Mauro Icardi arriva all'Inter nell'estate del 2013 quando ha appena vent'anni. Gli inizi, complici infortuni e storie extra-campo, non sono facili, ma già dalla stagione 2014/2015 le cose migliorano. Icardi segna 22 gol in campionato e si laurea, in ex-aequo con Luca Toni, capocannoniere della Serie A. 

La stagione successiva l'allora allenatore dell'Inter Roberto Mancini decide che Mauro Icardi sarà il capitano della sua Inter; la squadra che avrebbe dovuto riportare in alto i gloriosi colori della beneamata. A soli 22 anni Icardi si ritrova capitano dell'Inter in uno spogliatoio in cui ci sono sì 10 nuovi acquisti, ma in cui ci sono senatori del calibro di Handanovic e Palacio, sicuramente più avvezzi del bomber rosarino all'ambiente Inter.

Questa legittimazione forzata porta lo spogliatoio a non riconoscere Icardi come vero capitano; tant'è che, mentre lo spogliatoio va sfasciandosi, Icardi non ha quella leadership interna tale da impedire che si formino clan e che si metta in discussione l'allenatore. La stagione 2015-2016 si conclude con l'Inter al quarto posto ed Icardi a quota 16 gol.

La stagione successiva, quella conclusasi a Maggio, vede ancora Icardi capitano e fresco di rinnovo milionario. Come nella stagione precedente l'attaccante non riesce ad imporre la propria personalità e lui per primo sembra sempre essere concentrato più su se stesso e sul suo score, che non sul risultato della squadra. A questo si aggiunge l'uscita della biografia con conseguente litigio con la curva, che costa all'Inter 3 punti in casa con il Cagliari ("una volta ho messo 2 fisso a Inter-Cagliari...").

Nel susseguirsi di allenatori Icardi sembra sempre essere chiuso nel suo mondo, sembra sempre mettere lui davanti alla squadra, cosa che un capitano con la C maiuscola non deve mai fare. La stagione termina con Icardi che segna ben 24 gol, ma con l'Inter settima e ridotta ad una polveriera.

Nella stagione in corso Icardi è arrivato alla piena maturazione. Ora appare davvero come leader riconosciuto da tutto lo spogliatoio e lui stesso è perfettamente consapevole di che cosa sia il mondo-Inter e del fatto che l'Inter sia al di sopra dei singoli che la compongono. Anche in campo, grazie al mago di Certaldo, Icardi è dentro la manovra, non ne è solo il terminale. Il rapporto con la curva è ancora teso, ma ci sono spiragli di riconciliazione.

L'Inter ha finalmente il suo capitano, il capitano che merita. Considerando ciò che è avvenuto a Genova, dove De Rossi, capitano,romano e romanista, si fa espellere per un'ingenuità che costa 2 punti alla sua squadra e ciò che avviene dall'altra parte del Naviglio dove c'è un capitano imposto dalla società e non riconosciuto dai compagni, l'Inter e gli interisti devono sentirsi onorati di avere un capitano come Icardi.