Cagliari 30 Giugno 2010
Aeroporto Cagliari Elmas, torre di controllo: "VoloAZ 379 Elmas-Linate siete autorizzati al take-off pista 027". A bordo di quel volo di linea della nostra compagnia di bandiera si trovava Massimiliano Allegri. Poco più di un mese prima, esattamente nel pomeriggio del 19 Maggio, giornata ricordevole per l'ex trainer del Cagliari, aveva ricevuto una telefonata da Silvio Berlusconi in persona, in verità non proprio un suo estimatore, ma dietro insistenza dell'A.D. Adriano Galliani, che avrebbe intravisto nella sua persona il candidato ideale per la sostituzione del partente Leonardo, lo contattò offrendogli la panchina rossonera ed un contratto di tutto rispetto. Per l'allenatore livornese, visto il suo recente esonero operato dal Presidente Cellino il 13 Aprile, quella chiamata era una vera manna dal cielo. Passare da squadre cadette prima e di seconda fascia nella massima serie in seguito per poi confluire in una big del campionato e del calcio mondiale, fu per lui l'occasione della vita più unica che rara ed accettò, incredulo, quella proposta nel corso di quella stessa conversazione. 

Massimiliano Allegri, allora 43enne non avrebbe mai pienamente convinto del tutto nelle 4 stagioni circa vissute al Milan, nonostante lo scudetto conquistato nel 2012 e la Supercoppa Italiana vinta a Pechino contro l'Inter il 6 Agosto 2011. Aggiungiamo inoltre un altro scudetto sfiorato (quello del famoso gol non dato a Muntari) ed un buon comportamento in Champions con una rosa che, visto il già iniziato lungo divorzio dalla Fininvest, veniva ad essere sempre più depauperata tanto nella sua forza quanto nella sua qualità. Nel 2008 Allegri approda sulla panchina del Cagliari, alla squadra sarda riuscirà a far ottenere per due anni consecutivi una consolidata permanenza nella massima serie esprimendo un buon livello qualitativo di calcio. Come ex calciatore Italo Allodi, storico dirigente del calcio italiano, lo definì come un promettente giocatore (centrocampista e fantasista) dotato di tanto talento ma di un carattere un po' scanzonato. Sapeva ben leggere le partite, dote che consolidò militando nel Pescara dove ebbe come suo maestro Giovanni Galeone e poi, in Sardegna appunto, riuscirà a manifestare tutta la sua innata ispirazione alla visione delle partite che lo porterà, nel giro di pochi anni, a divenire uno dei più quotati allenatori di calcio nella platea europea degli ultimi anni. Una sua spiccata dote evidenziata tanto al Milan quanto successivamente alla Juventus è la sua estrema duttilità al modulo di gioco cercando sempre di utilizzare al meglio i propri tatticismi in funzione degli elementi a disposizione nella rosa, senza disdegnare al bisogno soluzioni diverse da quelle a lungo studiate. 
Alcune sue innovazioni hanno fatto storia. Come quella per l'attacco di usare l'alternativa di schierare, in alcune partite, giocatori muscolari quali Boateng o Vidal concettualmente diversi dai classici registi trequartisti. Mentre per la difesa ha spesso prediletto lo schieramento di difensori in linea supportati da robusti centrocampisti a dettare e comandare il gioco. 
Comunque sia, i suoi moduli preferiti sono solitamente offensivi partendo dal 4-3-3 oppure dal 4-3-1-2 o l'altro 4-3-2-1. A chi lo etichetta come un aziendalista, e cioè accondiscendente alla politica societaria, dopo il suo filotto di successi in bianconero, il buon Max risponde testualmente: "Quando mi danno dell'aziendalista non vuol dire che la formazione la fa il Presidente, ma accetto la critica in maniera positiva e quindi è per me un complimento, purchè porti risultati alla mia Società".   
Ora Max Allegri è fermo, da circa un anno in attesa di un aereo, con regolare volo di linea, che lo conduca alla volta di Parigi o forse oltre Manica... mentre io, personalmente, preferirei che chiamasse un taxi che lo conducesse al nostro vecchio... Milanello!

