Nulla da dire sulla prestazione, la Juventus è stata grandiosa.
Con una grande prova di carattere e orgoglio i bianconeri sono giunti ad un passo dal compiere da un'impresa che sarebbe stata leggendaria. Allegri è stato perfetto, ha azzeccato tutte le mosse, e francamente risulta difficile trovare qualcuno che non sia stato all'altezza della situazione.
Paradossalmente, l'assenza di Dybala è stata benevola, in quanto ha permesso di giocare con il 4-3-3, con Douglas Costa (devastante) libero di svariare sulla fascia destra, e con Mandzukic, pronto dall'altro lato a raccogliere gli assist e ad insaccare in rete per i primi due goal. Allo stesso modo, la Juventus è stata perfetta anche dal punto di vista della gestione: non si è fatta prendere dalla frenesia di voler ribaltare il risultato nel minor tempo possibile ma, come la Roma contro il Barcellona, ha trovato il gol subito, poi con pazienza ha atteso a tratti il Real nella sua metà campo per poi colpire al momento opportuno. Se proprio vogliamo imputare qualcosa, possiamo dire che forse bisognava cercare di fare il quarto gol con maggiore insistenza, in quanto ai supplementari probabilmente il Real avrebbe avuto più energie da spendere.

Uscire in questo modo fa molto male. Possiamo discutere sull'opportunità di dare quel rigore (non netto ma neppure scandaloso), se a parti invertite sarebbe stato fischiato, ma a mio avviso non è stasera che la Juventus deve recriminare; a pesare sono stati gli episodi accaduti nelle precedenti sfide di Champions. Chiaramente ha pesato tantissimo il risultato dell'andata: nessuna squadra al mondo può permettersi di regalare in quel modo due gol al Real Madrid e a Cristiano Ronaldo (nonostante quella rovesciata sia uno dei gesti tecnici più belli di sempre). Ma a pesare sull'esito di questo doppio confronto è stata anche la sfida di ritorno degli ottavi a Wembley contro il Tottenham: la Juve alla fine raggiunse la qualificazione, ma lo fece a carissimo prezzo: durante la prima ora di gioco, di fatto non giocata dai bianconeri, metà dei giocatori fu costretta a spendere un cartellino giallo per fermare i giocatori londinesi che sembravano più in palla; tra questi c'erano Benatia e Pjanic, che, diffidati, hanno poi dovuto saltare la sfida di andata dei quarti allo Stadium.
Si disse, dopo aver ammirato Cristiano Ronaldo ed un Real che sembrava superiore di tre categorie, che anche con loro in campo il risultato sarebbe stato il medesimo. Vista la partita di stasera, direi che non si può dire così: quelle due assenze nella partita di andata hanno pesato moltissimo; Benatia avrebbe tenuto testa all'attacco del Real sicuramente meglio di un Barzagli oramai sulla via del tramonto, mentre Pjanic avrebbe consentito ad Allegri di giocare con tre centrocampisti, cosa fondamentale per affrontare meglio l'avversario.

La Juve esce dalla Champions con la consapevolezza che il divario tra lei e le big d'Europa è meno ampio di quanto si pensasse dopo la partita di andata.
Sia chiaro, il Real le rimane superiore, ed è difficile colmare il gap cedendo ogni anno un pezzo da novanta per fare un grande mercato, ma, quantomeno, c'è stata la dimostrazione che, almeno nel doppio confronto, può esserci storia. Vedendo come sono andate le altre sfide dei quarti, qualsiasi altro avversario sarebbe stato migliore da affrontare, ma non ci si può sempre appellare alla malasorte. Bisogna ripartire da questa prestazione per riprovarci il prossimo anno, magari sperando in una campagna acquisti finalmente completa e in una maggiore attenzione alla cura dei dettagli nelle partite che contano, perché, si sa, in Champions questi fanno quasi sempre la differenza.