Stavo riguardando con un po' di groppo alla gola, confesso, qualche gol del magnifico Gunnar Nordhal nel Milan anni '50.

In vista di questo derby che definire delicato è poco, infatti, mi tornano alla memoria i nostri padri, anche se non ero ancora nato. Ma e' proprio dal mio di padre che apprendo quanto spensierato fosse il Milan di quegli anni, il Milan del trio svedese con Gren e Il Barone.

So che il Pompiere segno' subito in serie A poche ore dopo il suo acquisto. Segno' la prima delle sue 225 reti con la maglia rossonera! Cifre da brividi, gente davvero di altri tempi, lontana dal protagonismo, dalle messe in piega forbite, dai tatuaggi. Gente che badava al sodo e faceva il proprio mestire con dedizione e spensieratezza.

Con un centravanti poderoso e col fiuto incredibile del gol, il Milan partiva sempre col 50% della vittoria in tasca.

Gli avversari non avevano modo di contenere o marcare questo treno merci del nord, e prendevano valanghe di gol.

Vorrei che il Milan attuale, in cui la maggior parte dei giocatori non sa nemmeno chi sia stato lo Svedese, si guardasse cinque minuti di video che ritragga le gesta di Gunnar. Non per imitarlo, ma per comprendere.

Comprendere chi siamo, cosa vuol dire avere il DNA del Milan, comprendere che le squadre che hanno fatto la leggenda del calcio sono poche ed il Milan e' sicuramente la piu' importante.

Capire che in campo ci si va per sputare sangue, che quando un avversario vede rossonero deve non solo avere rispetto, ma tremare, non essere piu' cosi' sicuro, perche' e' proprio dal timore e rispetto che gli altri hanno sempre avuto che abbiamo fondato la nostra storia irripetibile.

Abbiamo l'occasione unica di lasciarci alle spalle Galliani per sempre.

Cominciamo dall'Inter!