Nella commedia hollywoodiana “La dura verità” (The ugly truth), diretta nel 2009 da Robert Luketic, la bella Abby (Katherine Heigl) è la produttrice di uno show televisivo di Sacramento che, a causa dello scarso audience, corre il serio pericolo di essere cancellato. Per scongiurare tale rischio, il direttore del network decide di assumere Mike (Gerard Butler), conduttore di uno show locale piuttosto popolare, per provare a ravvivare l’interesse del pubblico. Inizialmente, come da copione, il rapporto tra i due è piuttosto burrascoso e rischia, più volte, di raggiungere un punto di rottura. Quando finalmente riescono a trovare un punto di equilibrio fra personalità agli antipodi, nasce una strana amicizia. Nel finale, come avrete certamente immaginato, avranno anche la chance di spingersi oltre ma preferisco non rovinarvi il colpo di scena.

Anche ammesso che non abbiate visto il film, se (come il sottoscritto) tifate per il Bologna, avrete sicuramente avuto sotto gli occhi il complicato, per usare un eufemismo, rapporto tra il club e il proprio acquisto più costoso, l’attaccante Mattia Destro. La punta di Ascoli Piceno, infatti, è stata il fiore all’occhiello (così si dice, vero?) della campagna acquisti della società felsinea nell’estate 2015; il giocatore di spessore che il patron Saputo ha voluto regalare alla città per garantire, dapprima, una serena permanenza nella massima categoria e, poi, una costante ascesa verso obiettivi più nobili, quelli che la nostra serie A normalmente riserva ai club più temerari. Il suo acquisto e, soprattutto, il suo arrivo sono stati materialmente sommersi dell’entusiasmo di una tifoseria intera, tanto che più di 400 tifosi lo hanno accolto alla Stazione Centrale di Bologna, quel “lontano” 18 agosto (2015).

Sabato scorso i rossoblù hanno schiaffeggiato 2 a 0 il redivivo Genoa dell’ex Davide Ballardini, una vittoria tutto sommato meritata e convincente che ha portato la firma indiscussa di Mattia: suo il primo gol, quello indispensabile per rompere gli equilibri della gara e suo, anche, l’assist (perfetto) per il gol di Falletti, che ha chiuso i conti e assegnato i punti 31, 32 e 33 alla squadra di Donadoni. Nonostante l’ottimo match giocato al Dall’Ara, il ragazzo con “la 10” rimane in discussione e, difficilmente, lo vedremo indossare la medesima divisa anche il prossimo anno. I suoi 25 centri in 78 partite (in pratica un gol ogni tre giornate) sono, unanimemente, considerati un bottino troppo smilzo per provare a convincere la società a investire su Destro anche nel futuro più prossimo. Pertanto, la dura verità è che in estate le parti probabilmente si saluteranno e Saputo darà mandato di cercare un nuovo centravanti.

Personalmente, non sono ancora in grado di dire se un Destro ai saluti mi faccia davvero piacere o, al contrario, mi metta apprensione immaginando chi possa poi essere individuato come un sostituto realmente all’altezza. Troppe volte, ho visto (rectius: abbiamo visto) un ragazzo che ciondolava mestamente per il campo, quasi svogliato e apatico mentre i compagni (quantomeno alcuni) si dannavano a inseguire quel pallone che lui non sembrava volere tra i piedi.
A gennaio, tuttavia, ha provato a dimostrare che un qualche attaccamento a questi colori esiste, rifiutando un paio di ghiotte offerte provenienti addirittura dalla Premier League. Numerosi colleghi (non necessariamente del Bologna), sicuramente, avrebbero ucciso per molto meno ma Mattia ha rispedito la proposta al mittente, sicuro in cuor suo di avere ancora qualche chance di far innamorare la bella società. In questo modo forse, anche lui, avrebbe il proprio finale hollywoodiano.