Mai avrei pensato quest'estate, dopo tanti innesti finalmente fatti da una dirigenza seria ed operosa, con nomi di spicco come Bonucci e Biglia, con giovani di valore e prospettiva come Conti e Kessié, ma soprattutto con nuove, dichiarate ambizioni di tornare a primeggiare in Italia e, di seguito, in Europa, di trovarmi a fine settembre con un Milan abulico e senza idee.

Gli innesti, uniti ai pochi, ottimi elementi rimasti in rosa dalla scorsa stagione da Jack a Romagnoli, passando da Donnarumma e Suso, lasciavano presagire una stagione da protagonisti, pur passando dalla non facile fase di amalgama tra tutti gli elementi a disposizione, compito questo, già sottolineato più volte, che spettava al tecnico.

Montella ha avuto questa possibilità dai primi di luglio: una quindicina di elementi di assoluto valore cui insegnare automatismi, schemi e posizioni in campo, oltre ad una circolazione di palla che non prevedesse i soliti passaggi all'indietro.
Suo preciso dovere, rinforzato da un prolungamento contrattuale fin troppo affrettato, era quello di capire che la rosa a disposizione le partite le doveva fare e non subire, che la velocità di passaggi era la via maestra per dominare il gioco, che i giocatori andavano fatti giocare nei ruoli migliori possibili rispetto alle caratteristiche e che gli esperimenti si fanno se la rosa è deficitaria, non completa e di qualità.

A fine settembre, come ho sottolineato più volte, se si vede un Bonucci irriconoscibile, così come Biglia, Kessié con la lingua di fuori, Calhanoglu e Silva sempre più spaesati e trattati come Mauri e Paletta, cioè già ai margini, qualcosa non ha funzionato.

Se oggi il Milan alla prima difficoltà si scioglie come neve al sole, non ha la grinta di ribaltare con ferocia agonistica e tecnica uno 0-1 contro la Samp, è difficile dare delle pippe a Rodriguez o Kalinic: è la mano del tecnico che non c'è, perché ha gettato al vento i primi due mesi, non ha impresso alcuna svolta, non ha creato un gioco d'attacco e Bonucci Romagnoli e Musacchio da difesa tra le più forti d'Europa stanno passando per degli scolapasta.

La realtà grama però è questa e credo la qualificazione in CL sia già in discussione seria. Ma fingendo che Roma ed Inter siano davvero le partite chiave per sapere se ce la faremo provo a guardare le possibilità che abbiamo di vincerle entrambe: due pareggi non sono contemplati.

Con la squadra vista finora le possibilità sono a zero.
Roma molto organizzata nonostante le cessioni (tipo Lazio e Samp per intenderci). Inter con un fattore C spaventoso, Spalletti vero allenatore e due davanti che noi ci scordiamo (Perisic ed Icardi).

Il tecnico difficilmente fornirà soluzioni perchè non ha materialmente tempo, resta da schierare la miglior formazione possibile non considerando nemmeno elementi quali Zapata, Abate o Montolivo, a meno di un'epidemia negli spogliatoi!
A questo c'è da augurarsi un 4-2-3-1 con giocatori inferociti agonisticamente e niente affatto desiderosi di essere considerati spacciati, quindi col desiderio feroce di mangiarsi gli avversari.

Come ad agosto quando tutti facevamo lo stesso sogno...