorini che nemmeno il signor Pignolo da Precisiana avrebbe mai fischiato e, di contro, per malo utilizzo, e talvolta per malafede, prendendo o non prendendo decisioni la cui correttezza è nelle immagini registrate e dunque sotto gli occhi di tutti.
E oggi assistiamo a situazioni identiche giudicate davanti ad un monitor in maniera differente, a decisioni sbagliate viste da tutti i telespettatori, isole comprese, tranne che dai vari, var, avar, avatar, mavaavatar......
Assistiamo a spiegazioni del tipo "non possiamo misurare l'intensità" quando l'intensità stessa è evidente, o quando in casi analoghi il var interviene oppure no, a seconda della luna, di cosa ha mangiato o di quanta fretta abbia di finire la partita.
E tralascio la malafede.
Cito alcuni esempi, pregando i pazienti lettori che sin qui mi hanno seguito di astrarre dal tifo, sono milanista, vedo certe partite e di quelle parlo, ma ciascuno può applicare quanto detto ai casi suoi di riferimento.
Intanto dalla finestra vedo il merlo che dal tetto è tornato sotto la siepe, non più preoccupato dalla visione di quell'essere con la sigaretta che lo guardava minaccioso....
Ordunque, qualcuno mi spieghi tecnicamente come mai:
- Theo Hernandez viene sotterrato da un difensore del Monza davanti al portiere, occasione da gol. L'arbitro non interviene, o meglio, assegna un fallo inesistente al Monza. Il VAR tace.
- Giroud colpisce (tocca, giacché il giocatore si tiene la testa e non la spalla) sulla spalla un attaccante bergamasco a palla già giocata. Ininfluente. Il VAR si precipita a chiamare l'arbitro.
Intensità? Uguale, non si può determinare. Pericolosità dell'azione? Theo era davanti al portiere.
Chiarezza delle immagini? Entrambe solari. Vengono usati termini come "protocollo" o "codificato", ma si tratta di due FALLI. E forse il più grave, per pericolosità dell'azione e volontarietà del gesto, è quello su Theo.
Ma perché?
Senza parlare di situazioni assurde (non di cose al limite, interpretabili, ma di cose LAMPANTI e di univoco giudizio), come il fallaccio su Belotti da parte di Bastoni che il Var NON VEDE (al VAR c'era il signor Cieco da Sorrento, se ricordo bene).
Insomma, il VAR interviene per calcetti o tocchi di mano ininfluenti (per non farmi tacciare di milanismo, cito un rigore a favore del Milan, con una palla che stava andando fuori e un difensore, che saltava insieme a Kessie per colpirla di testa, dopo il tocco dell'ivoriano la sfiora con una mano ininfluente, e che anzi regala un calcio d'angolo alla squadra avversaria e viene punito col rigore contro).
E poi, un fallo inventato in campo dall'arbitro, a seguito del quale viene ammonito il presunto colpevole, non è un errore grave che inciderà sul match? 
Un Bastoni che abbraccia affettuosamente per dieci secondi un attaccante in area non va fischiato con l'ausilio del var? Ma così ci sarebbero mille rigori? E se iniziassimo a dare i mille rigori che a termine di regolamento sono rigori, sbagliamo noi o sbaglia chi abbraccia un attaccante???
Un difensore centrale che regolarmente affronta impunemente a metà campo la punta avversaria voltata di spalle con una bella gomitata nella schiena, e una, e due, e tre, l'arbitro non vede, il VAR non potrebbe intervenire, dato che sistematicamente l'arbitro non vede?

Io credo che nel futuro anche il calcio dovrà allinearsi agli sport veri come il rugby (sport dove si danno delle randellate assurde, ma non si vede mai un piagnisteo, dove col giocatore a terra in fase di cura si và avanti a giocare e nessuno si lamenta.....). Come?
Innanzitutto con il tempo effettivo, che azzererebbe tutte le sceneggiate per finti dolori reumatici, per rimesse dal fondo da due minuti di tempo, per rotolamenti di decine di metri per un tocco sullo scarpino, per calci di punizione dove ci vuole un vigile per sistemare il traffico...
E poi con una var usata al meglio. Come nel rugby è l'arbitro stesso che la richiede per verificare una cosa di cui non è sicuro, con un calciatore di supporto ai varisti, che sappia distinguere i tuffi di Theo o di Barella dai falli veri e propri. E dove chi sceneggia un opera in tre atti tenendosi la testa, dopo essersi preso appena una carezza sulla spalla, venga dapprima insignito di un Oscar e poi punito con un giallo.
Insomma, un aiuto continuo e continuativo all'arbitro da parte di colleghi.
E infine farei sì che le squadre avessero uno o due challenge per richiedere la revisione di una particolare azione.
Var più presente e tempo effettivo e vedi come ti cambio il calcio.
Dare cinque minuti di recupero quando mediamente si giocano trenta minuti per tempo fa solo ridere i polli....

A proposito di volatili, il merlo è ancora lì, acquattato sotto la siepe.
Esco di nuovo sotto la pioggia, lo guardo, mi guarda, e con le alette pare mi stia facendo un gesto familiare, quasi stesse disegnando un rettangolo. Mi stropicciò gli occhi incredulo. E lui estrae un cartellino rosso, cacciandomi incolpevole dal cortile.
Guardo in alto, la signora Mariuccia che si solito sta sul balcone a controllare cosa accade nel condominio, il vero VAR di casa nostra, e noto che mi guarda e ride. Poi fa un cenno d'intesa al merlo e rientra in casa.
Ed io abbandono a capo chino il campo, rimuginando tra me e me se sì tratta di protocollo, intensità del contatto, malafede del merlo (che la Mariuccia è donna pia) o semplice mala applicazione del mezzo tecnologico...