Un'estate piuttosto misera quella del 2014, specie dal punto di vista del calciomercato. Il Milan più povero dell'era Berlusconi tenta di aggrapparsi al treno Europa grazie alla migliore capacità del suo ad, il fantomatico colpo a parametro zero. E stavolta il buon Adriano non sbaglia, ma dietro i "grandi" nomi (i "parigini" Menez ed Alex, il nino Torres ed il madridista Lopez) arriva un colpo last minute, passato quasi in sordina: 7 milioni in direzione Zingonia bastano per aggiudicarsi un Giacomo Bonaventura reduce da due (se non tre) stagioni ad alto livello. Ma gli occhi sono puntati altrove, a Milanello non si vede l'ora di far giocare il tridente dei sogni Menez-Torres-El Shaarawy. Tutti pronti a scommettere sul ritorno ai grandi livelli dello spagnolo e alla definitiva consacrazione del ragazzo prodigio italo-egiziano, pregustano una stagione all'insegna del gol, vista anche la presenza in panchina di uno che di senso del gol ne ha sempre avuto, e tanto. Ad oggi, aspettando l'ultimo turno del 2014, molti scommettitori primo settembrini devono aver perso parecchi dei loro soldi: uno dei (forse il) miglior Milan di stagione, complice anche il ritorno, finalmente, di un centrocampista che detti i tempi di gioco come Montolivo, infligge un sonoro 2 a 0 ad un Napoli diretto avversario per un posto nell'Europa che conta. E la formazione recita: tridente d'attacco Bonaventura-Menez-Honda, con i primi due che compaiono anche sul tabellino marcatori. Una grande, grandissima vittoria per chi non si è arreso, e ha saputo rialzarsi da un'annata definibile eufemisticamente negativa, come il giapponese Honda; per chi ha voluto ripartire e rimettersi in gioco, sfidando il proprio non semplice carattere, per non sprecare il proprio talento, come il francese; e per chi, con impegno, costanza e serietà, oltre che un'ottima dose di spirito di sacrificio e duttilità, ha saputo ritagliarsi un grande spazio in una realtà che in molti consideravano fuori dalla sua portata, come il marchigiano. Perché è proprio questo quello che conta nella vita, la capacità di non lasciarsi guidare dagli eventi, ma prendere le redini e sapersi mettere in gioco, ancora e ancora se necessario, e riuscire sempre a ripartire, ovunque e comunque. Ed è proprio questo lo spirito che è necessario a questo Milan ferito che deve rialzarsi con forza, ed è proprio per questo che il Diavolo non potrà prescindere da questi tre irriducibili, ammirevoli testardi.