E' l'ultimo sabato del mese e a Monte Sacro, il rione capitolino dove risiedo, viene allestito sotto una pineta costeggiante l'alveo del fiume Aniene nelle vicinanze del mausoleo dove il politico romano nel Sec.V a.C. Menenio Agrippa proferì il famoso apologo rivolto ai Patrizi e Plebei, un mercatino di rigattierato, simpatico appuntamento ove è possibile reperire per tanti appassionati del gusto retrò alcuni oggetti interessanti e tra l'altro anche a buon mercato.
E mentre rovisto attentamente in un banco alcune radio degli anni '30/40/50, ne sono un collezionista, il mio sguardo s'incrocia con quello di un altro avventore dove anche il suo è polarizzato sui medesimi oggetti e così ci guardiamo per un istante fissi, imbambolati negli occhi per poi praticamente all'unisono esclamare: "Maurizio!!" "Massimo!!". Massimo e Maurizio si erano visti per l'ultima volta 12 anni prima in una pizzeria dopo una telefonata di quest'ultimo volta ad organizzare un incontro tra vecchi compagni di scuola.
Ma per meglio comprendere questa storia è doveroso partire proprio da quella telefonata e così i due vecchi compagni di classe si defilano dal mercatino per raggiungere un tavolino del Bar prospiciente lo storico Ponte Tazio e di fronte ad una corposa tazzina di caffè iniziano a raccontare....
... Era un lunedì mattina di un tiepido inizio di primavera, da poco erano passate le 9, avevo  appena finito di fare colazione mentre squillava il telefono di casa... "Rispondo io - dice mia moglie Angela, poggiando la caraffa di thè, e dall'altro capo -... scusi è casa di Massimo B......?" "Sì certo! mi dica con chi desidera parlare?" "C'è mica il Sig. Massimo?" "Certo!..ma chi debbo dire? "Maurizio.. Signora!.. sono un vecchio amico dell'Istituto Tecnico!" Attenda Sig. Maurizio!..glielo passo subito!....Massi!!!.. è per te!!" "Pronto!..ma chi parla?" "Massimo B. sono Maurizio G........non ti ricordi di me?" 'Ma chi??..Maurizio G., quello della 5a D all'Istituto Guglielmo Marconi dove abbiamo frequentato un triennio insieme?" "Sì!!..Massimo sono proprio io, ma come stai?... dimmi di te...dai!!" "Ma che mi venga la rosolia un'altra volta!!!...ma dopo tutti questi anni!!..mi chiedi come sto... come vuoi che stia!!..sto in pensione da un paio di anni...e mi sto già rincoglionendo!!... Ma senti un po'!... ma quanti anni sono passati dal nostro diploma...sai che ho perso il conto!!...dai!!..raccontami di te!...eri vulcanico nelle tue continue iniziative!" "Ne sono trascorsi 43 di anni...caro Massimo, ben 43!! però ascoltami bene!!..per raccontare la storia di tutti questi anni staremmo due ore al telefono, e allora io ho pensato tramite Internet ed i Social di rintracciare tutti, o almeno tutti quelli che riesco a contattare tra i vecchi compagni del nostro ultimo anno al Marconi, e desidererei tanto che ci riunissimo dopo così tanto tempo per rivivere l'atmosfera di quei tempi raccontandoci le nostre vite... che dici ti va se ci vedessimo fra un po' magari per fare una pizza?" "E me lo chiedi Maurizio?... Dai!! e per  quando sarà?..io sono pronto anche per stasera!!" "Ehh!!..ma come corri!!.. dammi il tempo di organizzare l'evento!!.. dai ti richiamerò al più presto e ti farò sapere!! ok?" "Perfetto Maurizio!!... grazie e a presto, ciao!!".
E quella notte la passai completamente in bianco! Non ci fu verso di prender sonno! Tutto il mio corpo fu come percorso da un'inesauribile scarica di adrenalina! Maurizio mi richiamo' dopo due giorni per fissare l'appuntamento per l'indomani, un giovedì sera alle h.21 presso una Pizzeria Ristorante sita sulla Via Tiburtina, un centinaio di metri appena superato il grande raccordo anulare.
