Secondo i bookmakers italici le probabilità che la Juventus si riconfermi Campione d'Italia per la sesta volta consecutiva, superano abbondantemente il 65%. Ma se i bianconeri si presentano ai nastri di partenza della Serie A 2016-17 da assoluti favoriti, è interessante notare come alle loro spalle, la faccenda sia molto molto più complicata con il restante 35% da suddivedersi tra Roma, Napoli ed Inter. Questo mese e mezzo di contrattazioni ufficiali a cui va aggiunto anche il mese di Giugno in cui i vari direttori sportivi si sono comunque mossi alla ricerca di rinforzi per la propria rosa, non ha regalato particolare gioie per le squadre che inseguono i bianconeri. La Roma (15%), appesantita da una situazione di bilancio non proprio rosea, sapeva sin dal principio di dover lavorare molto per reperire il denaro con il quale riscattare i prestiti con obbligo siglati nelle scorse sessioni, ed appianare il deficit secondo modi e cifre pattuite in gran segrete con gli organi di controllo della Uefa. I risultati di questo lavoro condotto da Sabatini sono due lunghissime liste di nomi arrivati a Trigoria o partiti da Trigoria verso nuove destinazioni. Walter Sabatini però, grazie alle cessioni di Pjanic, Ljajic, Sanabria, Politano ed agli introiti derivanti dal prestito oneroso di Doumbia, Zukanovic e Castan, è riuscito a mettere da parte un gruzzoletto che ha consentito ai giallorossi di confermare Rudiger, Perotti, Dzeko, Salah ed El Sharaawy, completando le operazioni di trasferimento già pianificate a Gennaio e che hanno consentito a Gerson ed Alisson di sbarcare dal Brasile direttamente nel ritiro romanista. Sabatini inoltre è riuscito a piazzare due operazioni per puntellare la difesa rimasta orfana di Rudiger infortunatosi durante Euro2016 e di Maicon, svincolatosi a fine stagione, siglando gli arrivi di Juan Jesus dall'Inter e di Mario Rui dall'Empoli. Nonostante quest'ampia girandola di operazioni, Sabatini dovrà probabilmente sistemare la questione portieri ora che in giallorosso ci sono Alisson e Skorupski, protagonista di un'annata molto positiva ad Empoli, ma che con la riconferma del prestito di Szczesny, potrebbero vedere la loro stagione sportiva in salita. Walter inoltre dovrà lavorare per trovare un sostituto di Pjanic ora che anche Keita non è più un giocatore della Roma. Le voci su Diawara sono quelle più diffuse ma Sabatini ci ha abituati a colpi all'estero con i quali sono sbarcati a Roma giocatori poco conosciuti ma che spesso si sono rivelati ottimi per la causa giallorossa. A Napoli (12%) invece, dopo gli arrivi di Tonelli e Giaccherini e la partenza di Higuaìn, pare che il mercato stia per decollare con gli arrivi di Milik, attaccante polacco che ben si è comportato agli ultimi Europei, ed una serie di trattative con le quali Giuntoli vorrebbe regalare a Sarri quella famosa "panchina lunga" di cui l'allenatore necessita per affrontare la prossima stagione su 3 fronti di cui 1 è la Champions League. Tolisso, profilo sul quale nelle ultime ore sono circolate note del Lione recanti cifre offerte notevolmente diverse rispetto a quelle provenienti dai corridoi di mercato e che sembrano aver fatto arrabbiare parecchio la dirigenza partenopea, sembra essere impossibile. Icardi invece (il cui arrivo assieme al polacco Milik di fatto sancirebbe la partenza di Gabbiadini) sembrerebbe in procinto di valutare l'offerta formulata dal Napoli. Non sappiamo però, in un gioco di dichiarazioni rilasciate/twittate/sussurrate da Wanda Nara, se questa valutazione è finalizzata ad un cambio di casacca o ad accelerare il processo di rinnovo contrattuale al quale la famiglia Icardi sembrerebbe particolarmente affezionata. Aldilà delle dichiarazioni di stampa e delle tesi ricamate sul suo futuro, sembra particolarmente difficile che la nuova dirigenza Suning voglia fare come prima operazione di mercato una cessione, figurarsi una cessione eminente come sarebbe quella di Icardi, figurarsi una cessione eminente come Icardi