Su La Stampa di giovedì 18 giugno 1970 si lesse testualmente: Fermati i panzer - come fossero carrarmati nazisti! L’evocazione bellica risulto' immediata e quasi evidente, il giorno prima infatti si erano giocati i 122 minuti prepotentemente entrati nella storia del calcio.
Si trattava della partita del secolo, l'avvincente e palpitante Italia-Germania semifinale dei Mondiali giocata allo stadio Atzeca di Città del Messico e terminata 4 a 3. 
Nello stesso stadi, 16 anni dopo, Diego Armando Maradona scelse di cesellare la sua leggenda realizzando contro gli inglesi il gol vincente con la mano de Dios a dispetto di chi pensi che la storia non possa passare più di una volta nello stesso luogo! Questa la mitica formazione con la quale la nostra Nazionale agli ordini di  Ferruccio Valcareggi scese in campo: Albertosi, Burgnich, Facchetti, Bertini, Rosato (Poletti dal 90’), Cera, Domenghini, Mazzola (Rivera dal 45’), De Sisti, Riva, Boninsegna. 
Un elenco di nomi che, se pur a 52 anni di distanza, a qualcuno fa ancora venire la pelle d’oca. La Germania di Helmut Schön rispondeva con Maier, Patzke (Held dal 63’), Schnellinger, Schulz, Beckenbauer, Grabowski, Overath, Vogts, Seeler, Müller, Löhr (Libuda dal 63’). Arbitro' il peruviano Yamasaki. Marcatori: Boninsegna al minuto 8, Schnellinger al 90’, Müller al 94’, Burgnich al 98’, Riva al 104’, Müller al 110’, Rivera al 111’.

La gara divenne ancora più epica per via del fuso orario perché in Messico il fischio d’inizio fu alle 17, mentre in Italia la si vedeva in diretta verso mezzanotte e con i tempi supplementari si raggiunsero le due di notte, con le strade invase, i caroselli, le bandiere sventolanti fuori dei tettucci delle Fiat 500 ed inneggianti cori diretti agli sconfitti "panzer" della Germania Ovest!
Italia Germania 4-3 fu talmente incredibile, talmente piena di tensione, che per l'apprensione della gara i giocatori persero peso, dai 2 ai 4 Kg. non solo quelli scesi in campo ma anche gli altri a disposizione in panchina. Si trattò dunque della partecipazione ad un’impresa la cui grandiosità si rivelò al triplice fischio del Sig. Yamasaki, tant'è che nelle settimane successive comparve una targa all'Atzeca in ricordo della sfida: “El Estadio Azteca rinde homenaje a las selecciones de Italia (4) y Alemania (3) protagonistas, en el Mundial de 1970, del PARTIDO DEL SIGLO. 17 de junio de 1970”.
Credo non sia necessario tradurre quante altre partite sono state commemorate da una targa nello stadio in cui si sono svolte? Direi ben poche ed Italia Germania fu una tra quelle.

Amerei ricordare in particolare due personaggi di quella mitica partita.
Il primo è il nostro primo Pallone d'Oro, il Golden boy, l'Abatino (come soleva soprannominarlo Gianni Brera) il mitico Numero 10 (quando i numeri valevano perché era come se fossero "scritti" nella costituzione del calcio... mentre ora son solo dei tombolini!) del Milan e della Nazionale, ovvero l'autore del gol vittoria contro i tedeschi realizzato all'ultimo secondo, quasi a voler applicare la pena del contrappasso, esattamente un minuto dopo un suo sciagurato autogol. Parliamo ovviamente di Gianni Rivera che proprio ieri 18 Agosto ha compiuto 79 anni esattamente come un suo gemello nella squadra rossonera, Roberto Rosato soprannominato "Faccia d'angelo", uno degli stopper più famosi del vecchio calcio, nato a Chieri (To) il 18.8.1943 ( al Milan dal '66 al '73 con 187 presenze e 5 gol) lo stesso giorno del capitano nato ad Alessandria e dunque gemelli anche di terra. In quella semifinale fu un eroe della difesa, uscì per infortunio al 90'. Purtroppo venne a mancare nel 2010 per un male incurabile.

Ma in quella epica partita ci sarà un eroe particolare "bipartisan", Karl Heinz Schnellinger. Nazionale tedesco, giocatore - all’epoca - del Milan, milanista a righe strette, biondissimo, somigliante ad un teutonico dell’Oktoberfest. 
Conclusa la carriera calcistica opterà di vivere tra Segrate, provincia di Milano, e un borgo piemontese dove ha una seconda casa.
Qualche tempo fa in un'intervista gli chiesero di ricordare Italia Germania 4 a 3, e lui, difensore non proprio avvezzo all'area di rigore aveva anche segnato. Un gol importantissimo poi, arrivato dopo il 90° dei tempi regolamentari che aveva decretato il momentaneo pareggio 1 - 1 e spedito la partita ai tempi supplementari. Si trattò dell’unico gol della sua carriera nella nazionale tedesca. Ebbene, prosegue il reporter nell'intervista domandandogli quali siano stati i commenti in campo dei suoi compagni di squadra Rossoneri al momento del gol. E questa fu la sua risposta: “Mi sono trovato seppellito dagli abbracci dei miei connazionali. Quando mi sono rialzato non ho avuto il coraggio di guardare negli occhi Roberto Rosato!".
"Ma gli altri??…”  'Gli altri!?!.... tutti in coro, capitan Gianni compreso... mi mandarono a fanc***!!!”.
Ma l'Italia dei due gemelli di nascita vinse ugualmente, anche se nella finale contro il Brasile di Pelé dovette abdicare.

Tanti auguri Gianni! E grazie per averci fatto sognare!
Riposa in Pace Roberto e grazie anche a te!

                         Massimo 48