Il giovedì è un giorno particolarmente calmo per i ristoranti, non c'è la ressa del sabato sera, arrivo con la mia macchina nell'ampio parcheggio antistante il locale, dove trovo già alcune auto parcheggiate e mentre faccio manovra ne entrano altre tre, mancavano dieci minuti alle 21, e come se entrassimo a scuola eravamo tutti in anticipo, ad una ad una si cominciano ad aprire le portiere delle auto e uscendo ognuno di noi, un po' per la penombra creata dai lampioncini e un po' per i quattro decenni trascorsi, è riuscito a riconoscersi. 
Seguirono alcuni secondi di perfetto silenzio (stile duello Western come nel famoso film "Mezzogiorno di fuoco") e guardandoci tutti negli occhi alla ricerca di qualche vago ricordo, cominciò a serpeggiare la rituale domanda fantozziana: "...Scusi ma lei chi è??.. Ma sono Marco, non mi riconosci?.. E tu chi sei?... Ma sono Massimo.. e di là.. ed io sono Giorgio e tu?...E io sono Aldo..." e così via per una decina di minuti fra risate, lacrime, pacche sulle spalle, caricature di amici assenti e soprattutto dei nostri vecchi professori (purtroppo nessuno di loro risultò rintracciabile).
Insomma, di quegli otto che eravamo al parcheggio, nessuno tra noi si è riconosciuto a prima vista. Sarà dovuto semplicemente al fatto che dopo 43 anni un uomo, specie se ha perso i capelli o magari si è ingrassato mettendo su pancia, avendo quindi cambiato profondamente i propri tratti somatici, diventi irriconoscibile, oppure la cosa sia unicamente imputabile ad un fattore fisico e comprensibilmente riconducibile alla semplice smemorizzazione del tempo vissuto 43 anni prima? Ma se quest'ultima teoria fosse una regola sembrerebbe non valere per l'ultimo arrivato di turno... che intorno alle 21.20 si presenta nel parcheggio con una Porsche bianca decappottabile, da dove ne esce una persona alta di statura, longilinea, fisico atletico, vestito sportivamente con jeans e giubbotto in pelle, capelli brizzolati, un aspetto da attore, vagamente somiglante a Roger Moore, e tutti noi a corrergli incontro ed in coro gridare: "Lorenzo!!... Lorenzo V.....i come stai?!?... fatti abbracciare, ma non sei cambiato affatto!!... ma hai fermato il tempo!!...come hai fatto??..diccelo per favore!!" E si affaccia sull'atrio del locale Maurizio G., l'organizzatore della serata, che ci farà da anfitrione e inviterà ad accomodarci in una graziosa saletta dove trovammo un tavolo apparecchiato con nove coperti. "Allora ragazzi! - esordisce Maurizio - dove eravamo rimasti?"
Risatona generale... "Dunque facciamo l'appello...come ai vecchi tempi!!"
"Caro Maurizio!!.. ma che ce voi prende 'n giro?!... dicci piuttosto di tutti gli altri assenti!.." 
"Ok Aldo! se mi dai il tempo stavo giusto per dirvi quanto segue. Ai nostri esami di maturità, 43 anni fa, eravamo in 27 di quella mitica 5a D, l'unica sezione "Telecomunicazioni" dell'Istituto e come vedete noi stasera siamo solo in 9...e tutti gli altri dove sono??.. Per parte mia la buona volontà ce l'ho messa tutta! Ma non li ho trovati né sull'elenco telefonico né su Internet e poi c'è chi vive all'estero, chi in Germania, chi in Inghilterra, due amici sono migrati negli States ed altri pur vivendo qui a Roma si rammaricano, ma purtroppo  per ragioni di salute, non possono essere dei nostri!"
Il cameriere ci serve gli antipasti e cominciamo a conversare, a far foto, a ricordare quei mitici anni con tutte le nostre invenzioni, quelle trovate burlesche tipo le pellicole di "Amici miei", insomma, una conversazione che è andata avanti mentre si mangiavano le pizze per oltre due ore nel segno di tutte quelle goliardiche bravate che soltanto un manipolo di giovani scapestrati come noi poteva fare. Del resto eravamo nel 1967 quando i primi sessantottini erano agli albori e sappiamo bene quale radicale cambiamento di vita e di costumi abbiano apportato in quel periodo in tutte le nazioni del globo!
