(Replica rimaneggiata fuori concorso)

Gioacchino stava aspettando da un'ora abbondante intirizzito dal freddo all'angolo del cancello di un signorile condominio al Lungotevere della Vittoria, nel rione Prati, una coppola grigia in testa, una lunga sciarpa blu rigirata più volte al collo, un giubbino nero e logoro con le maniche sdrucite.... le sue mani affondate dentro alle saccocce bislacche e gonfie, quasi a voler nascondere... qualcosa!  Lo sguardo cupo, severo, assetato di vendetta, le labbra arse e screpolate dal freddo, spesso inumidite da qualche goccio di grappa di una semivuota bottiglietta che nervosamente veniva afferrata... riposta... riafferrata...e forse, in quel giorno, il nostro Gioacchino alle 8.15 del mattino...era già coscientemente brillo!
Erano trascorsi sette lunghi anni da quando Gioacchino non ebbe più notizie di Nicola e sua moglie Luisa. Venne a sapere da un amico in Polizia che avevano preso un volo dall'aeroporto di Fiumicino alla volta di Barcellona ma da allora la vita del nostro direttore di banca si capovolse completamente. La sua dolce consorte Beatrice venne a mancare dopo una breve ma inguaribile malattia, inutilmente Gioacchino tentò di sottoporla ad un delicato intervento chirurgico in Svizzera. La povera donna, aveva appena compiuto 39anni, ma non ne trarrà alcun beneficio se non quello di aver alleviato le sofferenze nella fase terminale del male. Solo quattro mesi dopo lascerà due bambini, il marito ed un vuoto incolmabile in quel bell'attico sullo stupendo colle dell'Aventino. Ma gli eventi nefasti non si arrestarono con la dolorosa perdita di Beatrice, ma purtroppo precipitarono ulteriormente.  Costernato dal dolore, Gioacchino, che nel frattempo aveva chiesto un periodo di aspettativa in banca, disattese le periodiche richieste e visite da parte di ufficiali giudiziari presso il suo domicilio. E così un bel giorno si trovò la porta di casa nastrata con dei sigilli della Procura della Repubblica riportante un foglio appeso con su scritto, oltre a incomprensibili numeri e comma di legge, la dicitura "Alloggio posto sotto sequestro".... Il povero Gioacchino ebbe un mancamento...fu il portiere dello stabile a rianimarlo...e subito dopo, vista l'ora, andò a prendere i due bambini all'uscita della scuola...inventò loro una scusa e li condusse a casa della nonna, la madre di Beatrice. Il destino volle che li avrebbe rivisti solo molti anni più avanti... quando saranno adulti e frequentanti il triennio liceale!
Nicola e consorte abbandonarono Roma notte tempo essendo tempestati da continui solleciti di pagamento per morosità dovuti alla precedente agenzia in Puglia alla quale si assommavano quelle della nuova agenzia aperta nel pieno centro di Roma, il solo affitto di 3.500€ era rimasto insoluto per cinque mensilità, ma prima di fuggire Nicola, comunicò, forse colto da un raptus di disperazione, il nuovo indirizzo della sua reperibilità a tutti i suoi creditori, stabilendolo presso l'abitazione dell'inconsapevole amico fraterno Gioacchino...e nei mesi successivi ovviamente... accadde il finimondo! Perfino la banca venne a conoscenza della valanga di debiti che gravava sulle spalle di quello che a breve sarebbe diventato un ex direttore, tant'è che venne sollevato dall'incarico per giusta causa. Gioacchino si ritrovò in lacrime su di una panchina di Piazza della Libertà, a due passi dall'abitazione di sua proprietà, visto che la firma al rogito era la sua, ma posseduta da Nicola e immediatamente posta sotto sequestro come del resto già lo era la propria sul colle Aventino, e così non avendo più case, avendo perso la compagna Beatrice...il lavoro...e probabilmente anche le speranze di anelare ad un futuro migliore...decise di diventare, per dimenticare tutto e tutti...un clochard!! .....e visse in quello stato per sette lunghi anni passando per le panchine dei parchi di mezza Roma, dalla Stazione Termini a Monte Mario, dai d'intorni di Ponte Milvio a Monte Sacro e quando il freddo diventava un gelo insopportabile si rifugiava presso i locali della Caritas... Fino ad un bel giorno quando, tornando come spesso soleva fare, dalle parti del Lungotevere della Vittoria intravide un uomo ben vestito salire a bordo di una lussuosa berlina...ebbe un sussulto...un dubbio...ma l'auto si arrestò ad un semaforo...e Gioacchino ebbe tutto il tempo di sbirciare meglio nell'abitacolo...ed in un solo istante ...dipanare il suo amletico dubbio!  Oramai ne aveva la piena certezza!!! Era tornato Nicola!!!
Alla stessa ora del mattino seguente Gioacchino si appostò nelle vicinanze del cancello d'ingresso della casa tornata in possesso del suo ex inseparabile amico Nicola, ormai non voleva più considerarlo tale, aveva rovinato la sua vita, la sua carriera, la sua famiglia. Con gli occhi vividi di rabbia e la mente annebbiata dalla sete di vendetta il nostro Gioacchino trovò la forza di compiere un gesto estremo, folle, inqualificabile, bestiale...ma tanto!!... proseguire la propria vita in una panchina tra sacchi, sacchetti, coperte....lavarsi ad una fontanella con l'acqua gelida... dormire all'addiaccio...o finire ad espiare un omicidio per il resto degli anni in una cella con vitto e alloggio sicuro....ma che cosa cambierebbe?? Esattamente il resto di niente!!             
E allora Gioacchino si armò di coraggio ed il giorno prima si recò al vecchio Monte dei Pegni nel quartiere ebraico e vendette a malincuore il Philip Watch del suo povero papà che fino a quel giorno non aveva mai tolto dal polso e con il ricavato acquistò da un ex rigattiere conosciuto nel suo peregrinaggio tra le panchine dei clochard una Beretta usata, con la matricola abrasa, ma perfettamente funzionante. Ma eccolo... Nicola!...sta uscendo..ma non s'incammina verso il parcheggio della sua auto...svolta a destra, ha una borsa di pelle nera in mano..si dirige verso Ponte Duca d'Aosta. Gioacchino lo sta seguendo a una diecina di metri di distanza, ha ben bene avvolto la sciarpa blu sul volto.. s'intravedono solo i suoi occhi, le cui pupille sono ormai due tizzoni neri, vividi, due raggi laser...pronti ad uccidere!! La sua mano destra impugna il freddo metallo della Beretta...allora si volta un attimo...la strada è vuota..e così affretta il passo... è a dieci metri dalla vittima e poi a cinque...tre..due...ed il dito indice quasi indolenzito dalla tensione avverte la pressione del percussore dell'arma...sta per premere il grilletto...quando il nervo del dito è percorso da un inspiegabile tremore ...ed in contemporanea una repentina folata di tramontana gli spolvera un lembo della sciarpa sugli occhi... è il segnale forse voluto dal destino!... Gioacchino smuove la sua mano armata per liberare la vista occlusa dall'improvvisa ventata...ma nel compierlo i suoi  movimenti destano l'attenzione di un cane, un barboncino bianco tenuto a guinzaglio da un anziano sul marciapiede nel lato opposto del ponte che inizia ad abbaiare...allora in una frazione di secondo...come se si fosse materializzata la sacra apparizione a San Paolo sulla Via di Damasco...il presunto killer Gioacchino si trasforma in una mite pecorella che...spersasi...dopo un lungo peregrinare...ha  finalmente ritrovato il suo ovile!! Il confuso trapestio, l'incessante abbaiare del cane hanno svegliato l'attenzione di Nicola che di passo svelto, borsa in mano e cuffietta con musica alle orecchie...non si era accorto di nulla!....e nello stesso istante in cui sta per girarsi Gioacchino getta con un lancio felino la fredda Beretta nelle torbide acque del "biondo Tevere" e Nicola... appena voltatosi... avverte un sordo e...liberatorio... "splash!!!"... accompagnato da un mulinello nell'acqua...formante un curioso ghirigori...quasi a forma di cuore!! Alcuni passanti si aspettavano di assistere a breve, data l'acredine del momento, ad un incontro di boxe!...invece...come in un ring si assiste al getto della spugna... sull'arcata di quel ponte si assistette ad un caloroso, lungo e tenero abbraccio tra due vecchi amici, colpiti ambedue da strani giochi del destino, con tempistiche diverse, ma caduti prima in disgrazia...e poi come in un detto ormai logoro per l'uso ...dalle stelle...alle stalle!!...con una piccola variante...che quelle stalle sono tornate dopo un tribolato settennale....ad essere nuovamente...stelle!!

