Nell'operazione militare vittoriosa, prima ci si assicura la vittoria e poi si dà battaglia.

Nell'operazione militare destinata alla sconfitta, prima si dà battaglia e poi si cerca la vittoria.


Questo aforisma fu scritto da Sun Tzu un generale, filosofo e stratega di guerra cinese vissuto nel V Sec. a.C. che vide applicare queste teorie nei conflitti bellici della sua terra, le stesse enunciazioni possono essere applicate nel mondo calcistico e sicuramente la prima riguardante la vittoria è stata istantaneamente adoperata dal Milan e strategicamente pensata da Stefano Pioli nei primissimi minuti del match contro il Lecce giocato ieri sera.
Due nitide occasioni da gol create e mangiate da Leao, un campioncino che però si perde sotto rete (Calloni II?) e poi 35 minuti di gioco spumeggiante, alla brasiliana (vedi Paquetà) e al 20' il gol perla di Calhanoglu, il migliore dei rossoneri, che riceve dopo un anno di fischi gli applausi dei 50.000 di San Siro.
Fa seguito un altro quarto d'ora giocato alla grande dal Milan in tutti i reparti (62% di possesso palla e a fine gara un totale di 18 tiri di cui 8 in porta, non ne avevamo fatti tanto nei precedenti 7 incontri) con un ritmo quasi asfissiante di fronte ad un Lecce che alla guida di Liverani ha totalizzato due sole vittorie in trasferta contro Torino e Spal e purtroppo anche con noi si dimostrerà una bella gatta da pelare.
Si potrebbe rientrare nel secondo tempo in campo con la nostra squadra in vantaggio di almeno tre reti data l'enorme mole di gioco e di azioni creata, ma, sarà questo uno dei maggiori punti dove il nostro Pioli dovrà lavorare e cioè entrare nella psiche dei giocatori e sicuramente a Milanello dopo le sue innovative idee circa l'alimentazione, colazione e pranzo in una unica tavolata per far gruppo, l'abolizione del ritiro pre-partita casalingo, la diversa tipologia di gioco, non nello schema perchè ha riproposto il classico 4.3.3 ma nell'interpretazione dei singoli, sicuramente frutto di diverse e nuove tecniche di allenamento, si veda Biglia che per più di un tempo ha ricordato gli anni in cui era (sempre con Pioli) alla Lazio dando solidità al centrocampo, e poi in attacco dove è tornato a sparare il pistolero Piatek per non parlare del risorto Calhanoglu, proporrà in palestra a fianco degli attrezzi ginnici alcuni lettini rilassanti al fine di vincere lo stress fisico e resettare allo stesso tempo la mente con l'ausilio di valenti psicologi perchè è nella mente dei giocatori che bisogna prevalentemente lavorare. 
Ma ad interrompere questo bel florilegio calcistico c'è un'ingenuità del nostro Conti che stende in area un avversario e procura un rigore al Lecce, lo batte Babacar e Donnarumma emulando già due rigori parati vorrebbe fare il tris intuendo e parando, non trattenendolo, questo calciato da Babacar che però nella ribattuta centra la porta ottenendo al 17' s.t. il pareggio del Lecce. 

E qui il nostro Milan, come a Genova e Torino, si perde va in confusione, cala la concentrazione e denota di soffrire della sindrome del braccino corto del tennista!  Per una ventina di minuti la squadra salentina sale in cattedra e tiene il pallino del gioco, la scossa fornita da Pioli alla squadra è durata poco, ma no... mi sbaglio, al 36' una magia di tacco di Calhanoglu in area dopo una bella azione corale serve Piatek ed il pistolero (torna al gol su azione dall'ultimo realizzato la scorsa stagione a Frosinone) con un bel diagonale fredda l'ex Gabriel che nulla può.
Manca un quarto d'ora alla fine e tutti i 50.000 accorsi a SanSiro sotto una insistente pioggia esultano già pregustando una nostra pur sudata quanto meritata vittoria, ma così non sarà.

La scossa che in questi dieci giorni il nuovo allenatore ha cercato di dare ai giocatori non è stata sufficiente (forse era in corrente alternata anzichè continua) e difatti alla bella sinusoide positiva del "pistolero" segue quella deprimente negativa di Calderoni che a tre minuti dalla fine trafigge con un missile calciato di sinistro da 30 mt. il nostro Donnarumma. 

Smette di piovere, l'arbitro Pasqua fischia la fine della partita. Il pubblico applaude ugualmente, si è divertito finalmente, un solo punto preso, molto poco ad un quarto del campionato con soli 10 punti in classifica e posti sulla parte destra del tabellone, se proseguissimo con questa media finiremmo attorno ai 40 punti, ci attenderebbe la barca di Caronte quali ospiti e candidati per la lotta alla retrocessione, questo non è il Milan e Pioli lo sa bene, guarda il bicchiere mezzo pieno con tante belle novità che la partita, dopo tanto tempo (forse per colpa del Maestro precedente?) non mostrava più.

Lasciamo lavorare in tranquillità Mr. Stefano, è vero che non centra una vittoria al debutto da ben 8 anni (l'ultima risale al 2011 in Bologna Novara 2-0) ma è altrettanto vero che lo ricordo meglio in un filotto di 7 vittorie consecutive inanellate un paio di anni fa quando era alla guida dei nerazzurri (l'aria è sempre milanese!), per non citare il terzo posto ottenuto alla guida della Lazio. 
In ultima analisi io sono fiducioso e se questo filotto cominciasse dalla prossima gara nella capitale contro la Roma e proseguisse poi con Spal e Lazio che affronteremo a San Siro per poi andare a Torino contro la Juventus... e... stop... fine sogno e fine filotto!
Torniamo con  i piedi e con la testa per terra ragionando e soprattutto credendo solo nelle nostre attuali risorse e potenzialità.

Un caro amico che lavora al centro sportivo di Milanello mi riferisce che l'aforisma della vittoria pronunciato da Sun Tzu è stato attaccato con del nastro adesivo sui singoli armadietti dei giocatori, questo sarà di buon auspicio e a fargli eco c'è una bella foto sui quotidiani sportivi del secondo anello dello stadio di San Siro dove ieri sera i tifosi hanno esposto un lunghissimo striscione riportante questa bellissima frase: "Dalla Società al campo, lavorate e battetevi per questa gente che ama il Milan follemente".

                                                                 

Un abbraccio

Massimo 48