Io ero seduto al tavolo vicino ad Antonio M......s chiamato da noi tutti Tunì! Nato in terra sarda, figlio di un tecnico della Rai, era un vero e proprio  mago dell'elettronica  pur non avendone mai sfogliato una sola pagina della sua teoria, ma sopperiva questa sua carenza riuscendo nella pratica di laboratorio ad eccellere su tutta la classe. Successivamente al  conseguimento del diploma io e Tuni' andammo in un paesino appollaiato sui colli Sabini dove per alcuni mesi aiutammo uno zio, titolare di un negozio di elettrodomestici, nelle riparazioni di apparecchi Tv, ma soprattutto nell'installazione del gruppo ricevente dell'allora appena nato secondo canale TV della Rai (la così detta banda UHF) che fu allora un autentico business per tutta l'industria nazionale. Passammo un periodo stupendo fatto di lavoro, ma anche di tanti momenti di vita spensierata. Avevamo tutti e due lo scooter, io la Vespa e lui la Lambretta e terminato il lavoro  portavamo in sella le nostre ragazzette a volte al vicino lago del Turano a fare un picnic altre volte alla più lontana spiaggia di Fregene, e più raramente la sera, le invitavamo a mangiare una pizza, ovviamente con il permesso dei loro genitori ed il concordato ma tassativo rientro in casa per le h.23.
E poi io e Tunì con la collaborazione di Vincenzo N., che allora emigrò in Germania, fondammo ed editammo per tutto il triennio un giornalino scolastico tipicamente legato alle faccende dell'Istituto Tecnico e che battezzammo "La Treccani del Marconi", si trattava di un quindicinale satirico/umoristico che narrava le vicende dell'Istituto prendendo di mira i professori con vignette e storielle tipo fumetto. Il sottoscritto ne curava i testi, Tunì l'impaginazione e la stampa e Vincenzo N. maestro di disegno faceva le caricature.
Ebbe un enorme successo, anche i professori ridevano di se stessi, peccato che non ne esista più una copia, ma tutti noi quella sera ricordammo la Treccani come un'opera unica nel suo genere nata quasi per sbaglio ma ancora impressa nelle nostre memorie!
A turno, come in un salotto televisivo (tipo la vecchia "Tribuna Politica") Maurizio G. intervista ad uno ad uno i commensali dando loro al posto del microfono un foglio a ricordo della nostra adunata dopo 43 anni di quella mitca 5a D!
"Dai comincia tu Marco G., hai 5 minuti, raccontaci cosa hai fatto in questi anni...".
Marco dopo il conseguimento del diploma ha invano frequentato un anno alla facoltà di Ingeneria all'Università, e dopo il servizio militare suo padre lo raccomandò per prendere il suo posto perchè in età pensionabile e così sta terminando il suo ultimo anno di lavoro presso un Ente statale, è sposato ed ha due figli. Prosegue, l'intervista, Giorgio S. ha ereditato dal padre una fattoria di famiglia vicino alla Maremma dove coltiva uva, olio frutta e verdura, ha un maneggio con tanto di cavalli con una piccola scuola di equitazione, è sposato ed ha un solo figlio maschio, praticamente fa il cowboy o bucchero della Maremma!
Tocca ora a Walter detto il fotografo, aveva questo pallino delle foto allora e tuttora avendo aperto uno studio fotografico ai Castelli Romani, è sposato ma poi separato e risposato, ha due figli. 
E' la volta di Bruno P., è diventato un piccolo imprenditore nel campo della grafica pubblicitaria, ha molti clienti anche all'estero, è sposato ed ha due figlie femmine, è un fortunato, ha mantenuto tutti i suoi capelli!
Siamo ad Aldo P. una vera macchietta tanto allora quanto adesso, a quei tempi era un comunista sfegatato, è da pochi mesi in pensione ed ha sempre lavorato come tecnico alla Sip, è sposato con due figli.
Passiamo a Lorenzo V. il bello, il Roger Moore del Marconi, per lui il tempo non è passato, è l'unico che si è laureato in ingegneria ma nella vita fa tutt'altro mestiere e quale gli chiediamo praticamente tutti all'unisono ansiosamente e lui in risposta: "ho ereditato una clinica nei pressi di Anzio di cui ne sono Direttore"... ah, bene ecco perché giri in Porsche.... ma sei sposato!?!... "no, cari, mi godo la vita!"... ahh... adesso è tutto chiaro per star bene la formula è: rimaner scapoli con tanti soldi in tasca!! 
Ed è il turno di Antonio M. detto Tunì, piccolo di statura, sardo di origine, in pensione da poco meno di 6 mesi, ha lavorato come tecnico presso un'agenzia di stampa si è sposato ma poi separato, ora si è ritirato nella vecchia casa dei genitori scomparsi e vive solo, è figlio unico, ama gli animali, ha due cagnolini e due gatti. 
