Inutile negarlo, nell'ambiente juventino lo scetticismo regna sovrano intorno alle possibilità che Maurizio Sarri possa davvero fare meglio di Allegri e far fare alla Juventus l'ultimo e definitivo salto di qualità a livello europeo.
Si tratta di un sentimento dettato da svariati motivi: c'è chi lo considera inadatto perché non in linea con lo stile Juventus, chi non gli perdona il suo passato al Napoli, dove non perdeva occasione per lanciare frecciate ai bianconeri, chi non è soddisfatto del suo arrivo semplicemente per aver pregustato l'arrivo di Guardiola, che fa inevitabilmente apparire come un ripiego qualsiasi altro allenatore. 

Comunque la si veda, una cosa è certa: si tratta di una mossa certamente coraggiosa che nelle intenzioni della società dovrebbe segnare una rottura con il passato bianconero e soprattutto con la gestione di Allegri, le cui tattiche eccessivamente difensiviste si sono rivelate inadeguate a livello europeo.
Tutto ciò presuppone un radicale cambio di DNA, che per essere portato a termine necessita inevitabilmente di tempo e pazienza. Ed è proprio qui che la società dovrà fare del suo meglio per garantire a Sarri la necessaria fiducia e tranquillità per portare avanti questo nuovo progetto: anzitutto il tecnico toscano dovrà essere lasciato libero di lavorare come meglio crede, senza eccessive pressioni (pur dovendo chiaramente evitare alcuni strafalcioni in conferenza stampa), ma soprattutto la società dovrà prendere le sue difese qualora i risultati, almeno inizialmente, non dovessero arrivare; i trascorsi di Sarri infatti dicono che le sue squadre  per perfezionare i meccanismi di gioco impiegano qualche giornata, e questo potrebbe non andar giù ad una tifoseria abituata a vincere sempre ogni partita e da sempre fedele al famoso motto bonipertiano.

La rivoluzione passerà anche da questo, perché cambiare mentalità è un processo che richiede inevitabilmente tempo, e anche l'ambiente dovrà fare la sua parte e capire che pur dovendo pazientare si possono ottenere risultati anche esprimendo un calcio piacevole, cosa che specialmente a livello europeo spesso paga.