Così recita il dizionario italiano alla voce "violenza morale": violenza morale, quella esercitata con atti che incutono timore, suggestione, assoggettamento, provocando uno stato di condizionamento psicologico.
Ora, se volessimo chiamare "violenza" un'offerta (magari un pochino insistente conoscendo Mirabelli) da oltre 6 milioni all'anno a 18 anni e uno a tuo fratello, fino ad allora perfetto sconosciuto, beh allora caro Gigio io non ci sto.

La verità è chiaramente un'altra. Raiola è profondamente deluso da quanto sta vedendo al Milan. La solidità economica della società non convince ed il progetto in campo sta naufragando partita dopo partita. Ma che si venga a dire che il signor, pardon, il giovanotto Donnarumma voglia annullare il suo contratto perché violentato psicologicamente da non si sa chi al momento della firma, è assolutamente ridicolo e irrispettoso di chi conosce davvero la parola "violenza" e l'ha subita in tanti modi.
E poi basta, basta con queste sanguisughe che vogliono arricchirsi sulle spalle dei calciatori. Ma poi per quali meriti? Mi spiegate quali sono i meriti sportivi, giuridici, economici del signor Mino Raiola? Un pizzaiolo qualunque (con assoluto rispetto a tutti i pizzaioli d'Italia) che ha avuto la fortuna di incontrare nella sua pizzeria di Amsterdam dove era emigrato, un certo Zlatan Ibrahimovic.
Certo, la voglia di guadagnare all'infinito ha congiunto questi due personaggi e fatto sì che ne nascesse un unico binomio. Ma Ibra non ha mai rinnegato se stesso, forse perché un po' assomiglia a Mino.
Il giovane Gigio invece ha perso completamente la testa. In primis dimostrando una sensibilità pari allo 0 in ogni cosa detta e fatta da giugno ad oggi.

Rinnovo o non rinnovo? Va beh dai, me ne vado ad Ibiza e non concludo nemmeno la scuola. Che mi importa della maturità, tanto ovunque andrò zio Mino mi farà guadagnare milioni e milioni di euro.
Bambini, non prendete mai esempio da uno così.
Caro Gigio, il rispetto non si compra coi tuoi soldi sporchi. Forse avresti fatto meglio a terminare gli studi.