Risultato giustissimo, punto! 
Il Napoli, pur non esprimendo il suo solito calcio spumeggiante e senza creare grandissime occasioni da gol, ha cercato di vincere la partita più della Juventus, che invece ha giocato sin dal primo minuto con l'obiettivo di portare a casa lo 0-0.

Questa sconfitta arriva dopo che i bianconeri nell'ultimo mese avevano spesso offerto scialbe prestazioni, in particolar modo in occasione dei pareggi contro Spal e Crotone, quattro punti persi che a questo punto rischiano di pesare tantissimo da qui alla fine del campionato, con un calendario ora di gran lunga peggiore rispetto a quello del Napoli.
Sicuramente il problema principale va individuato nella scadente condizione fisica in cui versa gran parte della squadra, ma sarebbe riduttivo fermarsi qui senza cercare altre spiegazioni. Da stasera infatti anche i più strenui difensori del modo di giocare di Allegri, ossia di badare sempre al risultato con il minimo sforzo, forse avranno qualche certezza in meno: molte delle vittorie ottenute dalla Juventus negli ultimi tre anni sono state raggiunte grazie ai colpi dei singoli, a volte anche con una buona dose di fortuna (basti pensare alla rete di Zaza in Juventus-Napoli di due anni fa), passando il resto della partita ad amministrare e a chiudersi in difesa, senza mai imbastire grandi trame di gioco offensive.
Finché i risultati ti danno ragione tutto bene, ma non appena questi vengono meno inevitabilmente emergono i limiti di questa filosofia, eccessivamente orientata al conservativismo.
Per questo ed altri motivi, la sconfitta di stasera non può essere considerata come frutto della casualità; se poi a ciò si aggiunge una gestione dei cambi a dir poco discutibile (non mi so spiegare per quale motivo Allegri abbia deciso di togliere Douglas Costa, l'unico giocatore in grado di impensierire la difesa del Napoli), e l'ennesima prestazione deprimente di Dybala e Higuain, i due uomini più rappresentativi di questa squadra, il risultato non può che essere questo.

Personalmente, ritengo che sia giunto per la società il momento di interrogarsi su quanto sia opportuno proseguire con Allegri anche nella prossima stagione, indipendentemente da quello che sarà il risultato finale. Sia chiaro, le colpe non sono solamente sue, ma se si vuol finalmente fare un salto di qualità dal punto di vista del gioco, soprattutto in ambito europeo, è arrivato il momento di chiudere questo rapporto che dura da quattro anni e oramai non più saldo come prima.
Oltre a questo, come ho sempre detto, occorre che la società, oltre a ringiovanire la rosa, faccia una campagna acquisti completa, per far sì che il futuro allenatore possa schierare un undici di livello internazionale.
Ripartire dopo aver fatto una simile rivoluzione non sarà semplice, ma ciò sarà inevitabile per gettare le basi dei futuri successi bianconeri.