Mi sento finalmente pronto a sostenere che i tempi sono maturi. Quindi, per favore, basta coi proclami. Basta con chiacchiere. Ma, soprattutto, basta con gli alibi. Per una volta, scegliamo il Campo come giudice. Unico, terzo e (per quanto possibile) imparziale. Lasciamo al Campo, e a lui soltanto, il verdetto su questa stagione. La classifica non dice tutto. Attualmente, il Bologna è dodicesimo e ha raccolto 27 punti in 22 incontri, frutto di 8 vittorie e 3 pareggi. È vero: sono esattamente gli stessi punti conquistati (a parità di giornate) dalla squadra lo scorso anno, quando le era spesso imputata poca grinta e scarso entusiasmo. Poco sacrificio. A me piace, invece, pensare che quella di oggi sia una squadra diversa.

D'altra parte, quello che i numeri non possono dire è che il Bologna è uscito rafforzato dall’ennesima, complessa, finestra invernale di mercato. Stavolta, non è tanto per dire: il club ne esce realmente più forte. Simone Verdi (ormai lo conoscono tutti), capitano, fantasista e uomo copertina del club, ha scelto di rimanere. Corteggiato e promesso al Napoli, non ha mai nascosto la volontà di continuare il suo percorso qua a Bologna. Quello che molti, purtroppo, non hanno capito è che il suo non è stato un NO al Vesuvio, quanto piuttosto un SI ai rossoblù. Poco importa se poi a giugno farà altre scelte, Simone ne ha tutto il diritto. Potrebbe essersi conclusa, forse una volta per tutte, la tediosissima telenovela dal titolo "Donsah al Torino?". Mi è sembrato di capire che il club fosse anche disposto a cederlo (ancorché al giusto prezzo), e probabilmente il ragazzo sarebbe anche partito. Fatto sta che, per un motivo o per un altro, il ghanese è rimasto e ora dovrà giocarsi le proprie chance. Rimane, credo, il giocatore coi margini più ampi di crescita e la concorrenza di Dzemaili può stimolarlo. Giusto, Dzemaili. Più che un acquisto, è un ritorno perché Blerim (nel frattempo) è rimasto in famiglia e ha giocato a Montreal, dove c'è l’altro club di proprietà del patron canadese. Lo svizzero, nel suo "piccolo", è un giocatore che a Bologna può tranquillamente spostare gli equilibri. Perché ha tecnica, fisico e una conclusione dalla distanza capace di impensierire qualsivoglia portiere. Per ora, due presenze e un gol. Non male.

Riccardo Orsolini (21 anni) è una scommessa, né più né meno, perché a Bergamo ha giocato solo 116 minuti (spalmati su 8 presenze) e deve un pochettino ritrovarsi, dopo l’exploit del Mondiale Under 20. Complice anche l'assenza forzata di Verdi (lesione al bicipite femorale sinistro), ha chance per provare a incidere subito in maglia felsinea. Sono sinceramente dispiaciuto per l’addio di Maietta: è stato un autentico professionista e da queste parti non lo dimenticheranno tanto facilmente. Al suo posto, è arrivato Simone Romagnoli (27 anni), di proprietà dell’Empoli. I tempi sono maturi: urge compiere quel famoso salto di qualità, di cui oramai si sente parlare da tempo. Domenica, al "Dall'Ara" contro la Fiorentina, sarebbe bene fare un primo, grande, passettino.