Pallone e cinema due mondi paralleli? Due rette che non si incontreranno mai? Due tessere incompatibili di un puzzle?
Non credo proprio.
Per prima cosa perché il calcio, così come il cinema, è la sintesi più rapida ed efficace del termine "spettacolo". I colpi di scena, gli intrecci clamorosi, le affascinanti storie d'amore e il divertimento ci hanno fatto innamorare di loro, che, checché se ne dica, sono più simili che mai.
Secondo, perché molti appassionati di calcio e viceversa, condividono entrambe le passioni e per loro, sacrificare uno a favore dell'altro, è, ancor prima di quella del vestito per le donne, la scelta più difficile del mondo, e parlo per esperienza personale.
Ho provato ad applicare una modestissima conoscenza del cinema improvvisandomi regista delle nostra Serie A. Perché fidatevi che, tra i due punti di vista "amore stasera al cinema danno il nuovo film di Di Caprio" e "no tesoro, stasera no, c'è il posticipo" esiste uno strettissimo collegamento, un filo invisibile che in gergo tecnico si definisce "priorità". Chi ne ha è avvantaggiato, agli altri sfortunati tocca invece scegliere. Ora silenzio, le luci calano, i cellulari adesso non strillano più come prima e aspettano, come di consueto, il momento migliore del film per farlo, tutto ciò che si respirerà, da ora ai titoli di coda, oltre alle emozioni ovviamente, sarà l'odore dei pop corn, piacevolissimo contorno a tutta l'atmosfera. Un'unica luce diretta allo schermo, si fa sempre più forte. E' il momento...Azione!

ATALANTA: "Ricomincio da tre". Il capolavoro con cui un giovanissimo Massimo Troisi si conquistava il successo di pubblico e critica, alla prima comparsa dietro la macchina da presa. Tre, come gli anni in cui questa squadra ha fatto meglio del previsto, stupendo tutti. Tre come i suoi top player, il solito Gomez, il neo acquisto Zapata e soprattutto la mente, l'estro e il genio di Gasperini. L'Atalanta riparte da qui

BOLOGNA: "Estremamente Pippo". Qualche presentazione in più a questo punto ci vuole. Questo cartone prodotto dalla Disney nel lontano 2000, ha ancora un significato particolare per molti bambini che hanno avuto l'opportunità di viverlo. Il protagonista, come è facilmente intuibile, è il celebre amico di Topolino, che si trova al timone di una divertentissima serie di avventure. Spettatori, riscontrata qualche affinità? Dopo un'ottimo anno in serie B al Venezia, Pippo Inzaghi torna in Serie A. La società che ha deciso di premiarlo riconoscendone i meriti è appunto il Bologna, la squadra che con più insistenza ha cercato la sua guida. Vai Pippo, stupiscici anche qui!

CAGLIARI E UDINESE: "Si salvi chi può". Proprio come nella ormai datata commedia francese, la "queste", "il santo graal" che accomuna le due squadre più di tutte è la salvezza. Perché come ogni anno, a febbraio o maggio che sia, ma sì prendiamocela comoda, saranno lì a giocarsi la permanenza a casa a suon di botta e risposta, come una partita di ping pong. Chi avrà la meglio?

CHIEVO: "I soliti (ig)noti": Per molti il più grande successo in salsa italiana, anche perché con un cast di attori da Gasmann a Totò, passando per Marcello Mastroianni, puoi solo bucare lo schermo, e guai se non fosse così. Anche la formazione di D'Anna gode dei suoi "soliti ignoti". A distanza di tre anni, manterrà infatti lo stesso assetto, quasi la stessa formazione, tra cui capitan Sorrentino, Birsa, Cacciatore, Gobbi ed Hetemaj. Sarà la forza della continuità, ma ancora una volta i giornalisti italiani non dovranno mangiarsi il cervello nel tentativo di designare la formazione titolare della squadra gialloblù.

