"Io sogno di asfaltarli, cancellarli dal pianeta, togliere loro ogni piccolo barlume, desiderio, speranza di essere una squadra normale. Devono stare nelle fogne dove sono stati negli ultimi anni, nei tombini nascosti al buio".
Così parlò un certo Sandro Pellò (chi?), presidente di "Comunicazione bianconera" (ah ecco), a Juventus Tv, commentando il big match tra Juve e Inter di sabato sera. Il tutto alla presenza del direttore del canale ufficiale, Claudio Zuliani, il quale se la rideva bellamente invece di invitare l'ospite ad utilizzare toni più moderati.

Per non parlare della conduttrice e degli altri ospiti, compiaciuti raggianti di fronte alle dichiarazioni dell'amico, quasi come si fosse tutti in osteria a bere un bel bicchiere di rosso. Ora, il problema non sta tanto nella scarsa intelligenza del personaggio in questione, al quale andrebbe ritirato immediatamente il tesserino di giornalista, se mai lo abbia.  Il vero problema sta alla base di un discorso ormai vecchio come il mondo. Parliamo quotidianamente di crescita del sistema, a livello educativo soprattutto. E queste sono le conseguenze. Non chiediamoci poi perchè negli stadi accade quel che accade e perchè i nostri figli crescono con la cultura dell'odio nei confronti di una squadra "nemica.

Il calcio che noi amiamo non è questo.
Non è Sandro Pellò, non è Zuliani, non è Juve Tv. Il calcio che vorremo nel nostro Paese è passione, leggerezza e rispetto. Il mondo del giornalismo denunci questi personaggi, affinchè si torni a parlare di calcio seriamente e con competenza in tutte le testate e in tutte le trasmissioni. A tutti questi pseudo-giornalisti che girano per trasmissioni o cose del genere dico, fiero di non essere come voi. Fiero di parlare di questo sport con obiettività, nonostante la passione per una squadra in particolare.
Fiero di insegnare ai più piccoli la disciplina e i valori di uno sport che, per colpa vostra, ha perso ogni tipo di credibilità.
Caro Sandro Pellò, noi non siamo come lei.