capitano dell'Inter. Il Napoli quindi corre il rischio di dover virare su altri profili sui quali però pendono i soliti problemi legati ai rifiuti dei calciatori di trasferirsi a Napoli (rifiuto che comunicò anche Milik prima di saltare nelle ultime ore su un jet per fiondarsi all'ombra del Vesuvio (a proposito di giocatori-mercenari)), ai diritti di immagine (sui quali Aurelio de Laurentiis sembrerebbe aver rimosso il suo proverbiale integralismo) e soprattutto legati al fatto che chiunque sarà chiamato in causa per una eventuale cessione di un giocatore nei confronti del Napoli, con i soldi pagati per la clausola di Higuaìn ed incassati dai partenopei, oggi vive la certezza di poter vendere a prezzi più alti confidando anche sul ticchettio di un mercato che chiude, si tra 1 mese, ma che tra 2 settimane, con l'inizio dei campionati, potrebbe essere privo di uomini chiave. Una cosa è certa. Il gap di vantaggio che probabilmente il Napoli aveva nei confronti della Roma con Higuaìn in campo capace di timbrare più di 30 volte in campionato, è decisamente svanito. A Milano, sponda Inter (8%), le cose sono giusto un filo meno ingarbugliate rispetto alle vicende dei cugini milanisti, ormai sprofondati in un tira&molla che ogni giorno sposta più in là di 2 giorni la firma di un preliminare di acquisto (attenzione a questo particolare, perchè di cessione netta e secca non se ne parla nemmeno). La stampa parla di Mancini scontento del ruolo, più che del mercato, riservatogli. Mancio sperava in una nuova epoca di allenatore-manager con mandato di mercato per allestire la rosa. Suning però sembra aver nicchiato un po' troppo su questo aspetto ed il Mancio avrebbe alzato la voce comunicando al nuovo management 2 aspetti: Il primo riguarda la rosa dell'Inter, al momento distante tecnicamente da Napoli e Roma e non ancora rinforzata con acquisti di valore. Candreva è ad un passo, ma Lotito non ne vuole sapere di cedere nemmeno sui centesimi del prezzo fissato per il cartellino dell'ala di Tor de Cenci. L'Inter avrebbe bisogno di almeno altri 2 acquisti oltre al laziale. Un centrocampista e forse un centrale difensivo che possa garantire ulteriore stabilità al pacchetto difensivo che al momento, oltre al positivo Miranda, annovera Murillo e Ranocchia, spesso protagonisti di strafalcioni tecnici costati parecchi punti lo scorso anno. Il secondo punto messo in evidenza dal Mancio riguarda la possibilità che un investimento immediato sul mercato potrebbe garantire all'Inter maggiori chance di piazzamento Champions nel prossimo campionato, aprendo il campo a ricavi importanti (nell'ordine dei 40 milioni di euro minimi a cui vanno aggiunti altri 15 circa dei diritti tv, 5 di introiti stadio più i bonus prestazionali garantiti dalla Uefa) con i quali l'Inter potrebbe svincolarsi dal piano di rientro del Fair Play Finanziario ed iniziare una nuova epoca di gestione potendo contare pienamente dei capitali già immessi dalla nuova proprietà cinese, all'interno dell'Inter. I cinesi ci stanno ragionando su e Mancini aspetta un segnale dagli stati generali Suning-Inter che si stanno tenendo in America dove la squadrà è in tournè per disputare i match di International Champions Cup. In questo quadro di mercato, mercato che stenta a decollare e mercato che vorrebbe decollare ma non si può, pare evidente che al momento non esistano squadre favorite in maniera netta per il ruolo di seconda della classe. La Roma ha forse qualcosa in più dal punto di vista tecnico. Il Napoli può contare sui piani di gioco del condottiero Sarri, mentre l'Inter potrebbe contare su un mercato spumeggiante qualora Suning decidesse di dare un segnale per la cessione degli esuberi e l'arrivo di profili di esperienza, tanto sognati dal tecnico jesino. Dietro la Juventus c'è confusione. Riusciranno le prossime 4 settimane di mercato a delineare il ruolo di seconda della classe o sarà in questa lotta aperta più o meno alla pari che si anniderà lo spettacolo del prossimo campionato?