EMPOLI, FROSINONE E SPAL: "Si accettano miracoli". Il film di Siani e Fabio De Luigi in verità, non è altro che una comica parodia dei valori religiosi. Per Empoli, Frosinone e Spal, due neopromosse e una quasi bocciata, si accettano miracoli sul serio. Sono forse le tre squadre che partono più indietro di tutte, al momento nient'altro che irrilevanti moscerini che cercano di sopravvivere più che di dare fastidio. Riamarranno tali o si evolveranno? Solo il campo può deciderlo.

FIORENTINA: "Immaturi". Il film di Ricky Memphis, Luca e Paolo tra gli altri, ci metto entrambe le mani sul fuoco che lo conosciamo tutti. Se così non fosse sono anche pronto a buttarmici tutto. Certo è che ancora una volta, la Viola è chiamata all'ennesimo esame di maturità, quello che stabilirà se la formazione di Pioli è cresciuta, anche solo di qualche centimetro, oppure se il segno sul muro è rimasto quello dello scorso anno e la attende il solito campionato di alti e bassi (più bassi che alti). Io sono fiducioso, dopo un mercato da big, come nel film la Fiorentina è davvero pronta a diventare "matura". Anche con un 60...

GENOA: "Un fantastico via vai". La pellicola di Pieraccioni è quella che più mi sembrava associabile alla squadra rossoblù. Non perché rappresenti la città genovese, devi essere per forza un porto di mare, non c'è scritto da nessuna parte. Eppure il Grifone quest'estate ha fatto proprio delle belle pulizie, un cambio di rotta decisivo (a proposito di porto di mare) che è coinciso con un andirivieni continuo, chi entra e chi esce, senza blocco alla dogana. Fuori Laxalt, Izzo e Perin per, mettetevi comodi, Piatek, Lopez, Romulo, Marchetti, Sandro, Criscito e tanta roba ancora. Credete possa bastare?

INTER: "Scusate il ritardo". Che mi piaccia Troisi, nonostante la mia giovane età, penso sia chiaro a tutti. In questo capolavoro (tanto per cambiare) Vincenzo, il protagonista, ci mette un bel po' a superare l'impaccio e la timidezza che gli impedivano di dichiarare i suoi sentimenti. Sembra fatto apposta, un titolo più azzeccato che sintetizzasse l'attuale situazione dei nerazzurri non ci poteva essere. Dopo anni, tranne in parte l'ultimo, passati a cullarsi nella mediocrità o comunque dove non compete per storia e tradizione a questa squadra, la qualificazione in Champions prima e l'eccellente campagna acquisti poi, sembra aver riportato l'inter dove merita ed è giusto che stia. Ancora una volta, grazie Massimo!

JUVENTUS: "Un matrimonio da favola", il solito aggrovigliato e intreccioso film di Vanzina datato 2014. Con la differenza che alla fine del film, l'annunciato matrimonio salta completamente, e a vincere è l'amicizia ritrovata tra vecchie conoscenze del liceo. Quello tra la Juve e Cristiano Ronaldo è stato un matrimonio di quelli con il "sì" e il riso in faccia all'uscita dalla chiesa. Un matrimonio, più  che mai, da favola!

LAZIO: "Insieme per forza". Questa volta viaggiamo oltremare, ad ovest, nella terra di Hollywood e degli oscar, dove il comico statunitense Adam Sandler è protagonista di questa commedia in cui l'ironia si intreccia e fa da contorno a una bella storia d'amore. Una storia d'amore destinata a durare ancora, proprio come quella tra la Lazio e il suo gioiello, la sua punta di diamante con la resistenza e la consistenza di una spada d'acciaio, un nome e due cognomi: Sergej Milinkovic Savic. La lazio non vuole privarsene, basti pensare che Lotito, uno che con le banconote ci dorme la notte abbracciato, di milioni ne ha rifiutati più di 100. La lazio e Milinkovic, insieme per forza, ancora una volta.

