L'ultima finestra di calciomercato è ormai andata in archivio. Al termine di 3 mesi di contrattazioni, esplose come sempre nelle ultime ore, è tempo di bilanci e curiosità. Chi si aspettava l'ennesimo mercato drogato dai cinesi è rimasto quasi a bocca asciutta. Complice una chiusura anticipata rispetto alla deadline europea del 31 agosto, la Super League cinese non si è affatto rivelata la lega più spendacciona sul mercato. Nella massima serie dagli occhi a mandorla sono sbarcati Hulk e Pellè i cui costi di trasferimento (circa 70 milioni in 2) coprono per larga parte i 130 milioni circa spesi in cartellini nell'ultima sessione di mercato. 130 milioni però sono "solo" il 52% circa di quanto speso da un altro campionato, questa volta europeo e che ha stupito il mondo intero per la propria forza di fuoco: la Championship Secondo i dati raccolti tra transfermarkt, l'ammontare dei milioni spesi in cartellini nell'ultima sessione estiva da parte delle squadre della serie cadetta di sua maestà, è stato pari a 250 milioni di euro. Una cifra MOSTRUOSA se paragonata ad esempio, con le altre cadetterie d'europa. Per una Championship che spende 250 milioni circa, ci sono cadetterie che non arrivano a superare i 10 milioni spesi in cartellini come Serie B e campionato spagnolo. Il dato francese invece colpisce all'opposto rispetto a quello inglese, con un mercato che a quanto pare è stato fatto con prestiti, acquisti e cessioni a titolo gratuito. Molti sono i fattori che hanno consentito alla cadetteria inglese di spendere così tanto nell'ultima sessione di mercato. Innanzitutto se da una parte sorprende il dato di spesa, dall'altra c'è il dato dei ricavi di mercato che volendo, soprende ancor di più. La Championship infatti è riuscita ad incassare oltre 260 milioni di euro, chiudendo il rapporto Costi meno Ricavi a +12 milioni di euro. Un altro fattore che spiega il quarto di miliardo speso nell'ultima sessione di trasferimenti è il cosidetto "paracadute economico" che la Premier ha iniziato da qualche anno a stanziare per "aiutare" economicamente le squadre che retrocedono dalla Premier alla Championship, uscendo dal computo delle squadre che hanno beneficiato in passato dei contratti importanti relativi ai diritti Tv e che da quest'anno potranno beneficiare dell'ultimo contratto triennale firmatto dalla Barclays Premier League con i vari broadcaster internazionali, da oltre 8 miliardi di euro. Scendere in serie B, in Inghilterra è soltanto un dramma sportivo. Dal punto di vista economico, non lo è affatto, considerando le cifre in ballo che vanno dai 70 fino anche ai 110 milioni di euro con in verificarsi di certe circostanze. Il terzo fattore da tenere in considerazione si chiama Newcastle. Lo scorso anno nemmeno Rafa Benitez è riuscito nell'impresa di salvare i bianconeri dalla retrocessione. Il Newcastle figura al 20esimo posto nella classifica dei ricavi per club, con una cifra pari a 170 milioni di euro. La Championship inglese dunque, può contare sui numeri e sulla potenza economica di una vera e propria corazzata finanziaria mondiale, in grado di generare ricavi simili a quelli dell'Inter e distante soltanto 10 milioni di euro dal monte ricavi della Roma, che però lo scorso anno ha partecipato alla Champions League, superando anche la fase a gironi. L'allenatore spagnolo, rimasto anche quest'anno nella città dei geordie, in qualità di team manager (figura che in Inghilterra equivale al nostrano direttore sportivo) ha operato sul mercato in maniera oculata, lasciando partire i gioielli più desiderati dal mercato e puntando alla costruzione di un nuovo ciclo di giocatori con i quali recuperare al più presto la massima serie inglese. I risultati di mercato sono stati impressionanti. Fuori Sissoko per 35 milioni. Fuori Wijnaldum per 27.5 milioni. Fuori Townsend per 12.5 milioni. Fuori Janmaat per 9 milioni ed infine fuori anche Cabella e Cissè per altri 14 milioni complessivi. Dentro: Gayle, Ritchie, Yedlin, Diamè e tanti altri tra cui anche l'ex Palermo Lazaar per una spesa pari a 64 milioni di euro che ha consentito al club di chiudere la finestra di mercato con un profitto pari a circa 36 milioni di euro. Il Newcastle però non è stata la sola squadra retrocessa a muovere sul mercato cifre importanti. Anche l'Aston Villa, retrocesso dopo una stagione di Premier travagliatissima, ha dato fuoco alle polveri durante l'estate, realizzando un risultato all'opposto rispetto a quello del Newcastle, ossia chiudendo la sessione con un buco pari a circa 40 milioni di euro. Un disavanzo che stacca di ben 4 volte il secondo peggiore disavanzo fatto registrare dal Wolverhampton di Zenga, passato di mano in estate e voglioso di tornare in Premier. Al netto di un mercato spumeggiante da parte di 2-3 squadre vi è anche un altro fattore che consente alla Championship di muoversi sul mercato con cifre che individualmente rappresentano l'intero movimentato da parte delle cadetterie spagnole ed italiane: gli stadi di proprietà o in affidamento pluriennale. Tra affidamenti, sponsor e proprietà, quasi tutte le società di cadetteria inglese si occupano in prima persona degli stadi e di tutto ciò che ruota attorno ad essi in termini di merchandising, drink and food e quant'altro, garantendo alle squadre cifre che lo scorso anno superavano o addirittura triplicavano il monte diritti d'immagine del Napoli, fermo a quota 700 mila euro. La somma di tutti questi fattori fa del secondo campionato inglese un business importantissimo. Un business che al contrario della cadetteria nostrana, ad esempio, opera sul medio-lungo termine acquisendo i cartellini dei giocatori al 100% evitando quanto più possibile i prestiti. Questo perchè nella rivalutazione e nelle successive cessioni a suon di milioni di euro, i club vedono la benzina futura per il proprio motore, molto differente in termini economici dai cosiddetti premi di valorizzazione, spesso pari a qualche migliaio di euro, riconosciuti ai club di Serie B da parte dei club di Serie A. In Inghilterra dunque, non c'è solo la Premier che punta al primato internazionale, ma anche una Championship che fa le cose per bene e che, dopo aver superato già la Ligue1, la Primeira Liga portoghese e l'Eredivise, si candida ad essere il quinto campionato di calcio più importante del mondo per giro d'affari. E se questo è l'inizio...