Lipsia (Sassonia) 3 Giugno 2020
Aeroporto di Lipsia-Halle, torre di conrollo: "Volo LH 234 Halle-Malpensa siete autorizzati al take-off pista 090". A bordo di quell'aereo di linea della compagnia di bandiera tedesca c'è Ralf Rangnick, è atteso da Ivan Gazidis in Via Aldo Rossi per limare gli ultimi dettagli del suo nuovo contratto con il Milan. Pochi giorni fa, esattamente l'11 maggio, il futuro trainer Rossonero avrebbe dichiarato al quotidiano tedesco "Bild" rilasciando ad un cronista in merito alla sua dipartita dal Lipsia per convolare nella nuova squadra queste precise parole: "Dipende sempre dalle scelte del Club (il Milan n.d.r.), non sono interessato agli aspetti finanziari. Per me si tratta di avere una certa influenza che non c'entra con il potere, anche se in certe situazioni ne hai bisogno per portare avanti certe cose". 
La mia personale opinione su questa dichiarazione rilasciata alla stampa mi lascia molto perplesso. A parte il fatto che la frase mi sembra incerottata e forse mal tradotta, oppure, posto che non lo sia, la troverei del tutto sibillina e comunque di cervellotica comprensione, tipicamente teutonica! Fa trasparire un certo qual senso di ambiguità... tra imposizioni di potere ed in conflitto con mansioni non  ancora ben delineate... sia in panchina che dietro la scrivania!... Mah!... io non vedo di buon occhio l'accoppiamento asciugamano sudato-agenda appuntamenti sulla scrivania immischiati tra di loro!  Sudore ed inchiostro non sono certo un bel connubio, mi sembra molto stonato! Sarà pure una innovativa conduzione di squadra di stampo prima britannico ed ora anche germanico... ma è tutto da sperimentare nella nostra penisola e nel nostro complicato campionato... ma sinceramente che sia sempre il povero Milan a subire continui esperimenti... dico a nome di tutto il popolo dei tifosi Rossoneri che siamo arci stufi ed arci pieni di queste inconcludenti alchimie che screditano sempre più, anno dopo anno, tutto ciò che gloriosamente in un quarto di secolo il Milan aveva saputo costruire in Italia, in Europa e nel Mondo.

Il nostro D.S. Paolo Maldini aveva già risposto, sempre a mezzo stampa, ad altre pesanti dichiarazioni rilasciate dal manager di Backnang la scorsa settimana, invitandolo ad un maggior rispetto verso quei professionisti che attualmente stanno regolarmente operando nella Società Rossonera ed ora, dopo questa ennesima frecciata, deve incassare il tacito consenso che la Proprietà, strizzando l'occhio al futuro Coach-Manager, abbia voluto far intendere al buon Paolo che alla fine della corrente stagione sarebbe ineluttabilmente messo alla porta come il suo amico Boban, rei, ambedue, di sciagurate scelte di mercato che avrebbero indotto Paul Singer Elliott, due ore dopo la disfatta di Bergamo, a contattare la soluzione "tedesca" (riparatrice o già contattata non lo verremo mai a sapere) per cercare di dare ancora un senso al proseguio del cammino della Società onde poter raggiungere l'agognato obiettivo del rientro nelle competizioni europee, tappa indispensabile, unitamente a quella del progetto di un nuovo San Siro, affinché il fondo Elliott possa rientrare senza perdite del suo investimento, vendendo, ahimè, il nostro Milan ad un nuovo acquirente.   
Dunque 10 anni fa atterrava a Linate un volo di linea che ci ha subito cucito sul petto il nostro 18° ed ultimo scudetto. Soltanto ieri atterrava a Malpensa un aereo di linea civile tedesca, in verità molto più simile alle cupe linee di un bombardiere della compagnia di guerra  Luftwaffe carico di nuove... bombe di mercato ai comandi di un pioniere dell'aviazione nella sua patria di origine, un certo Ralf Rangnick... e staremo tutti ansiosamente a vederne gli effetti... beninteso solo una volta che le abbia sganciate... e non abbia esaurito il carburante!