MILAN: "Amici come noi". Beh amici amici, come Pio e Amedeo nel film della loro consacrazione, Gattuso e Leonardo, per motivi vari, non lo sono mai stati. "Uomo di m***a" non è esattamente la più bella dichiarazione d'amore che si possa fare a qualcuno, specialmente da Ringhio, uno che non le manda a dire. Ma da un mesetto a questa parte, sembra che tra i due le cose stiano cambiando: entrambi, lasciandosi alle spalle qualche vecchio episodio, sembrano aver fatto un bel passo l'uno verso l'altro. Gattuso, con le scuse personali e la fiducia al neo direttore sportivo, a cui il tecnico calabrese sembra aver dato carta bianca sul mercato. Leonardo, con un mercato eccezionale, qualcosa di impensabile solo qualche settimana fa, dove un turbinio di dubbi e incertezze sul futuro investivano il diavolo. Un mercato che quindi sa tanto di "ok, scuse accettate". Nel finale i due comici pugliesi, dopo uno screzio, ritornano più amici di prima. Gattuso e Leonardo chissà, magari in futuro...

NAPOLI: "Caos calmo". Per uno scherzo del destino, Pietro, interpretato magistralmente da un certo Nanni Moretti, si trova a vivere in una situazione di stand by, di autoisolamento e appunto, di caos calmo. Come il mare ad agosto, quando le onde sono solo un lontano ricordo e niente può smuovere quella celeste massa d'acqua. L'estate del Napoli si preannunciava appunto piuttosto "caotica", per via del passaggio di testimone tra Sarri e Ancelotti, pronto a prendere le redini del club di De Laurentiis e accollarsi sulle spalle un mare di aspettative. E' stato un caos calmo, perché di botti estivi gli azzurri ne hanno vissuti pochissimi, se non fosse per qualche minicciciolo qua e là tanto per non rimanere in silenzio. Ora vedremo di che pasta (ad uno che piace la cucina come lui, è il massimo) è fatto Carletto.

PARMA: "Ma che bella sorpresa". Anche questo casca a pennello. Guido (che è poi Claudio Bisio), viene lasciato dalla sua ragazza, Anna, e ne conosce una più giovane che incarna tutti i suoi desideri. Se ne innamora all'istante, ci sta anche bene. Presto però comprende che la giovane ragazza non era altro che una fievole luce in mezzo al black out provocato dalla separazione con Anna, che, dopo numerosi tentativi, riesce di nuovo a far sua. Guido= Parma, Anna=Serie A, "ma che bella sorpresa" a significare che questa squadra, dopo qualche acquisto che per una neopromossa non è propriamente ordinaria amministrazione, nella massima serie ci è tornata per restarci. Sarà davvero la sorpresa del campionato?

ROMA: "La meglio gioventù". E quale se non questo? Il pallino di Monchi per i giovani è una cosa che sanno anche in Australia, anche i canguri lo sanno se glielo chiedi. L'impressione è che sul suo taccuino per gli over25 non ci sia proprio posto, fatta eccezione per qualche piccola occasione, tanto per non fare gli esagerati. In un paio d'anni ha fatto tesoro di questa filosofia, anzi, ha fatto tesoro di questo accanimento per instaurare a ROma una vera e propria linea verde, con tanti promettentissimi studenti e qualche esperto professore a completare il loro percorso di crescita. Dove li trova non si sa, certo è che ad oggi i giallorossi possono godere dei gioielli Kluivert, Cristante, Bianda, Zaniolo e Coric che vanno ad integrare una base già foltissima composta da Under, Schick, Karsdopr e Pellegrini. Nient'altro che future plusvalenze o prossime bandiere? Intanto Monchi già pensa al futuro e al futuro del futuro...

