"Vorrei soffermarmi su una cosa che mi è accaduta all’entrata. Guardavo l’età di questi caduti. La maggioranza è tra i 20 e i 30 anni. Vite stroncate, vite senza futuro.
E ho pensato ai genitori, alle mamme che ricevevano quella lettera: “Signora, ho l’onore di dirle che lei ha un figlio eroe”.
“Sì, eroe, ma me l’hanno tolto!”. Tante lacrime in quelle vite stroncate.
E non potevo non pensare alle guerre di oggi. Anche oggi succede lo stesso: tante persone giovani e non più giovani… Nelle guerre del mondo, anche in quelle più vicine a noi, in Europa e al di fuori: quanti morti! Si distrugge la vita senza averne coscienza.
Oggi, pensando ai morti, custodendo la memoria dei morti e custodendo la speranza, chiediamo al Signore la pace, perché la gente non si uccida più nelle guerre. Tanti innocenti morti, tanti soldati che vi lasciano la vita.
Ma questo, perché? Le guerre sono sempre una sconfitta, sempre. Non c’è vittoria totale, no. Sì, uno vince sull’altro, ma dietro c’è sempre la sconfitta del prezzo pagato. Preghiamo il Signore per i nostri defunti, per tutti, per tutti: che il Signore li riceva tutti".
Queste le parole pronunciate nel giorno della commemorazione dei defunti nel cimitero militare di Porta San Paolo a Roma da sua Santità Papa Francesco. Sono queste le prime giornate novembrine e normalmente ingrigite dal ricordo dei nostri cari estinti ai quali amiamo rievocarne la presenza andando a render loro visita con un presente floreale tra una moltitudine di persone che, specie nelle grandi città, si riversa in massa nonostante le incessanti pioggie in tutti i cimiteri dove in questo periodo tormentato dall'appena esplosa seconda guerra, o per peggio dire autentico genocidio, riemerso tragicamente il 7 Ottobre scorso nel convulsivo medio Oriente e la cui inaudita cruenza riesce ad eclissare quell'altro flagello che ormai da 21 mesi opprime incessantemente il popolo ucraino. 

Ma proprio nel pomeriggio di domani, lunedì 6 Novembre, nell’Aula Paolo VI, Papa Francesco incontrerà i bambini di tutto il mondo. Queste sono le sue parole pronunciate al termine dell’Angelus di ieri, durante il quale ha avuto ai suoi fianchi cinque bambini in rappresentanza dei cinque continenti ed in merito all'imminenza di questo evento mondiale, patrocinato dal Dicastero per la Cultura e l'Educazione, ha tenuto a sottolinearne il tema principale: "Impariamo dai bambini e dalle bambine". 
E questa la conclusione alla solidale ed umanitaria iniziativa di Sua Santità alle domande dei giornalisti in sala stampa: "Tornare ad avere sentimenti puri come i bambini, perché a chi è come un bambino appartiene il Regno di Dio. I bambini ci insegnano la limpidezza delle relazioni e l’accoglienza spontanea di chi è forestiero e il rispetto per tutto il creato. Cari bambini, vi aspetto tutti per imparare anch’io da tutti voi! "

Grazie Papa Francesco!
Sarà il sorriso dei bambini di tutte le razze accorsi a migliaia  per ascoltare il tuo appello a voler rappresentare l'unica risorsa rimasta all'umanità per credere fortemente in un mondo migliore, senza guerre, senza odio, ma solo con amore! 

Massimo 48