18.09.2022 ore 17:00

In una bella domenica di settembre, il Monza conquista la sua prima, storica vittoria in serie A e non contro un avversario qualsiasi, bensì contro la Juventus, candidata ad inizio stagione alla vittoria del campionato.
I brianzoli vincono meritatamente e si staccano dal fondo della classifica lasciato a Cremonese e Sampdoria, omaggiano nel miglior modo l'esordiente Palladino alla sua prima da allenatore in serie A, e riportano in auge la favola di Davide che batte Golia.
Già Golia...
La Juventus vista allo stadio Brianteo più che intimorire gli avversari ha annichilito i propri tifosi costretti, per l'ennesima volta, ad assistere ad un a prestazione pessima di una squadra ormai in balia di se stessa e che dà l'impressione di poter peggiorare ancora; e sposta poco il fatto che la Juventus abbia giocato in 10 uomini (stupidaggine di Di Maria al 40' giustamente espulso) per oltre un tempo, anche prima dell'espulsione non si ricorda uno straccio di tiro in porta.

La crisi di questa squadra e della società tutta arriva da lontano, dall'eliminazione in Champions per mano del Porto nel 2021, con conseguente allontanamento di Maurizio Sarri dalla panchina e la fine del sogno di una Juve bella e vincente, tanto auspicato da Nedved e Paratici. Poco importa che l'ex Napoli abbia vinto comunque lo scudetto e quella partita non l'abbia giocata neppure così male, per Agnelli andava sostituito e così è stato.
Stessa sorte per il debuttante Pirlo, due trofei portati a casa (Supercoppa e Coppa Italia) non sono bastati per la conferma, troppa l'umiliazione di una Champions agguantata all'ultima giornata e un gioco sterile, via anche lui!
Bisona puntare sull'usato sicuro ed ecco il ritorno del Max, descritto come l'uomo giusto al momento giusto: conosce l'ambiente e sa come si vince, con i giusti inserimenti in squadra si aprirà un nuovo ciclo vincente, almeno così pensavano alla Continassa.

Purtroppo questo ritorno non c'è mai stato, almeno non di quell'allenatore che noi ricordavamo. Allergico agli schemi ma conoscitore di uomini, capace a dare sicurezza al gruppo, a difenderlo sempre e a portare a casa il risultato, Allegri andava avanti con la sua filosofia del calcio semplice, del divertimento, rallentare il gioco quando serve e poi ripartire. Il suo è un calcio discutibile che vive di risultati, quando questi vengono a mancare le critiche si fanno incessanti, opprimenti.
L'allenatore è il primo responsabile della squadra, anche quando le colpe non sono le sue, sta lì apposta, è pagato apposta.
Sentir Allegri dire che bisogna stare "zitti e lavorare" e poi rilasciare un'intervista al Corriere della Sera in cui parla di "squadra virtuale" a causa degli assenti è una contraddizione in termini. La Juve di quest'inizio di stagione ha espresso probabilmente il peggior calcio che si ricordi a Torino, la squadra è confusa, abulica, non riesce nemmeno nelle giocate più semplici ed alla prima difficoltà crolla, soprattutto mentalmente. Pogba, Chiesa, Di Maria ed altri possono generare rammarico ma non certo giustificare partite come quella col Monza; definire Locatelli strappato a suon di miloni dal Sassuolo una riserva di Rabiot lascia esterrefatti: il primo è un giocatore mediocre che ha fatto parlare di sè più per lo stipendio che per quanto dimostrato sul campo, il secondo è uno dei migliori giovani italiani. Piedi buoni, fisico importante, può giocare al centro o anche mezzala, sa inserirsi ed andare in gol. Certo non è un regista basso, infatti per quel ruolo è stato preso Paredes.
Oltretutto un allenatore certe considerazioni deve tenerle per sè, non certo sbandierarle sui giornali.

Nelle interviste Allegri sembra un "coniglio bagnato" per parafrasare una celebre frase dell'Avvocato, dal suo sguardo traspare timore, incertezza l'impotenza di quello che vorrebbe fare e purtroppo non gli riesce. Resterà ancora al comando della squadra perchè al momento non ci sono soluzioni alternative percorribili, però senza risultati la sua posizione inizierà a traballare.
Deve trovare una soluzione.
Caro Max, "cambiare prima di essere costretto a farlo" è la filosofia tranchant del presidente Agnelli, non lo dimentichi...   

RED: ci scusiamo per il ritardo nella pubblicazione, ma l'articolo è stato lasciato in bozza, per cui non sapevamo se fosse pronto o ancora sottoposto a modifiche...