Ciro Immobile, attaccante classe 1990, nato a Torre Annunziata in provincia di Napoli, vincitore della scarpa d’oro 2020 e tre volte capocannoniere del campionato di Serie A.
Miglior marcatore della storia della Lazio in campionato ed in Europa, campione d’Europa con la Nazionale ad EURO2020. Sulla carta dovrebbe essere acclamato da tutti a livello nazionale, eppure così non è, eccezion fatta per una città, o meglio, una parte di una città, Roma, sponda Lazio. Sì, perché qui, Ciro Immobile ha trovato la sua dimensione ideale, dove è in grado di essere leader e dare il massimo delle proprie possibilità al servizio non solo della squadra ma di un’intera tifoseria. 

Bomber, trascinatore, capitano e molto altro, Immobile rappresenta ciò che il tifoso laziale intende vedere sempre e comunque su un rettangolo verde con la maglia bianco celeste. Incarna ciò che storicamente per i tifosi laziali è un simbolo fin dal principio della propria storia ultracentenaria, citando tra gli altri Silvio Piola, Giorgio Chinaglia e Beppe Signori. Umiltà, valori ben precisi e tanta voglia di far vedere in campo ciò di cui è capace, rispondendo così alle critiche, sempre presenti nella sua carriera. 

Seppur poco riconosciuto a livello nazionale, con i tifosi della Lazio c’è una vera e propria simbiosi, testimoniata dal silenzio quasi tombale dell’intero stadio al 30’ del primo tempo di Lazio-Udinese, al momento dell’infortunio. Quasi come se l’intera tifoseria avesse sentito “tirare” al flessore della coscia sinistra e avesse in quel momento capito di non poter rivedere il campo prima del 2023. Come un figlio che si fa male e l’intera famiglia a proteggerlo, immedesimandosi. 
Ecco, da quel silenzio, rotto solo da un coro di incoraggiamento, la partita non è stata più la stessa, né dentro al campo né, soprattutto, fuori dal campo. Perché Immobile non è importante solo sotto il punto di vista realizzativo, tecnico e tattico, ma è importante per tutti, è un punto di riferimento per i propri compagni, sempre pronto a difenderli, ed una certezza per i tifosi, consapevoli che ci sarà sempre lui a lottare per un unico obiettivo: far grande la Lazio. 
Perché Ciro Immobile non è solo 188 gol con la maglia bianco celeste, è molto di più. È un Uomo con la U maiuscola, con un’umiltà fuori dal comune, un padre di quattro meravigliosi figli, un Uomo capace di essere punto di riferimento ed idolo di un’intera generazione di tifosi. Una testimonianza di ciò è quella di Carol, giovane tifosa laziale, resa "conosciuta” grazie a “TikTok”, dove mostra le proprie capacità calcistiche e la genuinità di una bambina di dieci anni. “Le Iene” le hanno regalato il sogno di incontrare il proprio idolo, Immobile, nello sguardo e nell’abbraccio tra lei e il bomber, c’è tutta la genuinità di una bambina che, seppur “piccola”, rappresenta l’amore che tutto il popolo laziale dà al proprio simbolo e al proprio capitano. Il sogno che ha vissuto Carol è il sogno di tutti i tifosi laziali. 

Impegno costante, maglia sempre sudata e sempre una buona parola verso il tifoso, un’incarnazione di tutta la tifoseria su quel rettangolo verde. Perché in un calcio sempre più propenso verso il business ed il denaro, le bandiere esistono, eccome se esistono, ed i tifosi sono e devono essere il punto centrale di questo sport che ha, fin dal 1848, appassionato milioni di persone. E, probabilmente, Ciro Immobile, per attenzione al tifoso non è secondo a nessuno in Italia. 
Perché sì, non è “solo un gioco”, ma è molto di più, e Ciro non è solo “un giocatore” ma è molto di più. Perché a Ciro non gli si può non voler bene, e come dice sempre lui “si accorgeranno di quel che ho fatto solo quando avrò smesso”, ma tutti i tifosi della Lazio sperano che quella data sarà il più lontano possibile, perché di Immobile ne esiste solo uno.
Grazie Ciro.