Il 246° derby d'Italia è bianconero, a dispetto di tutti i pronostici che davano l'Inter come grande favorita per il successo finale, al termine dei 90' minuti regolamentari ad imporsi è stata la Juventus per 2-0, autrice di una partita tosta, come non ne disputava da tempo.

La vittoria ha un significato molto importante per la Juve in quanto le permette di vincere uno scontro diretto, cosa che non le accadeva dal 2019 e di rilanciarsi in campionato, sebbene la vetta resti molto lontana. Non è stata una vittoria netta, come il punteggio lascerebbe intendere, anzi... il primo tempo soprattutto è stato appannaggio dei nerazzurri che hanno giocato molto meglio, e meritavano di andare al riposo in vantaggio: al 26' il colpo di testa di Dzeko, su sponda di Lautaro esce di un nulla alla destra di un immobile Szczęsny, mentre al 42' Dumfries a porta vuota manda incredibilmente alto vanificando un tiro sbucciato di Barella; ma si sa, il calcio non è una scienza esatta e quindi al termine del primo tempo il punteggio rimane sullo 0-0.
I primi 45' sono andati via così, con l'Inter in controllo ma senza creare altre occasioni, anche per merito di una Juve finalmente attenta in fase difensiva e pronta a ripartire.
Ed è stata questa la grande novità della squadra di Allegri
, per la prima volta da inizio campionato ho visto la Juventus giocare di rabbia, di volontà, decisa nei contrasti pronta a chiudersi con tutti gli effettivi ed a ripartire con le folate di un ispirato Kostic, a tratti incontenibile.
Ho scritto più volte che secondo me la Juve non era in grado di proporre un gioco diverso da quello della difesa e contropiede, ho tirato in ballo addirittura l'italico “catenaccio”, vuoi per l'innumerevole sfilza d'infortuni che ha falcidiato la compagine bianconera vuoi per l'assenza totale di idee e la lentezza del giro palla, servivano punti, punti pesanti e ieri sono arrivati.
Già perché battere l'Inter non vale solo i tre punti, vale molto di più: al di là della sentita rivalità c'è la consapevolezza di aver battuto una grande del campionato, candidata allo scudetto, e di averlo fatto da squadra, tutti uniti lanciando un segnale al campionato: aspettate a farci il funerale, non siamo ancora morti.
Non può essere solo una partita a far cambiare il giudizio sulla squadra ed il suo allenatore, ma quella di ieri è una di quelle vittorie che possono cambiare l'inerzia di un campionato, almeno per la Juventus.
La Vecchia Signora vuole tornare ad essere la squadra che incuteva timore agli avversari, quella che lottava fino al 95' e non lasciava nulla d'intentato, segnarle era difficile batterla un'impresa.
Questa squadra si è vista dopo il gol del vantaggio avvenuto dopo la più classica delle azioni di contropiede: dagli sviluppi di un calcio d'angolo per l'Inter palla a Kostic che si libera con una giravolta di Barella facendo sfilare il pallone ed involandosi in una lunga quanto sontuosa cavalcata di 60 metri sulla fascia senza essere raggiunto, sguardo al centro dell'area e palla a Rabiot che aprendo il piatto destro insacca all'angolino basso alle spalle di un incolpevole Onana, 1-0.
Dopo il vantaggio è un'altra partita, la Juve prende convinzione e trova pure il raddoppio su calcio d'angolo con girata al volo di Danilo, uno dei migliori in campo.
E qui interviene il Var, purtroppo.
A seguito di un lungo controllo l'occhio elettronico annulla direttamente la rete per tocco di mano dello stesso Danilo, è il nuovo regolamento ed il gol va annullato.
Ed è proprio questa, a parere mio, la cosa più insopportabile del calcio moderno: l'utilizzo del Var.
Mi sono già espresso in proposito e non torno adesso sull'argomento ma chiunque abbia giocato a pallone, anche a discreti livelli sa benissimo che il gol di ieri era da convalidare, tocco di mano compreso.
Le regole del calcio non sono i Dieci comandamenti consegnati da Dio a Mosè sul Sinai, ma sono norme scritte da uomini il più delle volte burocrati che a pallone non hanno mai giocato, possono essere cambiate, devono essere cambiate.
Il calcio è spontaneità, semplicità, velocità e l'utilizzo attuale del Var confonde solo le idee e non placa le polemiche, ma le alimenta.

Tornando alla partita, l'Inter, grazie ad uno svarione di Rabiot a centrocampo, ha la grande occasione per pareggiare al 74', ma Lautaro a tu per tu con Szczęsny si lascia ipnotizzare dal portiere polacco che respinge di piede un tiro dalla destra dell'attaccante argentino.
Al minuto 84' arriva il raddoppio di Fagioli che chiude la partita sempre su imbeccata di Kostic, il quale 10 minuti prima aveva colpito il palo alla sinistra di Onana andando a pareggiare i conti con il legno colpito da Calhanoglu ad inizio ripresa.

Ieri è stata la serata della Juve e di Allegri, bravi e fortunati nel primo tempo convinti ed “esiziali” nella ripresa.
Questo non basta ad essere una grande squadra ma di certo la Juventus è il gruppo che ha più da guadagnare dalla sosta anomala di questo campionato, oltre un mese per recuperare tutti gli infortunati ed accrescere le proprie convinzioni, decisive saranno a questo punto le prossime sfide di giovedì con il Verona e soprattutto quella di domenica allo Stadium contro la Lazio, se la Juventus dovesse uscirne vittoriosa tornerebbe in corsa anche per il campionato, soprattutto per l'entusiasmo che creerebbe nell'ambiente.
Allegri ha le sue colpe, non poche per il pessimo avvio di stagione, ma sa vincere ed una Juventus di rincorsa non farebbe dormire sonni tranquilli a nessuno, Napoli compreso.