Mario Balotelli è stato mai come quest'anno "uomo nero". E' una definizione abbastanza ambigua e fraintendibile, ma no, sarà tutt'altro che un pezzo offensivo di quelli che fungono da presupposto per sfociare in patetiche e preoccupanti battute razziali,anzi. Anche perchè, a distanza di anni, con orgoglio difendo ancora a spada tratta questo signore qui, nonostante tutto, e non provo imbarazzo a confessare tutta la mia ammirazione nei suoi confronti. Non di certo per la cresta o per un carattere tutt'altro che facile, quanto per quel piede destro che è sempre un piacere per gli occhi. Uomo nero in che senso? "SuperMario" avrebbe dovuto rappresentare, in questa finestra estiva di calciomercato, uno degli uomini più discussi,più chiacchierati, specialmente per ciò che concerne il panorama calcistico nostrano, dal momento che molte squadre di Serie A avevano lasciato intendere di voler puntare su di lui, ancora una volta...forse perchè oscurato da colpi di mercato fuori dall'immaginario collettivo qualcuno, a soli due giorni dalla chiusura del mercato, sembra essersi dimenticato di lui, che così fuori dalla scena e dagli occhi del pubblico non è che proprio sia di casa, ecco. O semplicemente questo qualcuno è ancora alle prese col dilemma esistenziale, con l'oscillare del ciondolo che deciderà se ne vale ancora la pena o no.

 

CERTI TRENI PASSANO SOLO UNA VOLTA, FORSE...18 Agosto, ore 17 in punto, stazione centrale di Nizza. Il capostazione ha ormai da tempo il fischietto in bocca, i passeggeri sono ormai a bordo. Il treno proveniente dall'Italia sta dunque per fare ritorno in patria. Il pilota scalpita dall'azionare il motore e sfrecciare verso casa, perchè di tempo in fondo se n'è perso anche troppo. 18 Agosto, ore 17 e qualche minuto, Mario deve fare la scelta più importante della sua vita, l'ennesima, che probabilmente può condizionare la sua vita ancora più dell'irrisorvibile quesito di in che discoteca passare la serata, più della complicatissima scelta del nuovo taglio di capelli. Poi si sa, a ognuno le sue priorità, ma fino a un certo punto. Si chiede ora se salirci o no su quel dannato treno, se anche per lui ne vale la pena. A Nizza non gli va per nulla male eh, che si sappia, e inoltre non è mai stato uno di quelli che fanno della lontananza da casa una sofferenza di quelle insostenibili, sia chiaro. Ma ora il passato sembra bussare di nuovo alla sua porta, come un fulmine a ciel sereno, come un fantasma, che gli offre come di consueto la stessa possibilità e lo pone dinanzi a un bivio, che più che un bivio è un vero e proprio labirinto di dubbi e pensieri. Quel treno Balo lo conosce anche fin troppo bene. Per lui il detto che recita "certi treni passano solo una volta" non vale, forse ciò che gli si addice di più è il vero di Venditti "Certi amori non finiscono...". Il giro immenso prima di passare da lì quel treno l'ha fatto, è tornato, ma questa potrebbe essere davvero l'ultimissima volta. E c'è dell'altro: i primi vagoni, quelli riservati alla "elite", quelli di prima classe in cui MArio era abituato a viaggiare sono già tutti occupati, ormai è tardi. I vagoni dai quali, a causa di qualche screzio con gli altri passeggeri, a causa di qualche sigaretta di troppo quando non si può, a causa della musica troppo alta SuperMario era stato più volte indotto a scendere. Se vuole davvero andare incontro al passato e non voltargli le spalle, dovrà accontentarsi di stare qualche vagone più dietro, non una super economy, ma comunque una seconda classe con gente anche abbastanza comune. Balo riflette e pensa "chi se ne va sa da cosa fugge ma non sa a cosa va incontro" e allora pensa che gli ultimi due anni lì gli sono davvero tornati utili per maturare un pochino e dimostrare qualcosa. Poi di nuovo il passato, ancora più intrigante di prima gli mette fretta, lo costringe a scegliere. La celebre canzone della Cuccarini, quella che fa "ti prego resta sempre bambino", deve averla presa troppo alla lettera e deve averne fatto una sorta di inno alla vita, una filosofia a cui fare riferimento. Perchè Balo è uno che di mattoncini ne ha assemblati tanti, ha sempre dato l'impressione di volerlo e poterlo costruire quel maledetto castello. Poi, puntualmente, un'ingenuità, un errore di calcolo o una distrazione ed ecco che crolla di nuovo tutto. A Nizza Mario un castello non l'ha ancora costuito ma un bell'agriturismo, quello sì. Potrebbe fermarsi lì, chi si accontenta gode alla fine. Ma chi rischia, vince e chi vince gode ancora di più. Perciò prendilo quel treno, anche in super economy, con i bambini che fanno chiasso o l'anziano di turno che ti chiede di stare vicino al finestrino. Continua ciò che già hai costruito in questi due anni, fanne tesoro, e una volta per tutte, cresci e dimostra chi sei, o meglio, chi puoi essere, soltanto volendolo!

