Il sogno è ufficialmente terminato: l’epica cavalcata del Marocco dei miracoli nel Mondiale in Qatar si è conclusa in semifinale. Arrivati al penultimo atto della competizione, i “Leoni dell’Atlante” si sono dovuti arrendere alla Francia, pronta a bissare il successo ottenuto nel 2018. Nonostante il grande obiettivo sia sfumato, la nazionale africana avrà comunque la possibilità di giocarsi il terzo posto nella “finalina” contro la Croazia, in programma sabato 17 dicembre alle ore 16 al Khalifa International Stadium. Ripercorriamo insieme le tappe che hanno portato il Marocco a scrivere la storia.

La fase a gironi

Sorteggiati nel Gruppo F con Belgio, Croazia e Canada, i ragazzi di Walid Regragui non sono sicuramente considerati i favoriti. All’esordio in questo Mondiale il Marocco ottiene un ottimo pareggio per 0-0 contro la Croazia vice campione del mondo e nella seconda giornata batte clamorosamente il Belgio per 0-2 grazie alle reti di Saiss e Aboukhlal. Nell’ultimo match, quello decisivo per la qualificazione alla fase a eliminazione diretta, le gambe non tremano e spazzano via anche il Canada in rimonta per 1-2 (a segno Ziyech e En-Nesyri). A sorpresa, il Marocco chiude il Gruppo F in vetta con 7 punti in 3 partite, subendo solamente un gol e mettendo alle spalle corazzate del calibro di Croazia e Belgio (addirittura eliminato nella fase a gironi).
La classifica finale recita: Marocco 7, Croazia 5, Belgio 4 e Canada 0.

Gli ottavi di finale

La fortuna non assiste certamente i “Leoni dell’Atlante”, i quali, dopo aver fatto un’autentica impresa nel turno precedente, sono costretti ad affrontare agli ottavi di finale una delle peggiori avversarie possibili, ovvero la temibile Spagna di Luis Enrique. All’Education City Stadium di Al Rayyan il Marocco disputa una gara di enorme sacrificio e imbriglia le “Furie Rosse” sullo 0-0: il match non si sblocca nei 90 minuti regolamentari e l’equilibrio regna anche nei tempi supplementari. La sfida termina così ai calci di rigore, dove il portiere Bono si trasforma in un supereroe e para le conclusioni di Soler e Busquets, oltre al palo colpito da Sarabia. Il Marocco segna tutti i tiri dagli undici metri e strappa il pass per la fase successiva dopo aver eliminato la Spagna per 3-0 ai penalty.
Con questo successo i ragazzi di Regragui scrivono la storia del proprio paese, infatti il Marocco non era mai arrivato ai quarti di finale, diventando così la quarta nazionale africana a raggiungere questo traguardo, eguagliando il Camerun (1990), il Senegal (2002) e il Ghana (2010).

I quarti di finale

I “Leoni dell’Atlante” hanno un obiettivo, ma è tutt’altro che semplice: raggiungere la semifinale del Mondiale. Anche in questo caso l’avversaria è una big e si tratta del Portogallo di Cristiano Ronaldo. La partita è spettacolare sin dai primi minuti e ad avere il controllo del pallone è ovviamente la nazionale del ct Fernando Santos. La svolta arriva al minuto 42, quando En-Nesyri sfrutta un cross di Attiyat-Allah e anticipa la maldestra uscita di Diogo Costa, incornando il pallone di testa e portando in vantaggio il Marocco. Nella ripresa i lusitani spingono alla ricerca del pareggio, ma Bono sfoggia nuovamente delle parate spettacolari e inchioda il punteggio sull’1-0 finale. Neanche l’ingresso di CR7, rimasto inizialmente in panchina, scalfisce la granitica difesa di Regragui. L’arbitro fischia la fine: il Marocco vola clamorosamente in semifinale e scrive una delle pagine più belle della storia di questo sport. In quanti l’avrebbero pronosticato? I tifosi esplodono di gioia, ma ad esultare sono tutti gli africani, dato che nessuna delle nazionali appartenenti a quel continente era mai arrivata a questa fase del torneo.
Ciò che colpisce è l’incredibile solidità difensiva: in cinque partite il Marocco ha subito un solo gol e oltretutto si tratta dell’autorete realizzata da Aguerd contro il Canada, ininfluente ai fini del risultato. Croazia, Belgio, Spagna e Portogallo, nazionali di livello top, non sono riuscite a penetrare il muro eretto da Bono.

La semifinale

L’ultimo ostacolo prima di arrivare in finale si chiama Francia. La nazionale di Deschamps è la candidata numero uno alla vittoria della competizione e anche contro il Marocco parte favoritissima. All’Al Bayt Stadium la gara viene subito sbloccata da Theo Hernandez, il quale approfitta di un rimpallo in area e porta in vantaggio i suoi al minuto 5: Bono subisce così il primo vero gol in questo Mondiale dopo ben 6 partite. Gli uomini di Regragui ci provano, gestiscono il pallone (termineranno con il 55% di possesso palla, 1° volta in cui il Marocco tiene maggiormente il pallone rispetto all’avversario) e sfiorano la rete in più di un’occasione, soprattutto con El Yamiq, il quale colpisce il palo in rovesciata. Il primo tempo termina 1-0 e lo spartito tattico non cambia. Nella seconda frazione di gioco gli africani continuano a spingere sull’acceleratore e creano svariati pericoli, ma Kolo Muani punisce gli avversari e chiude il match sul definitivo 2-0. La partita termina così: la Francia vola nuovamente in finale dopo l’edizione del 2018 e proverà a battere l’Argentina per conquistare la sua seconda Coppa del Mondo consecutiva, mentre il sogno del Marocco si infrange sul più bello.

