“Salvate il suo sorriso, non ha vent’anni ancora”, cantava Fabrizio De Andrè nel lontano 1966.
Geordie, a cui è dedicata la canzone che prende il suo nome, era un giovane colpevole di un crimine e pertanto condannato all’impiccagione, protagonista di un’antica ballata britannica nata intorno al XVI secolo.

In questa storia però non si parla di crimini e morte, ma solo di un giovane che come Geordie questi famosi vent’anni ancora non li ha. È la storia di Luka Romero Bezzana, attaccante argentino, ma nato a Durango, in Messico, il 18 novembre del 2004, che con i suoi 17 anni e 357 giorni è il secondo marcatore più giovane della storia della Lazio in Serie A, dopo Alessandro Capponi (17, 129).
Nel 2011 si è trasferito in Spagna con tutta la famiglia, di cui fanno parte il padre, ex calciatore argentino di nome Diego Romero, e il fratello gemello, anch’egli giocatore di calcio ma nel ruolo di portiere, ed è entrato a far parte delle giovanili del Sant Jordi. Nel 2015 acquisisce il passaporto spagnolo e viene acquistato dal Maiorca, che lo inserisce nel proprio settore giovanile. Il 25 giugno 2020, grazie all'ingresso negli ultimi minuti di gioco della gara persa 2-0 contro il Real Madrid al Santiago Bernabeu, è diventato a 15 anni e 219 giorni il più giovane calciatore a giocare nella Primera División, superando il precedente record di Francisco Bao Rodríguez. Solo pochi mesi dopo, il 29 novembre 2020, segnerà la sua prima rete tra i professionisti nel successo per 4-0 contro l'UD Logroñés. Romero aveva 16 anni e 11 giorni e diventa così il marcatore più giovane nella storia del club maiorchino.
A luglio 2021, si trasferisce finalmente alla Lazio. Viene accolto dai tifosi con particolare entusiasmo: i video delle giocate di quello che è sempre sembrato un vero e proprio talento cristallino avevano già iniziato a fare il giro del mondo, arrivando anche nella Capitale, e il soprannome “Mini Messi”, che gli era stato affibbiato negli anni al Maiorca, di certo non lo faceva passare inosservato. Il successivo 28 agosto fa il suo esordio in Serie A con la maglia della Lazio nella gara casalinga contro lo Spezia, diventando il più giovane esordiente in A nella storia della Lazio a 16 anni, 9 mesi e 10 giorni. Il 18 gennaio esordisce in Coppa Italia. Chiuderà la sua prima stagione in Italia con nove presenze. Il 15 settembre 2022, al 76' della trasferta di Europa League in casa del Midtjylland, subentra a Ciro Immobile, registrando così anche il suo esordio in una competizione europea.
Dopo aver fatto parlare di sé in Spagna battendo record su record, decide di lasciare il segno anche in Serie A, diventando il primo giocatore nato dopo il 1° gennaio 2004 a segnare nel nostro campionato italiano. È proprio la sua rete che decide il match di ieri, 10 novembre, contro il Monza, una vittoria che ha consegnato alla prima squadra della Capitale, allenata da Maurizio Sarri, tre punti importantissimi, che le consentono di volare al secondo posto in classifica, raggiungendo il Milan a 30 punti.
Il giovane argentino ha però dovuto sudarsi la possibilità di giocare un intero secondo tempo di partita. Infatti, prima di ieri, Romero non aveva trovato molto spazio, anche a causa delle gerarchie decise dal Mister Sarri, che infatti gli aveva sempre preferito l’altra giovane riserva di attacco, Mattia Cancellieri, 20 anni compiuti a febbraio di quest’anno. Con la decisione di tenere l’appena rientrato dall’infortunio e capitano Ciro Immobile in panchina e di non rischiarlo come titolare, anche in vista della fondamentale partita contro la Juventus che si giocherà domenica sera, la seconda scelta della giornata era proprio Luka Romero, che ha potuto dimostrare quella grande voglia di giocare e di aiutare la squadra di cui parlava lui stesso nel post partita di Lazio-Midtjylland:

Tutti i giocatori vogliono giocare, anche i giovani. Ho molta fame e quando entro in campo voglio fare il meglio possibile".

