"Uno schiaffo salutare". Quante volte abbiamo sentito questa frase? Sembra una frase fatta o qualcosa per giustificare una difficoltà, ma personalmente non la penso così. Penso piuttosto che ogni tanto una battuta d’arresto serva a farci tornare sul pianeta terra, ci fa capire che nulla ci è dovuto, che puoi avere pure un talento infinito, ma senza corsa, sacrificio e sudore non vai da nessuna parte. La partita preoccupa poco chi sa analizzarla, si capisce che si tratta di un episodio. Nonostante non sia stata la prestazione più brillante (anzi) della Juve, il match è stato dominato, con un gol subito generato da distrazione (molli in difesa) e casualità (quel pallone che rimane in campo sembra quasi una beffa alle leggi della fisica). Douglas Costa irriconoscibile (ma era un mese che non vedeva il campo), Dybala impreciso (appena tornato e per giunta acciaccato dalle trasferte sudamericane), Mandzukic ed altri impacciati (sappiamo come sono le partite dopo le soste). Insomma, non creiamo drammi dove non ci sono. Ma una cosa è positiva in un pomeriggio negativo, oltre allo schiaffo che ci aiuterà a tenerci svegli in altre partite simili: vedere questa rabbia che fa considerare un pareggio come una sconfitta, dopo dieci vittorie di fila, dopo 7 anni come quelli appena vissuti, la dice lunga sulla fame e la mentalità di questa squadra e della sua gente.

Il discorso sulla tenuta difensiva, in particolar modo di Bonucci, e l'utilità di Mandzukic lasciano il tempo che trovano. Il problema non è la capacità o meno di difendere, ma la concentrazione che si adopera nel farlo. A chi ha dubbi sulle abilità difensive del figliol prodigo con la maglia 19 consiglio di guardare il suo rendimento nei big match (punto più alto la trasferta di Barcellona a reti bianche del 2017), chi ha dubbi sul croato invece provi a pesare i suoi gol invece di contarli. In quante partite delle scorse stagioni, quando la palla scottava, Mandukic ha timbrato il cartellino mentre gente del calibro di Dybala ed Higuain si clissavano fino a scomparire dal campo? La squadra ci sta, è forte e composta da ottimi uomini (uomini appunto e non macchine), era impensabile vincerle tutte e partite come queste servono a far tornare alta l'attenzione.