MA ALLA FINE, A CHI CONVIENE DAVVERO? Forse perchè sognatore, romantico, non voglio rassegnarmi al fatto che questo giocatore non riesca a far bene in patria. Perciò a mio avviso, se quel vagone si chiamasse Fiorentina, Sampdoria o al massimo Torino, converrebbe anzitutto a lui. E' vero che come ho già detto, a Nizza ci sta anche bene, lì ha anche più occasione di spiccare e far parlare di sè, come d'altronde scritto nel suo corredo cromosomico. Ma di fornte ai due piatti della bilancia scelgo ancora una volta la competitività del nostro campionato, in cui per far bene devi correre sul serio, saper aggirare i difensori, devi saperti inventare la giocata per smuovere l'eccessiva immobilità conferita dalla tattica e cambiare le sorti della partita, devi saper gestire il costante fiato sul collo dei difensori, continuando a inseguire il pallone anche di fronte alla possibilità di prendere botte. E lui è uno che di botte,anche per il modo di giocare che lo contraddistingue, ne sa qualcosa in più degli altri. Tanto impegno e dedizione, con questi requisiti si fa bene ovunque, specialmente se ti chiami MArio Balotelli. Quindi sì, fossi in lui rischierei, per una squadra di medio-alta classifica sì, vuoi mettere...e poi c'è da dire che se davvero ritornasse sui suoi vecchi passi e lo facesse qui da noi, le porte azzurre non è che si aprirebbero, si spalancherebbero proprio, con tanto di tappeto rosso e trombe che ne celebrano l'arrivo. Il bidello Roberto è uno che ha sempre dimostrato di voler aspettare Mario più degli altri bambini, e ha il più delle volte scelto di mantenere il cancello aperto apposta per lui, anche a lezione iniziata. Perchè tra i suoi compagni di classe, Ciro e Andrea su tutti sono due che finchè nelle loro case, sono due bambini eccezionali, specilamente il primo, ma che una volta a scuola, per timidezza o mancanza di ambientamento non riescono ad esprimersi al meglio. Lui si. Mario Balotelli non è mai stato uno che ti rincorreva per chilometri nel tentativo di sradicarti il pallone e nemmeno uno che se non gli passavi la palla diventava nero (questa me la potevo anche risparmiare) dalla rabbia, non ha quasi mai esultato per un gol, ha sempre lasciato che bollisse tutto dentro di sè, senza far trasparire nulla. Ma la partita te la cambiava sì, con una giocata sola, un tiro da fuori, un passaggio illuminante, anche con un semplice smarcamento, la partita te la cambiava. Incisività, decisività, cinicità. Forse cercavi: "centravanti di razza", tutto quel che ci ha condannato nove mesi fa ormai e ci ha buttati fuori dal mondiale. Chissà in quanti se lo sono chiesti, quanto sarebbe stato utile portarsi dietro lui, dargli fiducia, probabilmente è un pensiero che sarà passato per la mente a un po' tutti, forse anche la sua, che per una volta nella vita quella partita l'avrebbe giocata con la voglia di spaccare il mondo, come d'altra parte tutti, ma con il suo saperci fare...chissà...

Ormai ne ho fatto quasi un'accanita campagna promozionale, a momenti mi immagino col telefono in mano che cerco di proporlo a qualcuno. Ma evidentemente ci credo sul serio al fatto che possa tornare com'era e possa farlo qui. Chiamatemi scemo. Fiorentina, Samp e Torino su tutte, fatevi avanti, per lui e soprattutto per voi. Prendetelo con le pinze ma prendetelo. E fatelo anche per qualche instancabile sognatore come me. La Serie A chiama Balo (si spera), la promozione sta quasi per scadere. E se aspetta ancora finisce che trova occupato...