Il giorno 18 dicembre 2022, l’Argentina si è laureata Campione del Mondo per la terza volta nella sua storia. Si può dire che è stato un Mondiale strano, ovviamente, per il periodo dell’anno nel quale si è giocato, ma anche perché, forse, ci si è concentrati molto di più sui giocatori che sulle squadre: un Mondiale dei Singoli. La motivazione è da riscontrare nel poco tempo avuto a disposizione dai commissari tecnici nella preparazione, solitamente tra la fine dei campionati e l’inizio del Campionato del Mondo intercorrono dalle tre alle quattro settimane, questa volta, invece, l’intervallo è stato di appena sette giorni. Va da sé che è difficile preparare tatticamente al meglio una rosa composta da 26 giocatori, soprattutto tenendo in considerazione gli infortuni che si sono susseguiti nel periodo antecedente all’inizio del torneo e che hanno portato gli allenatori a non avere una continuità totale tra una convocazione e l’altra.
Proprio alla luce della definizione “Mondiale dei Singoli”, cerchiamo di identificare 3 sorprese, 3 delusioni e 3 conferme individuali che questa competizione ci ha consegnato:

3 SORPRESE:

  1. EMILIANO MARTINEZ: detto “El Dibu”, portiere titolare della Nazionale Argentina, guidata dal C.T. Lionel Scaloni, titolare dell’Aston Villa, in Premier League. In pochi si sarebbero aspettati che l’Albiceleste avrebbe avuto un muro a difendere la propria porta, agile ed abile nelle uscite, ma soprattutto felino all’interno dei pali. La parata al 122’ su Kolo Muani della Finale vale la gloria eterna, per un portiere che è in grado di mettere grande pressione e nervosismo agli avversari, 3 rigori parati nelle due lotterie alle quali ha partecipato l’Argentina, e tanta, tanta personalità che gli sono valsi il Golden Glove per il miglior portiere del Campionato Mondiale.
  2. JOŠKO GVARDIOL: difensore croato classe 2002 in forza al Lipsia. Il difensore mascherato, il suo torneo è stato caratterizzato dalla maschera protettiva. È una delle piacevolissime sorprese di questo Mondiale, se la Croazia è arrivata alla semifinale, e poi al terzo posto finale, è anche grazie a questo giovanissimo centrale difensivo, la Croazia ha subito solo tre gol (prima di incontrare l’Argentina in semifinale). Difensore roccioso, abile di testa (un gol) e dotato di una buona velocità. Unica pecca del suo straordinario Mondiale? Proprio la semifinale contro l’Albiceleste, ma d’altronde, chi in 20 anni è riuscito a marcare in modo efficace Lionel Messi? Una cosa è certa, la Nazionale croata sa che può contare su un duetto difensivo niente male nel prossimo futuro, tra il portiere Livakovic ed il difensore del Lipsia.
  3. AZZEDINE OUNAHI: centrocampista centrale della Nazionale marocchina, classe 2000. È il famoso “numero 8” di cui Luis Enrique, dopo gli ottavi di finale, non ricordava il nome, ha impressionato il tecnico iberico ma non solo, su di lui ora ci sono i grandi riflettori che solo il campionato Mondiale può dare. Difficile scegliere solo un giocatore del Marocco come sorpresa, ma tra la grande sorpresa marocchina, lui è, forse, la stella emergente più luminosa, 22 anni e ancora tanta voglia di crescere e stupire. Tanta corsa e qualità, presente in ogni zona del campo, chissà ora quante squadre blasonate, e non, busseranno alla porta dell’Angers per acquistare il giovane centrocampista.

3 DELUSIONI

  1. ROMELU LUKAKU: si, è vero, l’attaccante del Chelsea in prestito all’Inter ha giocato solo una partita, o meglio, ha giocato solo 54 minuti, ma quelle tre palle gol fallite contro la Croazia che avrebbero permesso al Belgio di passare il turno (vera grande delusione) pesano come un macigno sulle spalle di Romelu. Un giocatore del suo calibro, della sua esperienza e della sua cattiveria sotto porta, per come ci ha abituato nel Campionato Italiano, avrebbe dovuto buttarle dentro. Grande occasione, probabilmente l’ultima, persa dal Belgio, come ammesso da Kevin De Bruyne, la squadra sta invecchiando, la generazione d’oro belga sta iniziando a fare i primi passi indietro. Al momento il solo Eden Hazard ha annunciato l’addio alla Nazionale, oltre alle dimissioni del commissario tecnico, Roberto Martínez, vedremo se ce ne saranno altri.
  2. CRISTIANO RONALDO: un solo gol, su rigore, nella prima partita dei gironi, poi il nulla. Zero tiri in porta nelle partite contro Uruguay e Corea del Sud. Dagli ottavi di finale partendo dalla panchina. Cristiano Ronaldo, ormai 37enne, esce di scena dal suo ultimo Mondiale non come avrebbe voluto e come la sua straordinaria carriera avrebbe meritato. Oggetto di grandi critiche, arrivato al Mondiale come unico giocatore di tutta la competizione svincolato, sembra che nessuno lo voglia, ma è questo il trattamento che deve avere uno dei giocatori migliori di sempre? Con la speranza che l’asso portoghese non venga ricordato come “perdente” e “non voluto da nessuno”, sperando che si abbia rispetto per l'uomo, prima che per il calciatore, che ha subito tanto, troppo in questo periodo (la perdita di un figlio non è una cosa da sottovalutare), accantonato dalla squadra che l’ha reso grande (il Manchester United). Ma che venga ricordato come uno dei giocatori più vincenti della storia, anche con la Nazionale, perché uno come Cristiano Ronaldo deve essere solo applaudito.
  3. MARQUINHOS: il difensore centrale brasiliano è scelto come delusione solo per il rigore fatale sbagliato che ha regalato la qualificazione alla Croazia, la delusione maggiore è la nazionale verdeoro, una delle indiziate principali per la vittoria del titolo eliminata ai quarti di finale. Si poteva e doveva fare di più e, diciamocelo, tutti avremmo voluto vedere una semifinale tutta sudamericana, tra Neymar e Messi. O’Ney, miglior marcatore della storia della nazionale brasiliana, superato proprio nell’ultima partita contro la Croazia O’Rey (Pelé), ci riproverà nel Mondiale del 2026?

