A distanza di ben 17 anni dai fatti, Calciopoli torna d'attualità a seguito della puntata di Report andata in onda lo scorso lunedì, alla quale risponde oggi in maniera piccata il Dott. Narducci, titolare della pubblica accusa all'epoca dei fatti. Mi sono sempre astenuto dal voler commentare le vicende di quest'inchiesta che hanno da sempre diviso l'opinione pubblica tra innocentisti e colpevolisti ma le affermazioni lette oggi del magistrato napoletano meritano più di una considerazione. Vorrei dare un parere tecnico che possa chiarire alcuni punti ed aspetti del nostro ordinamento giuridico e renderne più chiara la comprensione anche a chi il diritto non lo conosce minimamente.

Il dott. Narducci dichiara testualmente: “..a me risulta che la prescrizione si dichiara solo dopo che il giudice ha accertato che qualcuno ha sicuramente commesso un reato e che la sospensione di condanna, noi tecnici la chiamiamo sospensione della pena, è un beneficio che si concede, ovviamente, non all’innocente, ma alla persona che è stata condannata!..”. La frase è corretta ma dimentica un principio basilare: nel nostro paese si è giudicati colpevoli di un reato ascritto dopo sentenza passata in giudicato, l'eventuale sopraggiunta prescrizione estingue il reato, il casellario giudiziale e dei carichi pendenti dell'imputato tornano ad essere puliti (art. 157 c.p.). Questo perché nelle aule dei tribunali deve essere appurata la verità processuale che dovrebbe coincidere con quella di fatto, purtroppo non sempre è così. E' il motivo per il quale prima d'iniziare un processo si fanno accurate indagini per raccogliere prove che possano resistere in giudizio e portare alla condanna degli imputati: vale per tutti i reati, persino quelli di mafia; non basta sapere che Tizio è colpevole, bisogna dimostrarlo in giudizio.

E' la differenza basilare tra uno stato democratico ed uno assolutista, tra la libertà e la dittatura. Chiaro che il sistema porti con sé delle storture attraverso le quali un colpevole possa riuscire ad eludere una meritevole condanna, ma garantisce anche ad un innocente di non essere perseguitato a vita dal sistema giudiziario. La prescrizione è garanzia di eguaglianza, so che è difficile accettarlo ma chi vive i tribunali sa che è così, ovviamente le tempistiche devono poter permettere di fare i processi, non di interromperli strada facendo, ma questo è un altro discorso. Per lo Stato Italiano tutti gli imputati di Calciopoli sono colpevoli per le sentenze passate in giudicato, innocenti per le assoluzioni, a prescindere da come siano arrivate; vale anche e soprattutto per il sig. Luciano Moggi. Ricordo al dott. Narducci che la società F.C. Inter non è entrata nel processo Calciopoli per sopraggiunta prescrizione che ha impedito al procuratore federale dell'epoca di deferirla al tribunale competente, al riguardo lo stesso procuratore ha dichiarato che i capi d'accusa erano i medesimi che hanno portato alla condanna della società sportiva Juventus F.C. (v.di dichiarazioni Palazzi). Non ha niente da dire al riguardo? Perché secondo il suo ragionamento l'Inter è colpevole, in quanto salvata dalla prescrizione, eppure non mi sembra di aver letto sue dichiarazioni in tal senso (se così fosse me ne scuso anticipatamente).

Sempre Narducci: “..durante quella stagione vennero alterati i risultati di alcuni incontri, cioè vennero commessi i reati di frode sportiva.. “. Attendiamo sentenze definitive Cassazione in merito. Ancora Narducci: “...Quanto a me, sarebbe emerso quello che tutto il mondo conosce da sempre, cioè che sono un tifoso del Bologna e che lo stadio dove qualcuno può incontrarmi è, semmai, quello intitolato a Renato Dall’Ara. Addirittura, quando Filippo Beatrice lasciò l’ufficio della Procura di Napoli, il suo posto nel dibattimento Calciopoli, tra le fitte schiere di magistrati super tifosi partenopei ansiosi di rimpiazzarlo, venne preso dal collega Stefano Capuano, noto sostenitore della Sampdoria ...". Le sue parole non fanno altro che confermare quanto sostenuto dalla trasmissione Report, sui sentimenti che muovevano molti magistrati della procura di Napoli, super tifosi della squadra partenopea ansiosi di poter giudicare l'odiata rivale bianconera. Che lei si professi tifoso del Bologna ed il suo collega Capuano della Sampdoria non sono affatto garanzia di neutralità. Garanzia di neutralità sono le indagini svolte dalla procura, che dovevano essere effettuate a 360°, mentre sono state indirizzate quasi esclusivamente su una società, attrice principale del malaffare ma non certo l'unica.

Infine Narducci: “..In definitiva, i fatti posseggono una straordinaria attitudine: non si prestano ad essere alterati con facilità..Anche quelli che riguardano la storia, limpida, della indagine sul calcio della Procura di Napoli...“. Questa a parer mio è la frase più fastidiosa su tutta la vicenda Calciopoli, il non voler ammettere che l'indagine sia stata parziale e che giustizia non sia stata fatta. Report, che non ha mai disconosciuto o sminuito le responsabilità della Juventus, la cui condanna appare condivisibile, ha messo in luce come numerose intercettazioni che coinvolgevano le più alte cariche sia della Figc che del Coni siano state omesse volontariamente dal materiale probatorio consegnato ai magistrati impedendone una corretta lettura. La gestione stessa delle intercettazioni effettuate tramite Telecom, di cui era presidente Tronchetti Provera presidente anche di Pirelli sponsor della società F.C. Inter, lascia adito a più di qualche dubbio e sospetto. La pubblicazione sul settimanale “L'Espresso” dell'epoca di materiale riguardante l'indagine in corso ne vanificò l'efficacia (v. di Lepore), giovando a chi?

Non dimentichiamoci che la società F.C. Inter ha beneficiato dell'assegnazione a tavolino di uno scudetto (decisione dalla quale i protagonisti dell'epoca oggi si dissociano a partire dal giudice Sandulli che condannò la Juventus, attribuendola ad una decisione unilaterale dell'allora presidente Figc Guido Rossi,noto tifoso interista) in quanto squadra maggiormente danneggiata dal così detto “sistema Moggi”, le intercettazioni diffuse dai giornalisti di Rai 3 svelano una realtà ben diversa. Report ancora una volta ha fatto servizio pubblico, diffondendo intercettazioni inedite per molti ascoltatori e mettendo in luce una realtà fino ad oggi nascosta, ma inconfutabile. Non ha preso posizione, non ha dato condanne, ha solo riportato i fatti in modo puntuale come raccolti dai propri operatori. E' una voce di cui il nostro Paese ha sempre più bisogno, perché cerca il “marcio” in ogni direzione, a 360° come il dottor Narducci non ha potuto o voluto fare.