Base Militare di Gimli, Manitoba (provincia occidentale del Canada)  23.7.1983
Il volo 143 dell'Air Canada decollato da Montreal destinazione Edmonton con scalo intermedio ad Ottawa dovette dopo circa un'ora dal decollo compiere un atterraggio di emergenza. Il velivolo un bireattore Boeing 767, nuovo, consegnato da soli 6 mesi alla compagnia si trovò improvvisamente all'altezza di 11.000 mt. privo di carburante. Il valente comandante, visti i motori dell'aereo arrestarsi per disalimentazione, fu costretto a farlo planare per una discesa di ben 100 km, come fosse un aliante per tentare un atterraggio di fortuna nella ex base militare di Gimli. E dopo una planata di ben 17 minuti alla velocità di circa 400 km/h. (un record nella storia dell'aviazione civile) il Boeing riuscirà a terminare la sua discesa in fondo alla pista della dismessa base militare. Tutti i 69 occupanti l'aeromobile non ebbero neppure un graffio, e a parte l'enorme spavento, l'aereo passò alla storia come una leggenda e venne denominato, tornò subito, fin dal giorno appresso a volare, con l'appellativo di " Gimli Glider" e cioè "L'aliante di Gimli". 
La brutta avventura fu causata dal rifornimento di cherosene all'aeroporto di Montreal, dove durante le operazione di riempimento dei serbatoi non ci fu l'esatta comprensione, da parte del sistema automatico, del riempimento totale del serbatoio che avveniva, fino al giorno prima in libbre, ma da quel giorno veniva espresso in chilogrammi, solo che il sistema non era stato preventivamente aggiornato.                                                Quel volo, quel dramma sfiorato, lo vedo metaforizzato nella storia vissuta negli ultimi 10 anni dal nostro Milan.
Esattamente 10 anni fa quel volo proveniente da Cagliari Elmas si dimostrò essere un vero "Gimli Glider" per i nostri colori. La sua splendida planata ci regalò il nostro 18° ed ultimo scudetto, ne sfiorò un successivo e come preda di guerra si era già effigiato della Supercoppa Italiana. Non male direi, ma dopo quella mancata apertura del paracadute nell'episodio del gol di Muntari, per il Milan ci sarà soltanto una terribile, interminabile picchiata verso il suolo lunga ben 8 anni... una picchiata alla Stukas (famoso bombardiere bellico monomotore tedesco ad ala di gabbiano) che faceva terrore quanda scendeva a folle velocità e poi a pochi metri dal suolo i valenti piloti della Luftwaffe imbardando sapientemente la cloche di comando riuscivano in un battibaleno a far cabrare l'aereo e contemporaneamente sganciare le micidiali, devastanti bombe sull'obiettivo (non so se Ralf ha fatto il militare in Aviazione... io ci spero!). Ma dopo quella storica planata di 10 anni fa il Milan si è poi trovato negli anni successivi in balia di stranissime compagnie con voli improvvisi, charter, e dunque non voli di linea su aeromobili validi ma a bordo di sgangherati ed inaffidabili aerei affittati da fantomatiche compagnie offshore. Troppo spesso è dovuto decollare ed atterrare non su veri aerei, ma su autentiche carrette degne dei più squallidi film fantozziani, la sostanziale differenza è nel tipo di comica che ne scaturisce, su quella del mitico Villaggio, c'è da ridere e non poco. Su quella della nostra squadra c'è ormai da piangere... e anche qui non poco!

Il mio augurio, e sicuramente quello di tutto il popolo dei tifosi Rossoneri, è quello che l'aereo di compagnia tedesca che atterrerà a fine stagione, verosimilmente a fine agosto, in uno degli aeroporti milanesi, con a bordo tutto uno staff teutonico esperto di nuove tecniche calcistiche ci porti delle "vere" novità sia in termini di gioco, di uomini, di progetto, che di fatturato ma soprattutto di vittorie per i nostri colori. Sarà molto difficile ripetere il "volo" di Allegri o sperare con l'avvento fresco di Rangnick in un volo a vela alla "Gimli Glider"... piuttosto ad oggi, così come è messo il Milan somiglia più alla "Fenice"... Ve lo ricordate il film!? "Il volo della Fenice"? Un aereo sorvolante il deserto si schianta nel bel mezzo di una tempesta di sabbia e resta per mesi completamente isolato, privo di radio di soccorso, e con pochissimi viveri e scorte di acqua ridotte a poche gocce. Solo dopo numerose settimane alcuni dei sopravvissuti, viste praticamente azzerate le possibilità di soccorso, avranno l'idea, dovuta ad un colpo di genio di un ingegnere tra i sopravissuti di montare uno dei due motori rimasti funzionanti dopo l'atterraggio di fortuna sull'ala, in gran parte intatta dopo lo schianto dell'aereo nella sabbia. E così dopo giorni e notti di minuzioso assemblaggio venne costruito una sorta di piccolo aereo che riuscì a decollare ospitando una mezza dozzina di superstiti aggrappati sopra all'ala e riuscirà a condurre alla salvezza quel gruppo di superstiti a qualche decina di km. in un oasi ove troveranno soccorso. 
Ecco dunque il suggerimento finale per il nostro prossimo condottiero Ralf: trovare i giusti pezzi da sostituire al motore del nostro aereo per cercare di riportarlo a volare... ma a volare lassù... in alto, molto in alto... lassù dove volano... le aquile e dove per molti anni il Milan aveva costruito il suo nido ed era abituato a vivere in alta quota... e dall'alto... si vede un mondo... piccolo... piccolo... ed anche tutti gli altri sembrano... piccoli... piccoli!!

Un abbraccio
Massimo 48