3 CONFERME

  1. KYLIAN MBAPPE: 23 anni, un Mondiale vinto da protagonista nel 2018, capace di fare una tripletta in finale e non vincerla, grandissima beffa per il francese, ma grande conferma del presente e futuro del calcio mondiale. Ha numeri che solo i grandissimi hanno e avevano alla sua età (Ronaldo e Messi). Se la Francia è arrivata a giocarsi i tempi supplementari e poi i rigori è al 90% merito suo, la squadra non è scesa in campo per i primi 80 minuti, lui, in un minuto e cinquanta secondi è riuscito a pareggiare da solo la partita. Se prima del match si era indecisi se considerare la partita “Francia-Argentina” come “Mbappe vs Messi”, beh, post partita (la migliore partita degli ultimi anni), si può confermare che sì, la partita era tra i due numeri 10. Kylian ha un grandissimo futuro davanti a sé, ma anche il presente non è niente male, grazie per averci regalato 120 minuti più rigori di calcio allo stato puro.
  2. LIONEL MESSI: finalmente Messi, infinitamente Messi, il miglior giocatore di tutti i tempi, idolo di intere generazioni, ce l’ha fatta, l’ultimo trofeo che gli mancava nella sua immensa bacheca è finalmente lì. Il suo Mondiale è stato stratosferico, dal primo all’ultimo minuto, 7 gol in 7 partite, 3 assist, è stato il trascinatore totale della squadra Campione del Mondo. Gli occhi erano tutti per lui, la sua ultima grande occasione di essere Campione del Mondo, ha fatto diventare Argentini tutti, a cantare “Muchachos…”. Leo ha dimostrato, a 35 anni, di avere quel carisma e quel carattere che permette di trainare un intero gruppo, un’intera Nazione, ma non solo, anche tutti gli spettatori che conoscono la sua storia. Ora, non potrà più non essere paragonato al grande Diego, ora, anche lui ha dimostrato di possedere un carattere sconfinato, l’unica grande critica onnipresente nella sua carriera. Ora, potrà giocare solo per divertirsi e per far divertire gli spettatori. A dicembre 2023 arriverà l’ottavo Pallone d’Oro? Vedremo, nel mentre ha annunciato che non si ritirerà dalla scena internazionale perché vuol giocare da Campione del Mondo con l’Albiceleste, ma, per favore Leo, non smettere mai.
  3. ANGEL DI MARIA: il ragazzo di Rosario, 34 anni, una carriera intera all’ombra dei più grandi, ma il 18 dicembre allo Stadio Lusail, i riflettori se li è presi lui nel primo tempo. I primi 45 minuti sono da incorniciare, da registrare in video cassetta e far vedere a tutti i bambini che aspirano a diventare esterni d’attacco, sa sempre cosa fare, dribbla, passa, corre. Una carriera tormentata dagli infortuni, quel fisico che tutto è tranne che per un giocatore di calcio, ma lui questo non lo sa e continua ad incantare. È decisivo, ha segnato in tutte le finali che l’Argentina ha giocato con lui in campo, la Copa America 2021, la “Finalissima” contro l’Italia e la Finale del Mondiale in Qatar. Lacrime su lacrime, Angel ha pianto al suo gol, ai gol di Mbappe, al gol di Messi e, infine, al triplice fischio dopo i calci di rigore. Amico fraterno di Messi, concittadino, anche lui, oggi, è storia.

BONUS: ENZO FERNANDEZ: in una sola parola quel che si definisce “serendipity”, un qualcosa di inaspettato ma incredibilmente bello, una piacevole scoperta, un centrocampista classe 2001 del Benfica, pescato dalla panchina dal c.t. Lionel Scaloni nelle prime due partite del girone (Arabia Saudita e Messico), dalla partita contro la Polonia sempre titolare al posto di Leandro Paredes. El Músico, centrocampista in grado di garantire ordine al centrocampo argentino. Il gol contro il Messico è arte in movimento, il sogno di ogni bambino. Sarà il futuro del centrocampo dell’Albiceleste e non solo.