E' notizia delle ultime ore la donazione annunciata dall'A.D. Rossonero Ivan Gazidis di 250.000 euro a favore dell'Azienda Regionale Emergenza Urgenza impegnata nell'affrontare l'allarme sanitario nella Regione Lombardia causata dal "Coronvirus". 
Sarà lo stesso A.D. a dichiarare testualmente: "Ci sono cose nella vita più importanti del calcio". E questo, al di là di tutti i chiacchiericci circolanti in questi ultimi giorni in Casa Milan non può che fargli solo onore. Sicuramente questo bel gesto della donazione per fini umanitari verrà imitato da tante altre squadre con l'aggiunta, si spera, del buon senso civico e sportivo di dirigenti, allenatori e calciatori in un unico coacerbo di solidale vicinanza a tutto il popolo italiano in un momento così difficile e delicato.

Il momento che sta vivendo la Nazione, come annunciato ieri sera dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a reti unificate in un messaggio straordinario indirizzato a tutti i cittadini, è palesemente quello di una emergenza assoluta ed immediata, ed avendo poco tempo a disposizione, con il virus che avanza sempre più e la mancanza ad oggi di un vaccino che possa combatterlo, non resta altra soluzione fuorchè quella di dichiarare tutta la nostra penisola in zona rossa e quindi tutti dovremo abituarci a rispettare le severe disposizioni, già in atto nelle zone rosse, ma che verranno estese su tutto il territorio dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (stamattina, ndr). 
Ma il suo discorso, pur pronunciato con progressiva pacatezza, è stato molto somigliante per i drastici aspetti illustrati, ad una dichiarazione di guerra, ma contro quale nazione o quale coalizione? Nessuna, ma semplicemente contro il Covid-19 un virus tanto minuscolo quanto letale, tanto invisibile quanto subdolo, un virus che non conosce frontiere e a dispetto dei progressi tecnologici migra per ogni dove. 
La composizione della sua molecola non è ancora stata decifrata e gli scienziati ricercatori prevedono, data anche la sua mutanza, che ci vorrà ancora parecchio tempo per scoprire il valido antidoto che ponga termine al giro che il virus partito dalla Cina un paio di mesi fa sta percorrendo in senso orario per tutti i continenti ed attraversando le varie nazioni, contaminando migliaia di persone, e purtroppo mietendo vite umane soprattutto quelle dei più deboli soggetti anziani, con un incalzante effetto domino intervallato, da confine ad altro confine, di circa1/2 settimane. 
Lo spettacolo immediatamente successivo a questo tsunami sanitario è quello di una biblica desolazione scenograficamente simile a "The day after", città deserte con vita umana praticamente azzerata e forse solo simile a quello scenario che qualche nostro anziano nonno ha vissuto sulla propria pelle, al tempo dei bombardamenti aerei del secondo conflitto mondiale.

Ma lo scenario che stiamo vivendo in diretta, chiusi nelle nostre case, con le Tv che trasmettono impietosamente e ripetitivamente i numeri sempre più alti di questo "bubbone" del millennio, è molto simile per gli accadimenti e l'impotenza sanitaria alla "Peste Manzoniana" del 1630 e alla più recente "Spagnola" del 1918 al corona virus, cambia solo lo scenario allora privo dell'attuale tecnologia e di tante altre modernità.  Ma purtroppo quelle pandemie fecero 1 milione di morti la  "Peste Manzoniana" e ben  20/25 milioni di morti in tutto il mondo la "Spagnola". Sono numeri da brividi... non oso né pensare né scrivere altro sull'impotenza dell'attuale struttura sanitaria a livello mondiale. Voglio soltanto aggiungere che se 4 secoli fa o 100 anni fa ci fosse stata la tecnologia attuale, probabilmente milioni di persone si sarebbero salvate, perchè oggi l'unica medicina valida per combattere questo "bubbone" è una sola ed è anche attualmente lo Slogan del Ministero della Salute: "Io sto a casa mia". 