"Ma sai Nando...che riesci a fare il miglior caffè della città??" "...Ahh... Gioacchino...sei troppo gentile!!....con tutti i bar che ci sono!!...ma piuttosto...mi manca un pezzo al tuo racconto....come avete fatto tu ed il tuo amico a tornare sulle "stelle"?!? " "Caro Nando!!...la vita è strana... bizzarra...e a volte pazza!! Nicola fuggì a causa dei debiti enormi che aveva accumulato e non guardò in faccia a nessuno, pensò solo a salvare il salvabile! Un suo cugino, stanziatosi in Catalogna da qualche anno, aveva aperto una pizzeria a Platja d'Aro sulla Costa Brava e gli affari andavano a gonfie vele e così lo invitò a raggiungerlo. In breve tempo Nicola e Luisa riusciranno ad aprire una pizzeria e dopo soli tre anni un ristorante per poi affidare le due attività in gestione dati gli ottimi ricavi. E così Nicola fece un ulteriore passo avanti aprendo un ristorante nel centro di Barcellona. Ora è un facoltoso uomo d'affari con una rendita annuale di svariate migliaia di Euro grazie a quei tre indovinati investimenti.  

Quando lo incontrai su quel ponte con lo scellerato proposito di ucciderlo, Nicola aveva con sé una borsa di cuoio nero con mezzo milione di Euro in banconote da 500 che avrebbe versato in una banca sul Lungotevere appartenente allo stesso gruppo presso il quale io ero stato direttore, in cambio di un assegno a me intestato e che mi avrebbe consegnato venendomi a cercare in una panchina proprio qui a Monte Sacro, l'allora mia dimora. Ma quella cifra la ritenne soltanto un indennizzo parziale dopo tutto quello che avevo passato, e allora fece scrivere da uno studio legale una lettera alla direzione della mia banca spiegante la motivazione della debacle finanziaria cui incorsi sette anni fa' e non imputabile a Gioacchino bensì a Nicola pronto ad accollarsi qualsiasi ammenda purché Gioacchino venisse reintegrato al suo posto di direttore di agenzia. Il richiamo venne accolto ed ora lavoro qui a due passi da casa!... Però ragazzi...ora fatemi andare...debbo consegnare delle pizze calde ad alcuni clochard... quaggiù ...ai Prati Fiscali... tra i canneti delle sponde...del fiume Aniene!!...scusatemi!!!...mi sbrigo...che' s'è fatto tardi... e fa' freddo...ed i clochard avranno una maledetta fame ...e posso garantirvi...che la fame...per un clochard... è veramente una fame da lupi!! 
....e ricordatevi bene una cosa: un clochard è un essere umano come tutti noi e come tale bisogna comprenderlo ed accettarlo!"

Un caro abbraccio. Massimo 48