Esattamente 34 anni fa, il 9 Novembre 1989, cadeva il Muro di Berlino dopo 27 anni dalla sua costruzione, ponendo così termine ad un epoca che aveva segnatamente marcato l'intera Europa. Il suo abbattimento fu una liberazione acclamata da tutta l'umanità, pur non dimenticando, secondo i dati forniti dal Centro di Ricerca sulla Storia Contemporanea, le 138 vittime che provocò il suo non consentito attraversamento, tra cui 98 fuggitivi, molti dei quali furono, nell'eroico tentativo di scappare dall'oppressione comunista verso la libertà dell'Occidente, colpiti mortalmente dalle raffiche delle guardie della polizia di Stato della DDR e tra questi martiri spicca principalmente un nome diventato l'uomo simbolo del Muro di Berlino, quello del giovane muratore Peter Fechter, falcidiato da una raffica di mitra PPS-41, il 17.8.1962, e lasciato esanime a terra per 48 ore, sollevando una indignazione a livello mondiale, nella "striscia di nessuno", quella manciata di metri che separa l'Est dall'Ovest, divenendo così la 27ma vittima del muro di Berlino, ma soprattutto l'icona simbolo del disprezzo mondiale da esso causato.

Ci vorranno altri lunghi, tribolati e luttuosi anni di attesa per vedere transitare nell'ultimo checkpoint baluardo del Muro una fila interminabile di puzzolenti e colorate Trabant verde ranocchio, auto prodotta per un ventennio nella Germania dell'Est e simbolo prima di oppressione e tracotanza ed ora di libertà e gioia di vivere, la stessa che porto' tanti tedeschi dell'Est a riannodare quel cordone ombelicale tranciato 28 anni prima... costato la vita a centinaia di innocenti, ma sicuramente utile per il futuro e l'equilibrio di un Europa che ancora, nonostante anni di guerre etniche derivanti anche dalla trasmigrazione di milioni di persone dall'Est, a tutt'oggi stenta a ritrovare il giusto equilibrio.
E forse è nella modestia e semplicità costruttiva della piccola auto Trabant da ricercare il segreto della rinascita di un popolo: "Per correre bisogna andare piano"... ed ancora c'è molta strada da percorrere! 

Ed esattamente 9 anni prima della caduta del muro, Lucio Dalla, al termine di un suo maestoso concerto, desidero' andare a vedere da vicino il muro di Berlino. E accompagnato da un taxi giallo rimase a lungo in sua contemplazione e nacque così in lui l'ispirazione alla scrittura della canzone Futura, uno dei suoi pezzi più belli e significativi, simbolo ed autentica icona dell'orrore del Muro stigmatizzato nove anni dopo sempre da quella piccola Trabant che lo abbatteva riportando ideologicamente mezzo mondo tedesco, come il verde ranocchio di quella Trabant a simboleggiare una vita più pura, più umana e soprattutto più felice mentre ad accompagnarne il lento passo riecheggiano le immortali note della sua canzone: Futura! 

Un caro abbraccio
Massimo 48