           
Oggi 10 Marzo è il primo giorno che si vive con un Italia tutta in zona rossa. E' metà mattina, esco con la lista di qualche cibaria da portare a casa per il pranzo. E' una bella giornata illuminata da un tiepido sole primaverile, mi reco a piedi al vicino mercato rionale e mi metto in fila al banco del pane, davanti a me, a debita distanza fra di loro due signori abbastanza avanti con gli anni, uno aveva indosso la mascherina mentre quell'altro stava raccontando un fatto risalente alla seconda guerra mondiale. Avevo perso l'inizio della storia, ma sentivo che l'anziano signore stava raccontando di essere imbarcato in un nave della nostra Marina Militare quando nel '44 ne fu disposto il trasferimento in un'altra nave, trasformata da poco in nave ospedale, era la Ramb IV... avevo intuito questo nome... e poi, arrivato il turno di questo anziano signore, preso il suo pane e depostolo nel carrello della spesa se n'è andato di buon passo, mentre io incuriosito, come son tornato a casa sono andato a cercare il nome di questa nave su Wikipedia e vengo rapidamente a raccontarvene la sua  curiosa storia . 

Alla fine degli anni '30 l'allora Ministero delle Colonie del Regno d'Italia ordinò ai Cantieri di Monfalcone la costruzione di 4 motonavi "banananiere" con celle frigorifere da adibire al trasporto delle banane prodotte in Somalia, all'epoca colonia italiana,  percorrendo la rotta che va da Mogadiscio a Napoli con ben 2400 tonnellate di carico ciascuna nelle loro stive. Ma allo scoppio del secondo conflitto mondiale, per disposizione legislativa, due di queste unità la Ramb I e la Ramb II vennero riconvertite con l'installazione di cannoni in navi da guerra, mentre le altre due vennero trasformate in navi ospedaliere per dare assistenza a tutti i nostri marinai feriti durante i conflitti navali. Ecco, questo stava raccontando quell'anziano signore stamane al mercato, o meglio un episodio inerente alla vita a bordo della nave ospedale Ramb IV, come dire è passato da un incarico su una nave da  guerra ad uno in una nave di soccorso sanitario, e quella stessa nave a sua volta era passata da "bananiera" a nave "ospedale"... dunque nella vita all'occorrenza tutto si può cambiare e trasformare, e allora ben venga la sospensione del campionato di calcio e, Dio non volesse, ma se fosse necessario si utilizzerebbero le sue strutture in caso di insufficienza posti nelle strutture sanitarie e così potremmo vedere San Siro o l'Allianz Stadium con gli spalti deserti, come le partite a porte chiuse, ma sul terreno di gioco cosa vedremmo... il terreno di gioco tutto pieno di tende... ma ... che ci sia un concerto?!?... No, no, vediamo tante crocerossine in un andirivieni convulso tra tante, tante tende bianche.... e stanno arrivando due Professori con i loro allievi....sì, sì...ora li distinguiamo bene....uno è Cristiano Ronaldo...e l'altro è Zlatan Ibrahimovic ...stanno entrando nelle tende per dare conforto a tanti, tanti loro tifosi....che ora non pensano a partite a porte chiuse o a porte aperte, pensano soltanto alla loro sopravvivenza e a quella dei loro cari. Essere finiti nel giro di pochi giorni dalla supersfida da 6 milioni d'incasso al chiuso di casa propria con scorte di derrate e rimanervi, tipo immersione di un sommergibile per un periodo indefinito, ci riporta a stadi primordiali della vita dell'uomo dove contava soltanto salute e sopravvivenza.

Questo forzato stop alla routine quotidiana delle nostre giornate vuole condurci a ragionare in maniera più approfondita sui segnali che la natura, con il suo potere vuole inviarci, quasi a volerci indurre ad un sottile ragionamento volto alla fratellanza, a polarizzare il nostro intelletto sempre più verso fini scientifici, medici, di ricerca e non, come accade in molti stati, verso scopi di belligeranze, di inutili egemonie territoriali. 
Tutti vorremmo veder quell'ipotetico terreno di gioco trasformato in lazzaretto tornare a splendere di solo erba verde calpestata dai nostri calciatori preferiti, ma ora è il momento del sacrificio da parte di tutti noi e dunque facciamo un lungo sforzo, armiamoci di tanta e santa pazienza, rimbocchiamo le maniche e con un umile preghiera confidiamo nell'amore del buon Dio. 


Un abbraccio 

Massimo 48