Negli ultimi anni in casa Inter sono stati più i bocconi amari che le gioie, soprattutto quando si tratta di andare a giocare allo Stadium.
Ma c'è una data che i tifosi interisti non dimenticheranno mai. Era il 3 novembre 2012, ore 22:36. Un giovane rampante, battezzato da Massimo Moratti a raccogliere l'eredità di una panchina diventata pesantissima dopo i trionfi di Mourinho, di nome Andrea Stramaccioni, sbanca per la prima volta dopo ben 49 partite lo Juventus Stadium.
La sua Inter, quella del tridente Palacio - Milito - Cassano, vince 1-3 contro i campioni d'Italia e riapre (in quel momento) il campionato.

I bianconeri passano in vantaggio dopo soli 18'' grazie ad una rete di Vidal viziata da un clamoroso fuorigioco di Asamoah (infinite grazie a chi oggi ha introdotto il Var), ma poi subiscono la reazione dei nerazzurri. Protagonista assoluto della serata è il Principe Milito, autore di una doppietta e trascinatore di una squadra spinta dall'entusiasmo del proprio condottiero in panchina. La chiuderà poi El Trenza Palacio a pochi minuti dalla fine. Stramaccioni indovina ogni singola mossa. Prima schierando titolare il tridente in attacco, sfruttando così numerosi uno contro uno con la difesa bianconera, poi, nel secondo tempo, inserendo Guarin e spaccando letteralmente in due la partita grazie alla sua straripante forza fisica.
Ci aveva visto bene Moratti quando, qualche mese prima, affascinato dalla vittoria di Strama con la primavera nella Next Generation Series, promosse quel giovane con quell'approccio da bravo ragazzo un pò ruspante. Voglio dire, entrare a 35 anni nello spogliatoio dell'Inter da signor nessuno e mettere in riga gente come Milito, Sneijder e Zanetti, richiede una personalità non comune. La stagione dell'Inter finirà male. I problemi non derivavano sicuramente dalla guida tecnica sia chiaro (ad un certo punto l'Inter si ritrovò con il duo d'attacco Rocchi - Alvarez), ma questa è un'altra storia.

Tutti ricorderanno quella vittoria allo Stadium. Tutti i tifosi dell'Inter, per un attimo si illusero che il giovante tecnico romano potesse emulare il cammino di Josè Mourinho. Non sarà così. Ma d'altronde le storie hanno sempre un finale che non ci si aspetta.

Ha vinto il derby di Milano e ha vinto allo Stadium in pochi mesi. Ha esultato come un bambino dopo ogni vittoria. Ecco perché credo che i tifosi dell'Inter, quando sentiranno parlare di Strama, in fondo, si emozioneranno e sorrideranno.
Il giovane voluto dal destino, ma che ora il destino non segue più.