Giunge il turno di Maurizio G. l'ideatore di questo storico incontro, nella vita ha lavorato come tecnico riparatore di strumenti musicali , è da un anno in pensione, sposato, non ha figli ma in compenso ha un bel barboncino nero.                                                                                                                                                                         Ora sarebbe il mio turno, ma voi pazienti lettori già mi conoscete con la noia che vi procuro per la paziente lettura dei miei scritti e prima che sbadigliate vado a proseguire questa storia realmente accaduta.

Tra le varie chiacchiere si è fatta mezzanotte ed il padrone del ristorante entra in sala con una bella torta guarnita da 43 candeline accese, Maurizio spenge le luci e prima che ci soffiassimo sopra tutti insieme intoniamo il nostro inno che cantavamo in quegli indimenticabili anni '60, il mitico periodo dei Beatles e delle minigonne, e di tutto il mondo che orbitava intorno, dalle nuove tecnologie ad una diversa interpretazione degli stili di vita e così con le note di "Yellow Submarine" soffiamo sulle 43 fiammelle ci abbracciamo felici mentre qualcuno fra di noi ha le lacrime agli occhi, e terminiamo la serata con un brindisi augurando di rivederci TUTTI quanto prima possibile.
Nel frattempo il proprietario ci immortala con alcuni scatti, perchè non ha mai visto nel suo locale, tra tantissime manifestazioni, una rievocazione di un evento accaduto ben 43 anni prima!
Uscimmo come si esce da un confessionale, ora ci attenderà come penitenza una quotidiana recitazione delle preghiere volte a mantenere per noi e per le nostre famiglie quel buon stato di salute che ci potrebbe consentire in futuro (sempre a Dio piacendo) di ricontattarci per organizzare un'altra pizza con altre nuove storie incorniciata da una splendida serata come quella di quel giorno.

Ma da quella sera passerà qualche mese e si avvicinerà la Santa Pasqua e come mio solito invio E-Mail con i rituali auguri a tutti gli amici compresi quelli degli ex compagni dell'Istituto Marconi, e tutti mi rispondono contraccambiandoli, ad eccezione di Antonio M.
Passano altri mesi e rinnovo con la stessa formula i miei auguri per il Ferragosto, ottengo ringraziamenti da tutti tranne Antonio M., mi comincio a preoccupare, ma sarà all'estero, magari si sarà risposato... insomma si fa Natale e puntualmente ci scambiamo gli auguri ma anche a Natale Tunì non mi risponde, è trascorso quasi un anno da quella sera ove ci riunimmo per quella pizza e la mia preoccupazione sale sempre più. E' per puro caso che mentre facevo una ricerca su Internet vado a digitare il cognome di Tunì M....s e vado curiosamente a scriverlo su Google anziché sull'App dove abitualmente scrivo... ed un secondo dopo avverto una fortissima fitta che percorre il mio torace, sullo schermo del PC era comparso un articolo del Messaggero risalente all'aprile scorso e così titolato: "Rinvenuto sulle sponde del Tevere il corpo di Antonio M., l'uomo scomparso di 62 anni era stato visto l'ultima volta nella sua barca ormeggiata in un canale nei pressi di Fiumicino, era intento a fare dei piccoli lavori di manutenzione allo scafo, forse colto da un malore è caduto in mare ed il suo corpo è stato trovato dalla squadra sommozzatori dei V.F.  che scandagliavano giorno e notte i fondali del fiume dopo circa una settimana dalla denuncia di scomparsa nei pressi dell'idroscalo di Ostia".
Quella notizia mi gelò il sangue, rimasi impietrito e piansi amaramente, un pianto dirotto, una sofferenza interiore indicibile... come in una dissolvenza rividi Tuni' con la sua Lambretta e la borsa attrezzi a tracolla correre sorridente con la sua folta chioma corvina spazzolata dal vento per poi riapparire... gelatamente tra i gorghi della foce del Tevere colto da un infarto mentre stava ripittando lo scafo della sua barchetta acquistata con i soldi della liquidazione... ne stava ritoccando il nome sulla prora con la vernice... si chiamava "Elisir"!
"Ci mancherai tanto, troppoTunì! Sei stato e sarai sempre un grande! Riposa in Pace!"
Massimo 48