Scusa Livio, ma qui non c'era il Bar della Fontana e ora vedo una farmacia...?!
Eh sì Massimo, il proprietario Marco se ne è andato in pensione, nello stesso locale è tornato l'ex farmacista che dalla statale si è trasferito nella piazza principale del paese mettendoci la figlia laureatasi da poco.
Ma Marco dove ha messo ora il suo bar con tanto di circolo del nostro Milan Club?  
Prima di tutto io sono juventino e dei milanisti non m'interesso proprio e poi ti ribadisco, è andato in pensione e ha preso per i suoi due figli un locale sempre adibito a bar nei pressi del lago, non lontano dal campo delle statue scolpite, beh lì ha molta più gente che qui in paese, c'è più turismo specie nei fine settimana!
Ah... peccato, non sarà certo la stessa cosa...
Ma a cosa ti riferisci?
Al fatto dell'atmosfera che si viveva in questa piazza durante la visione delle partite di Coppa, con i tifosi attorniati da paesani più attenti a calare i loro carichi a briscola che non a seguire le vicende calcistiche, intercalato con quelle parole tipiche del dialetto di questa zona, molto umoristico per chi non è del posto (il paese si trova per pochi chilometri in Umbria ed è confinante con la Toscana) e a sentire quegli strafalcioni... quelle profecole (storielle) sui vari personaggi...che risate!!..che tempi!! (manco dal paese da una decina di anni), ma vedo tante, tante cose cambiate!

Dal lato opposto della farmacia noto un centro Caf, e una volta, ma parlo di un trentennio fa almeno, c'era una barberia ed il titolare detto Franz, dati i suoi trascorsi giovanili nella federazione elvetica, era forse dopo il Sindaco la persona più celebre nel paese.
La sua barberia era arredata molto spartanamente con solo due poltrone e  mentre tagliava i capelli ad un cliente il suo aiutante Guerrino (che divenne poi un mio caro amico) era intento a fare una barba o uno shampoo, nella parete a fianco una mezza dozzina di persone era semplicemente seduta nell'attesa che il vicino di sedia avesse ultimato la lettura della Gazzetta o della Nazione per leggere la pagina di proprio interesse (tant'è che la licenza dell'edicola del paese è risultata per diversi anni non assegnata), quindi non tutti i presenti in negozio attendevano per essere serviti, ma quel luogo rappresentò per qualche lustro una sorta di ricettacolo cui si assisteva per esporre i propri pensieri  a mo' di "Pasquinate" del posto; si ascoltavano quotidianamente storie di lavoro, di famiglia, di bravate giovanili e non, sì anche di corna fatte ed in essere a cui seguivano schiamazzi, risa, talvolta urla che costringevano il povero Franz ad uscire dalla bottega e con il suo tipico, unico passo tentare vanamente d'inseguire il rompiquiete di turno intimandogli di non tornare più nella sua barberia (il malcapitato per farsi il prossimo taglio di capelli doveva prendere la corriera delle 7.30 con tanto di pranzo al sacco e recarsi presso il più vicino barbiere a 7 Km e tornare alle 15.30 sempre con la corriera! sic!).   
Penso a distanza di anni che come per l'Accademia della Crusca della lingua italiana la nascita fu in un salotto altolocato, l'attuale "Gossip" che va tanto di moda, abbia visto i suoi natali proprio tra le mura storiche della barberia di Franz!

Livio, il mio Cicerone per quel giorno, è senza dubbio uno dei personaggi più noti di questo ridente paese disteso tra le colline del lago Trasimeno, quarto lago d'Italia per estensione anche se poco profondo, può raggiungere al massimo i 6 metri, per contro le sue acque sono molto pescose ed i ristoranti del comprensorio del lago sfornano squisiti piatti tipici come il luccio, il persico reale, la carpa regina e in ultimo il piatto forte locale detto "il tegamaccio".
Per gustare al meglio il tutto vi consiglio una gita sul lago raggiungendo con il battello le due belle isole percorribili che sono la Polvese e l'Isola Maggiore, dove potrete gustare tutte le bellezze e i sapori lacustri di questa suggestiva parte della verde Umbria.   Ma Livio conosce bene tutta la storia del lago fin dalla lontana battaglia del Trasimeno che avvenne all'alba del 24 giugno 217 a.C. nell'ambito della seconda guerra punica dove il condottiero Annibale con il suo esercito di 30.000 uomini e una decina di elefanti travolse le truppe romane capitanate dal Console Caio Flaminio massacrando oltre 15.000 soldati romani attendendoli tra le nebbie del Malpasso ai confini tra la val di Chiana e le sponde occidentali del lago. 
Livio mi racconta tutta quella storia fino a toccare il Medioevo, di cui è un profondo conoscitore, e ad arrivare ai giorni nostri conoscendo ad uno ad uno gli abitanti del paese. Ne sa commentare vita, fatti, e anche ideologie di pensiero, inoltre è dotato di una memoria "picomirandelliana" fregiandosi di un intuito e di un sarcasmo unico nel suo genere, la sua approfondita conoscenza di arte e cultura lo rende somigliante a critici celebri come Sgarbi e D'Averio. Nella sua attività, nota in tutto il paese, ha organizzato per molti anni di seguito un torneo di Dama nel parco "Il Sodo" giardino al centro del paese: fu un evento tanto raro quanto unico per gli amanti di questa disciplina veramente salutare per allenare la nostra mente e per renderla più performante possibile.

