La giornata di ieri sera sarà ricordata a lungo dai tifosi juventini, i quali hanno assistito alla seconda sconfitta consecutiva della loro squadra in Champions contro un avversario, il Benfica, certamente in un ottimo momento di forma, ma sulla carta alla portata della compagine bianconera.
Eppure la Juventus era partita bene, subito in gol grazie al suo miglior giocatore attuale, Milik bravo a spizzare di testa e mandare nell'angolino basso alla destra del portiere ospite un cross di Paredes, ha pressato discretamente per circa 20 minuti, collezionando qualche bella ripartenza sprecata in malo modo da Cuadrado, poi il crollo.
Piano, piano la squadra portoghese ha cominciato a prendere campo mandando in confusione gli avversari che si sono stancati a rincorrerli in malo modo, finendo quasi subito la benzina e consegnandosi ad una annunciata disfatta: al 38' Rafael Silva centra il palo alla sinistra di un immobile Perin con un bel tiro a giro dal limite dell'area, poi al 40' un ingenuo Miretti dà un pestone in area a Ramos che non aspetta altro per cadere, l'arbitro non vede ma il Var lo richiama, rigore.
Joao Mario trasforma, 1-1 si va al riposo.

E qui cominciano le colpe di Allegri: la Juventus non ne aveva più, sperare di giocarsela alla pari anche nel secondo tempo non aveva senso, il Benfica aveva in mano il centrocampo dove un confusionario McKennie ed un impreciso Miretti non riuscivano a contrastare le perfette geometrie dei lusitani, bisognava cambiare qualcosa.
Allegri rientra con la stessa formazione e stesso modulo, il Benfica va in vantaggio al 10' della ripresa con Neres, bravo a ribadire in rete una respinta dell'ottimo Perin su tiro di Rafa Silva, partita finita.
I primi cambi di Allegri, fuori Cuadrado e Miretti dentro Di Maria e De Sciglio, indeboliscono ancora di più il centrocampo, il Benfica crea occasioni a ripetizione e solo i salvataggi di Perin e Bonucci evitano la goleada; nel finale Bremer ha l'occasione addirittura per pareggiare su ottima imbeccata di Di Maria ma spara incredibilmente alto davanti al portiere, il pareggio sarebbe stato un miracolo.

Allegri ha sbagliato perché non è stato Allegri, non quello che avevamo conosciuto nel primo ciclo di successi della Juventus; ci aveva  abituato alle sue vittorie di "corto muso" con una squadra capace di andare in gol e poi chiudersi addormentando le partite, gestendo la fase difensiva in modo ottimale non lasciando spazio agli avversari, pronta nuovamente a punirli.
Anche quello era buon calcio, non paragonabile allo spettacolo proposto dai più gettonati Guardiola, Sarri, Klopp ma comunque valido, e soprattutto redditizio; ognuno ha la sua storia e la Juventus è sempre stata una squadra più concreta che bella, ogni tentativo di sottrarsi al proprio io ha portato la Vecchia Signora a scelte rivelatesi sbagliate, basti ricordare i vari Maifredi, Delneri, Pirlo, Sarri (unico vincente ma rinunciando al proprio credo).

Allegri faccia l'Allegri: è un conoscitore di calcio e di uomini, sa gestire un gruppo e soprattutto sa vincere (cinque scudetti di fila e due finali di Champions non si ottengono per fortuna o grazie al caso) sistemi la fase difensiva e sfrutti la velocità dei suoi attaccanti, applichi il "catenaccio" se la squadra in questo momento non può dare altro, meglio non prendere gol dato che uno, a quanto pare la sua Juventus riesce sempre a farlo.
Con le vittorie arriveranno l'autostima, la convinzione e sopratutto il coraggio di un calcio più propositivo, è solo questione di tempo, non sprechi quello che le è stato concesso..