Nell'era dei portafogli gonfi, delle spese folli (e spesso inutili), della frenesia dell'acquisto "perché altrimenti gli abbonati non sono felici", nell'era delle squadre giovanili piene zeppe di stranieri e delle squadra italiane sempre meno italiane ci sono ancora storie d'amore da raccontare, da scrivere, da vivere.

Patrick Cutrone incarna perfettamente lo stereotipo di un personaggio della Marvel: -velocità di inserimento pari a quella di Quicksilver; -fisico forgiato con l'adamantio utilizzato per lo scudo di Captain America; -intelligenza calcistica, anche Tony Stark è un genio -capacità di capire le situazioni come JARVIS.

Non so se sapete di cosa sto parlando, l'importante è focalizzare l'attenzione sul fatto che ci troviamo di fronte a un predestinato. Innamorarsi follemente di un calciatore italiano è ancora possibile, personalmente parlando non mi succedeva da tanti anni e visto l'andamento del mercato, che preferisce pescare lo straniero strapagandolo piuttosto che promuovere un talento della primavera, credevo non sarebbe più capitato. Invece, fin dalle prime uscite estive, sono stato colpito da quel giocatore che di fronte a mostri sacri del calcio mondiale come Hummels, Martinez, Muller, Ribery e Lewandowski non ha sentito tremare le ginocchia, ha segnato due goal e ha scritto a caratteri cubitali il suo nome su tutti i giornali/siti sportivi. L'interesse è aumentato di partita in partita, fino a tramutarsi in amore davanti alla tenera intervista rilasciata nel post-derby di Coppa Italia, dove con gli occhi lucidi, la voce tremolante e l'emozione incredibilmente visibile sul suo viso, diceva di vivere per il goal.  Tanti attaccanti lo hanno detto, tantissimi non lo hanno dimostrato sul campo ma Patrick è diverso e si vede.

Di Patrick ammiro la forza con cui corre su ogni pallone, anche quando è chiaramente irraggiungibile, la grinta nel fare a sportellate con gli avversari, la capacità di inserimento (vedi il goal nel derby), il sangue che gli esce dagli occhi quando viene fermato dall'avversario o il tiro non finisce in porta.  Patrick ha soprattuto un dono: essere lì, dove il pallone cade o arriva, dove può essere raggiunto da una parte del corpo. Il classico dono che molti chiamano fortuna o semplice culo, ma la fortuna devi sapertela cercare e il culo non ce l'hanno tutti. E' riuscito a emergere in un Milan spendaccione, partendo da terzo attaccante dietro ad Andre Silva (bomber europeo) e un Kalinic spento, quasi svogliato.  E' riuscito a emergere in un Milan che disgraziatamente è caduto in mano a persone chiaramente poco competenti, spendaccioni senza criterio, collezionisti di figurine da album Panini che non conoscono la chimica che unisce i giocatori i campo. E' riuscito ad emergere in un Milan che viaggia lontano dalle prime posizioni, troppo per la sua storia gloriosa e per il suo tifo. Auguro a Patrick il meglio dal punto di vista sportivo e lo dice un tifoso Juventino, che sogna d'avere in squadra un giocatore come lui.

Ora lasciamolo crescere in pace: Gattuso magari sono sarà un grandissimo allenatore (per ora) ma incarna lo spirito Milan talmente tanto da poter creare e plasmare il supereroe perfetto per il nostro calcio: Captain Cutrone.  

In bocca al lupo ragazzo, Lorenzo Rossi