Oltre all’irrefrenabile desiderio di voler mostrare e dimostrare il talento di cui tanto si parla, non passa inosservata anche la volontà di mettersi a disposizione della squadra, con cui il ragazzo ha un rapporto a dir poco speciale. Lo si può notare nelle parole del suo compagno di squadra Pedro nel post-partita di ieri:

«Sono molto contento per lui. Luka è un grande talento e oggi ha fatto benissimo. Poi è il mio compagno di camera. Posso dire che ha una grande mentalità e tanta testa. Nella vita di tutti i giorni è molto timido, ma in campo si trasforma. Penso che abbia di fronte a sé un grande futuro e meriterebbe di giocare di più. Ascolta i miei consigli e lavora per migliorare sempre».

Parole importanti che un campione del mondo e d’Europa come Pedro non riserverebbe ad uno qualsiasi. Parole ricche di ammirazione per quello che viene trattato da tutti come un diamante grezzo, preziosissimo ma molto delicato, che va valorizzato ma trattato con cura per non fargli perdere quella lucentezza unica. Il bambin prodigio che per i compagni di squadra più grandi di età e in esperienza può essere considerato come un fratello minore o un figlio, come lo chiama proprio Sergej Milinković-Savić nella descrizione della foto pubblicata su Instagram dopo la partita (“Contento per te figlio mio!”) che lo raffigura mentre avvicina Romero a sé per abbracciarlo, tenendogli una mano sulla testa in un gesto particolarmente premuroso. Molto romantica è anche la corsa del giovane attaccante che, subito dopo aver esultato con la squadra per il goal, riserva parte della sua felicità a Luis Alberto, che ieri sedeva in panchina, correndo verso di lui con gli occhi lucidi, un sorriso a trentadue denti e le braccia già aperte per farsi accogliere dallo spagnolo, che lo prende in braccio come farebbe un qualsiasi padre con suo figlio. E ancora, di nuovo su Instagram, arrivano anche i complimenti direttamente dal capitano Ciro Immobile, che dedica una Instagram Story proprio a lui, definendolo “il nostro niño”.

Tutto ciò dimostra non solo un grande affetto nei suoi confronti da parte di tutti i compagni di squadra, ma anche l’importanza che questo giovanissimo ha all’interno dello spogliatoio, importanza che gli viene naturalmente concessa perché non è scontato, soprattutto a quest’età, una così dirompente e irrefrenabile voglia di fare e di mettersi in gioco, accompagnata da un'immensa voglia di imparare e di migliorarsi, segno di una mentalità matura e centrata. È infatti la base fondamentale per diventare un calciatore di successo, dato che come la storia del calcio ha insegnato negli anni, il talento, anche se puro e cristallino, non basta mai se manca lo spirito di sacrificio nei confronti degli altri e di sè stessi e un temperamento, stabile, equilibrato e solido come il suo. Qualità che, quando assenti, hanno causato lo spreco di centinaia di giovani talenti sciupati e mai arrivati al successo. Qualità che, anche quando sono presenti, spesso è molto facile perdere, soprattutto quando la fama e il godimento di essa arrivano di colpo quando si è ancora in giovanissima età. Ecco perché Maurizio Sarri decide di avvertire tutti di mantenere cautela dopo gli innumerevoli complimenti che Romero sta ricevendo, lanciando un importante messaggio per tutti i giovani nell’intervista di ieri nel post-partita:

“(…) Per lui è importante, io ne parlo poco perché sta facendo un percorso e più lo fa nell'ombra meglio è. (…) In campo lo chiamo niño, sta facendo un percorso e più sta lontano dai riflettori meglio sarà per lui.”

Innegabile è il fatto che la storia più bella della serata di ieri, tanto delicata e importante per la Lazio, che valeva la pena raccontare è proprio questa, la storia di Luka Romero Bezzana da Durango. A 17 anni e 357 giorni, a 8 giorni dal suo 18esimo compleanno ci regala l’immagine più bella della serata, l’immagine di un sorriso da salvare di uno che non ha ancora vent’anni.