Voglio ricordare l'atmosfera, ed i risultati delle due Mianesi, dello scorso 24 settembre, per dare due collocazioni temporali : i cugini iniziano una cavalcata inarrestabile, sotto la guida di Spalletti, capace di resuscitare giocatori dimenticati come Nagatomo e D'Ambrosio, che segnera' il gol decisivo quella domenica. Montella, all'opposto, dopo aver affossato Bacca e Niang la stagione precedente, porta il Milan nel baratro di 6 sconfitte inaccettabili, depauperando totalmente i Biglia, i Kessie, i Rodriguez...

Mi trovavo per motivi di lavoro a San Siro a vedere l'Inter. Arrivai allo stadio con largo anticipo, mentre (inizio 12,30) si stava consumando il disastro sportivo del Milan a Marassi. Un'atmosfera surreale, mi sembrava di essere stato caltapultato in un'altra dimensione : San Siro completamente nerazzurra, il Milan che veniva annientato dalla Samp, surclassato, senza un'idea di gioco che non possiede nemmeno ora dopo due mesi di sberloni, di closing infiniti, di cinesi senza denari che cercano soci come Berlusconi, di voluntary agreement che non e' passato perche' ritenuto una barzelletta.

L'Inter gioco' una partita inguardabile, quasi peggio del Milan, ma senza subire mai, come adesso. E all'87mo D'Ambrosio la mise dentro. 1-0 come tante volte, senza subire gol, senza esaltare, ma sempre imperforabili.

Non volevo credere che Nagatomo fosse meglio di Rodriguez, che Skryniar fosse molto piu' forte di Bonucci, che Miranda non fa un errore da 20 partite e Romagnoli ne ha fatti almeno sei decisivi. Non volevo credere che il barbuto Valero fosse infinitamente piu' utile di Biglia, che Vecino fosse rispetto a Calhanoglu un fuoriclasse, subito determinante per gli equilibri nerazzurri.

Avevo l'emicrania quel giorno al secondo anello, non ci volevo credere.

Eppure non ebbi mai la sensazione di un episodio : capivo che il Milan era quello, che nelle amichevoli estive, quelle in EL, col Crotone si era travestito da squadra vera e spettacolare senza essere, ne' squadra, ne' spettacolare, e men che meno  pratica e vincente come l'Inter.

Sono passati due mesi. Altre sconfitte lancinanti. Settimi in classifica, zero possibilita' di finire quarti. Le sbandierate dichiarazioni di Fassone stoppate clamorosamente dai fatti, i fatti dell'UEFA che ha detto di ripassare quando avranno un piano serio, quelli del NYT che smaschera una proprieta' senza una lira se non prestata, quelli di Li che cerca soldi e soci.

Tutto e' cambiato perche' non cambiasse niente. Dal faccione rassicurante di Berlusconi che ci ha aperto le porte di questa voragine sei anni fa, siamo a quello sinistro di Li, che sembra gia' evaporato.

Siamo lontani, lontanissimi dai nostri obiettivi, con un giullare in panchina e un gruppo di giocatori che non sanno cosa fare.