Mentre proseguiamo il giro del paese tra strette di mano ed abbracci di amici, noto la scritta cambiata sul tendone dell'unico forno-pasticceria del paese sito in un vicoletto vicino alla piazza principale. Ed io domando a Livio: "ma la famosa Faldola ( pizza ) alla cipolla?!...eh Massimo.. il nuovo proprietario la fa ancora, non so se ti piacerà come una volta!....e io allora...signorina me ne faccia un etto e mezzo, grazie!" 
E' ancora calda, ci sediamo fuori del forno seduti su una panchina che si affaccia sulla piazza con la fontana...." ma sai Livio, io non ci sento una gran differenza....forse la cipolla....prima forse usava la cipolla del Trasmeno aveva un odore....!! - e ma tu Massimo sei nostalgico!...no Livio io sono Super Nostalgico!!..

Ecco, seduto qua rivedo la piazza gremita con i bambini intorno alla fontana che giocano con i pesciolini rossi e mi appare quel bar di Marco con i tavolini fuori, mi ricompare in mente quella sera del 28 maggio 2003 quella mitica finale di Champion tra Milan e Juventus, evento irripetibile, 2 squadre italiane in finale, un fascino struggente, a distanza di 16 anni ancora se ne parla, e poi lo sguardo di ghiaccio di Andry Shevchenko, quando fredda con l'ultimo rigore (vincemmo 3 a 2) Gigi Buffon, regalandoci all'OldTrafford la nostra sesta Champions League.
Seguì l'urlo nella piazza di tutti i tifosi rossoneri con bagno nella fontana ed i cori con tanto di Buuuhhh agli juventini, che se ne tornarono a casa tristi e mogi e solo ora son tornati da qualche anno a ringalluzzirsi soprattutto grazie all'assenza delle storiche competitive squadre milanesi. E quando Marco, mio caro amico fin dall'infanzia, stappò tante bottiglie di Brachetto per tutti ci abbracciammo fortemente proprio nel momento in cui capitan Paolo Maldini alzava la Coppa in cielo!...che momenti, che gioia, che ricordi!!"  E' triste vedere ora il nostro Capitano storico seduto in una poltrona che forse non sa ancora manovrare ed i suoi collaboratori stanno ancora leggendo le istruzioni per l'uso....e nel frattempo....se continuasse così, resteremmo per molto tempo fermi sulla parte destra della classifica!! Povero Milan!!

Facciamo altri due passi per le viuzze del paese ed arriviamo nel piazzale antistante il portale della Chiesa Parrocchiale, per nulla cambiata, su quello stesso posto io, allora quindicenne, assieme a Guerrino, ventenne aiutante barbiere di Franz tranne il sabato sera e la domenica quando si trasformava in operatore di proiezione al cinema - teatro del paese, ebbene durante la festa patronale di fine luglio realizzammo tra le tante iniziative e giochi per i ragazzi dell'oratorio la costruzione di una mongolfiera.  Ci armammo di fil di ferro per lo scheletro e di carta velina che acquistammo dall'unico cartolaio del paese dopo un breve battibecco, Guerrino (essendo juventino) desiderava la carta velina di colore bianco e nero, mentre io (essendo milanista) desideravo il rosso e il nero.
Il cartolaio ci scontentò ambedue: disponeva solo di bianco e celeste, e siccome il cambio del progetto avrebbe comportato un ritardo nel programma giochi (era mattina e  la mongolfiera si sarebbe dovuta levare in aria alle 18) e nel borsellino del parroco (il budget era limitatissimo) ci contentammo di quell'offerta e tre ore dopo la mongolfiera era pronta con tanto di secchiello fatto col fondo di una grossa scatola di pelati che riempimmo all'interno con dell'acetilene e alle 18 in punto Marusca la piccola nostra mascotte accese il fuoco nel secchiello e la mongolfiera si sollevò in aria tra gli applausi scroscianti, i suoi colori con le nostre iniziali impresse (Massimo e Guerrino) volava sempre più in alto fino a sparire, dopo essere divenuta solo un puntino dai nostri calamitati sguardi. 
Il giorno appresso un contadino la riportò, tutta sgonfia come un aquilone, al nostro parroco, fu rinvenuta in un campo a circa 7/8 km dal paese, quell'evento fu per Guerrino e per il sottoscritto equiparabile al lancio dello Sputnik, primo satellite artificiale nello spazio.

Lucio ha un impegno, prende commiato, ha appuntamento con una radio privata locale dove ogni settimana narra in viva voce una sua caratteristica storiella tipica dei fatti accaduti durante la settimana nel comprensorio del paese o comunque del Trasimeno, ovviamente la narrazione è in dialetto locale! Ci abbracciamo, lo saluto caramente ripromettendomi di tornare quanto prima.

Mi avvio tristemente verso una meta obbligata, percorro la via in salita delimitata ai suoi lati da due filari di cipressi secolari verso il cimitero del paese dove riposano i miei nonni, tanti parenti ed i miei genitori.
Mi fermo dal fioraio per prendere alcuni pensieri floreali, al termine quasi all'uscita noto sulla mia destra un tomba in terra con una lapide, la sua foto, il suo nome: Guerrino M., lo riconosco, è lui, non è possibile, solo poco fa lo ricordavo con tanto affetto, ho un groppo in gola, mi viene una crisi di pianto, faccio per prendere un fazzoletto dal borsello a tracolla e mentre mi sto girando vedo in alto, su, su in cielo una mongolfiera vera con spicchi bianchi, celesti e blu, dal suo cestello si intravedono due persone una di esse mi fa ampi gesti di saluto, forse è lui, non è qua sotto, è lassù... in cielo...
Forza Guerrino, la tua Juve sta vincendo!!... Vinci anche Tu!!!

     
Un abbraccio

Massimo 48