Il 20 novembre, inizieranno, finalmente, i Mondiali in Qatar. Attorno a questo tema c’è stato a lungo un enorme dibattito riguardo il rispetto dei diritti umani. C’è stato solo un piccolo problema, l’unica parte che non si è mai espressa a riguardo è stata la FIFA, l’unico organo che doveva essere in grado di garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori, delle donne e dei tifosi.
Tralasciando la vergognosa assegnazione in un paese che di stadi non ne aveva (prima delle nefaste costruzioni degli ultimi anni) e che, probabilmente, dopo il Mondiale saranno abbandonati, o quantomeno, non utilizzati al massimo delle proprie potenzialità. Dunque, era necessario? Un Mondiale invernale, contro ogni tradizione calcistica, con l’interruzione dei campionati nel bel mezzo della stagione, costringendo i giocatori a degli autentici tour de force, fisici e psicologici. Solo una settimana fa, l’ex presidente della FIFA Sepp Blatter, in un’intervista rilasciata alla testata svizzera “Tages Anzeiger”, ha dichiarato che la scelta di assegnare i Mondiali al Qatar è stata una scelta pessima, eppure voluta da lui, non ci si poteva pensare dodici anni prima evitando così di fare dodici passi indietro sul tema dei diritti umani e dei lavoratori?

Si sa, quando sta per iniziare il torneo calcistico più importante a livello mondiale i temi possono essere infiniti, ma questa volta c’è un tema che nelle precedenti edizioni non era mai risultato come doveroso da affrontare: la sicurezza dei tifosi. Il Qatar ha delle regole che i tifosi devono seguire affinché possano NON essere arrestati: in primis, l’omosessualità è considerata reato penale, passibile di pena di morte, è vietato avere qualsiasi tipo di intimità in pubblico (valido sia per eterosessuali che per omosessuali), tra cui anche tenere la mano del/la proprio/a compagno/a. Queste regole sono ben lontane dal clima di apertura culturale e di festa che dovrebbe essere alla base del trofeo iridato. Eppure il Qatar si reputa un paese aperto…
Proprio riguardo i tifosi sono le ultime polemiche emerse nei giorni scorsi, sono stati pubblicati dei video sui vari social network (TikTok in primis) che ritraggono un clima di festa con i tifosi delle varie squadre partecipanti al torneo, però gli occhi più attenti (e non solo) possono tranquillamente notare che gli individui sono sempre gli stessi, cambiano solo le magliette, il clima festoso sembra ben lontano dall’essere reale. Sono i cosiddetti “tifosi-stipendiati”. Ed è molto triste che per creare un nation branding, lo Stato in questione paghi degli individui per far finta di esser felici e festanti, soprattutto nel contesto Mondiale, dove non ci dovrebbe esser bisogno di ricorrere al denaro per questo scopo.

Come ben chiaro a tutti, il Campionato del Mondo 2022 è un fallimento già in partenza, dai diritti umani fino ad arrivare al periodo dell’anno in cui si disputerà, passando per la molteplicità degli infortuni che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, costringendo molti big a saltare il trofeo che tutti i bambini sognano di poter giocare con la propria Nazionale.
La speranza è che questa sia stata la prima e l’ultima volta di un trofeo ben lontano da essere considerato il Mondiale, perché se è vero che il mondo va avanti e bisogna innovarsi continuamente, ci sono tradizioni che non vanno toccate, tra queste, appunto, il Mondiale. Perché sarà molto strano vedere il campionato del Mondo con la tuta pesante ed il tè caldo, in periodo natalizio, piuttosto che con le infradito e una bibita ghiacciata in pieno giugno.