Oggi, martedì 13 Dicembre, si ricorda Santa Lucia, la Santa così detta protettrice della vista, in quanto in uno degli episodi della sua vita, tra storia e leggenda, si narra dell'atroce martirio che subì nell'asportazione degli occhi, episodio che configurò Lucia nell'eletta ed indiscussa Santa della Luce e per questo considerata anche la solenne protettrice dei non vedenti.
Solo un mese mezzo fa sono stato sottoposto ad un intervento di cataratta, oggi un'operazione di routine effettuata in poco più di una manciata di minuti grazie alla sofisticata e supertecnologica strumentazione chirurgica a disposizione e che consente al paziente di tornare a vedere la piena luce appena ultimata l'operazione.
La stessa cosa non poteva accadere negli anni '60, quando mio nonno Virgilio allora settantenne, come attualmente lo è il nipote, si sottopose al medesimo intervento nell'Ospedale Santa Maria di Perugia, dove venne appunto operato di cataratta all'occhio sinistro, ma con sistemi prettamente chirurgici e senza l'ausilio, come oggigiorno avviene, del raggio Laser, a quei tempi solo in fase embrionale, e al termine del quale fecero seguito tre giorni di degenza, che purtroppo si raddoppiarono poiché mio nonno, non volendo, disattese le raccomandazioni del Professore ed il mattino successivo all'intervento, nell'infilarsi una pantofola, chino' forse un po' troppo il capo e subito dopo si riversò sul pavimento un copioso versamento di sangue. A nulla valsero gli immediati soccorsi ed il rapido ritorno in sala operatoria. Nonno Virgilio perse l'occhio e visse gli ultimi vent'anni della sua vita con una benda beige alla "Orazio Nelson", seminascosta dalla pesante montatura di un paio di occhiali neri che gli conferiva una personalità importante, austera... seppur in possesso di un fisico alquanto esile e di un aspetto apparentemente piuttosto severo... ma che alle prime parole pronunciate si sarebbe palesato in tutta la sua nitida ed incompresa mitezza!

Ho appena ultimato la costruzione del Presepe, quest'anno in formato mini, dato che il nuovo albero di Natale, addobbato perfettamente da mia moglie Angela, sta occupando un maggiore spazio del precedente e mi ha costretto a ripiegare ad allestire la natività su di un piccolo mobile nell'angolo del salotto di casa. Del resto, se pur in scala ridotta, il Presepe rende a mio avviso più viva ed intensa l'aria del Natale che mai come in questo periodo, reduci da tre anni di pandemia e dieci mesi di guerra alle porte dell'Europa, viene desiderato più che mai! 
Però per godere della piena atmosfera all'insegna del Merry Christmas manca ancora una cosa da aggiungere nelle nostre case, o meglio alla porta d'ingresso in segno di benvenuto ed è una cosa che ho ereditato dalla tradizione di mia madre, che in tutte le festività di fine anno non faceva mai mancare nell'androne un solenne rametto di vischio!

Il vischio, pianta cespugliosa sempreverde, appartenente alla famiglia delle Satalaceae, raggiunge la massima maturazione delle sue bacche, bianche e gelatinose, proprio nel periodo natalizio.
Per tradizione alcuni suoi rametti vengono legati a testa in giù allo stipite della porta nell’ingresso di casa e questo sarà di buon auspicio per chi vi passerà al di sotto.
Sempre la pianta di visco, narra una vecchia leggenda della Scandinavia terra del Natale, pare che venisse usata quale salutare medicamento per ogni tipo di male ed era talmente apprezzata al punto di essere pensata rappresentare la magica panacea  in grado di curare qualsiasi tipo di acciacco.
Inoltre, sempre secondo la leggenda, sembrerebbe che in Norvegia i rami del vischio bruciati in un gigantesco falò nel giorno del solstizio (verosimilmente associato al giorno di Santa Lucia, per detto popolare il più corto che ci sia) avrebbero avuto un potere magico, quello di riuscire ad allontanare la sfortuna da un lato ed attrarre  benessere e buoni auspici dall'altro.

Ho appena acquistato un mazzetto di vischio, lo appendo alla porta, accendo le luci di albero e Presepe, cerco un vecchio CD con le canzoni di Natale e in questo clima particolare mi riaffiorano vecchi ricordi con i bambini che scartano i regali assieme ai nonni in una tavola piena di dolci ed alcune cartelle della tombola sparse... poi vedo mia madre alzarsi lentamente dalla sedie e deporre una manciata di bucce di arance sopra il termosifone... in pochi secondi il salotto si permea come di un'ambrosiaca fragranza frammista di agrumi e bacche di vischio... mentre i piccoli scartano i regali... mentre i nonni si scambiano gli auguri con un tenero bacio... mentre fuori piove a catinelle...
e mentre la guerra tormenta e uccide il popolo ucraino... e mentre il mondo è sempre più marcio di soldi, da due giorni è esploso lo scandalo Qatargate... e mentre tre giorni fa uno squilibrato ha fatto irruzione in una riunione condominiale commettendo una strage...
e mentre nell'Iran si continuano ad impiccare giovani innocenti... e mentre Papa Francesco implora all'Angelus di pregare per la pace in questo mondo!
E mentre... con la scusa di soffiarmi il naso... mi volto... e mi accorgo di piangere!
Come il pianto di un bimbo che non ha trovato il suo dono tanto desiderato! 
Piango... senza sapere per cosa... ma è un pianto liberatorio... mentre fuori sta smettendo di piovere e un timido raggio di sole al tramonto bacia il mio piccolo Presepe!
Massimo 48