Non è finita

Sì, il grande obiettivo è ormai svanito, ma c’è ancora una partita da giocare. La delusione è tanta e soprattutto, quando si arriva così vicino al traguardo, la caduta è ancora più dolorosa. Il Marocco però ha la possibilità di migliorare il proprio piazzamento in questo Mondiale, entrando ancor di più nella storia. Sabato 17 dicembre alle ore 16 al Khalifa International Stadium andrà in scena la finale per il terzo posto, in cui si affronteranno la Croazia (altra sorpresa del torneo) e il Marocco dei miracoli. I “Leoni dell’Atlante” sono chiamati a disputare un’altra super partita per poter portare a casa il risultato e salire sul gradino più basso del podio. Comunque andrà però sarà una vittoria per la nazionale africana.

Gli eroi di questa impresa

Il commissario tecnico Walid Regragui è l’artefice di questa stupefacente squadra. Arrivato tre mesi fa, ha avuto solamente tre amichevoli per conoscere i giocatori e prepararli in vista di una competizione così importante. Nonostante sia in carica da pochissimo tempo, i risultati sono stati brillanti sin da subito e il bilancio fino a questo momento è davvero impressionante: 9 partite, 6 vittorie, 2 pareggi, 1 sconfitta e 3 gol subiti.
Il primo uomo chiave di questo grande Marocco è Bono, portiere del Siviglia e uno dei migliori nel Mondiale in Qatar. Il trentunenne ha dimostrato di avere capacità fuori dal normale, sfornando miracoli su miracoli e mantenendo la porta inviolata in tre occasioni su cinque gare disputate. Solamente il suo compagno di squadra Aguerd, Theo Hernandez e Kolo Muani sono stati in grado di trafiggerlo. Croazia, Spagna (contro cui ha anche parato due rigori) e Portogallo invece si sono dovute arrendere alla muraglia eretta dall’estremo difensore.
La difesa si è dimostrata granitica e può vantare nomi di grande calibro: Hakimi (PSG) e Mazraoui (Bayern Monaco) sulle fasce e Aguerd (West Ham) e Saiss (Wolverhampton) al centro. Le scorribande degli esterni e la solidità del reparto arretrato hanno permesso al Marocco di limitare il potenziale offensivo di praticamente tutte le avversarie, subendo solamente 3 gol fino a questo momento.
La vera rivelazione di questa squadra è però il centrocampo: il giocatore della Fiorentina Amrabat e il classe 2000 dell’Angers Ounahi hanno fornito grande protezione alla difesa, ma sempre con dinamismo e qualità. "Sei il miglior centrocampista del torneo", le parole di Macron, presidente della Francia, indirizzate ad Amrabat al termine della semifinale. Basta questo per far capire quanto sia stato decisivo il numero 4, il quale ha coperto ogni minimo spazio del campo senza mai stancarsi. Gli elogi sono arrivati anche per Ounahi: "Mi ha sorpreso il numero 8, chiedo scusa ma non ne ricordo il nome. Da dove viene quel ragazzo? Gioca davvero bene", il commento di Luis Enrique in conferenza stampa nel postpartita di Marocco-Spagna. I due centrocampisti hanno letteralmente annichilito l’enorme qualità del reparto delle “Furie Rosse”, costituito dal trio del Barcellona Pedri, Gavi e Busquets. Ottimo anche il Mondiale disputato da Amallah, ma i due giocatori nominati precedentemente hanno sicuramente dato qualcosa in più. Non sorprendiamoci se Amrabat e Ounahi si trasferissero in un top club questa estate…
In attacco spazio alla fantasia e alle magie di Boufal e Ziyech, autentici protagonisti di questa incredibile cavalcata. Il primo ha fatto impazzire tutti i terzini avversari con le sue giocate da funambolo, mentre il secondo è stato ancor più decisivo in zona gol mettendo a referto una rete (contro il Canada) e un assist (contro il Belgio). Nonostante siano calciatori prettamente offensivi, si sono sacrificati moltissimo anche in fase difensiva e tutta la squadra ne ha beneficiato. Ultimo, ma non per importanza, En-Nesyri l’uomo dei gol pesantissimi: due delle cinque reti realizzate dal Marocco portano la sua firma. Il centravanti del Siviglia ha messo a segno il gol del momentaneo 0-2 contro il Canada, match valido per la qualificazione agli ottavi di finale, e ha punito il Portogallo con un gran colpo di testa, regalando al Marocco la prima semifinale in un Mondiale.

Compattezza, sacrificio, spirito battagliero, sofferenza, unione, praticità e cinismo sono le caratteristiche che hanno portato il Marocco orchestrato alla perfezione da Regragui a scrivere una delle pagine più belle della storia del calcio.