SAMPDORIA: "Fuga di cervell(i)o".  Nel film di Paolo Ruffini e Franck Matano, cinque amici decidono di partire per Oxford, in Inghilterra, ognuno per inseguire sogni ed esigenze diverse. In realtà tutti cervelloni non sono, anzi, diciamo che chi ha "partorito" questo titolo, il regista o chi per lui, doveva essere proprio un bel simpaticone. Il cervello della Sampdoria invece, è fuggito eccome, destinazione Premier, destinazione Arsenal. Ferrero è uno che al mercatino dei poveri non ci va mai, sa vendere e soprattutto sa a chi vendere, e per il bene delle classe blucerchiate è abituato a farlo in grande. Seguendo il trend dello scorso anno, anche questa volta il miglior giocatore è dovuto partire. La mente, il pilota e appunto il cervello della squadra, Lucas Torreira, ha trovato altrove pane per i suoi neuroni. Una mancanza che di certo si farà sentire non poco, un centrocampo ora meno insuperabile e una regia in mano di nessuno. Attenta Samp, va bene il cuore, la muscolatura, i polmoni, ma il cervello è il cervello.

SASSUOLO: "Scusate se esisto". Raoul Bova e Paola Cortellesi, ancora una volta insieme con questo gioiello comico dei giorni nostri. La scelta del titolo è molto significativa e più ragionata di quel che sembra. La squadra neroverde è secondo molti, la squadra più trascurata, dimenticata e puntualmente, in un determinato momento, più insultata di tutte. Una squadra brutta, fastidiosa come una zanzara in una notte d'estate. E' come quel tombino di cui non ti accorgi quando vai in bicicletta, poi lo becchi e a quel punto te ne accorgi eccome. Quella squadra che magari si salva nei minuti di recupero, ma sai che, specilamente se ti etichettano come "big", è meglio non sottovalutare, per nessun motivo. Il Sassuolo è stata negli ultimi anni, la vera ammazzagrandi, quella rogna, quella grana, quell'ostacolo apparentemente basso con cui almeno una big, fatta eccezione indovinate per chi, ha dovuto avere a che fare e talvolta ci è inciampata. Perché del Mapei Stadium a Napoli non hanno proprio un poster in casera, nè piacevolissimi ricordi dal momento che rappresenta un tabù vero e proprio per la squadra azzurra. Perché la Roma ci inciampa spesso e non tanto volentieri, magari meno rispetto all'inter, che quest'anno nel doppio confronto ha perso due volte, rischiando (e pure troppo) di compromettere l'accesso in Champions, perché anche il Milan sa ormai che, in casa o fuori casa, non potrà mai pronosticare nulla con loro, neanche se data per favorita. Quindi inseguitrici della Juve, mi rivolgo a voi, guardatevi anche dietro ogni tanto, ma anche a terra perché l'ostacolo Sassuolo è dietro l'angolo e pronto a farvi inciampare.

TORINO: "Fratelli d'Italia". Il tridente dei sogni con Calà e Boldi dietro alla punta di diamante De Sica promette davvero tanti gol. Questa commedia divisa in tre atti ha come vera protagonista la disavventura, che vede coinvolti tre personaggi diversi, simbolo ognuno, di una differente caratteristica che contraddistingue più di tutti, noi italiani e che ci rende unici al mondo, "produzione limitata". Il toro di Mazzarri è una squadra che di italiani ne sa qualcosa, pure troppo. A conferma del trend che dura da qualche anno a questa parte, con ben 16 italiani in rosa, Soriano e Zaza gli ultimi arrivati, possiede il primato in tutta la serie A. Hai ragione Cairo, dalla cucina al pallone, dal cambiare governo a imprecare, dalla ferrari al gelato artigianale, noi italiani do it better.


Tutto buio, poi titoli di coda. Riecco le luci, ora abbastanza fastidiose ed accecanti, poi come da copione le urla dei bambini e i pop corn che fanno tutt'uno coi pantaloni, si dice si portino così.
Il film è durato pure troppo, per approfondire il tutto c'è tempo nove mesi. Cala il sipario, ma solo per ora!