Vi è mai capitato di avere talmente tante cose da dire da non riuscire nemmeno a mettere ordine ai pensieri, prima di imprimere tutto nero su bianco? A me, purtroppo, capita spesso quando si parla del Bologna. Se devo essere del tutto sincero, questa volta ci ho messo più tempo del solito a smaltire la delusione e ad accettare il verdetto del campo. Ci credevo sul serio, e la partita l’ho forse guardata con quel pizzico di speranza di troppo che poi, dopo il fischio finale, è divenuta frustrazione pura. E allora il mio primo pensiero non può che andare al risultato, beffardo, che ho ancora sotto gli occhi da domenica scorsa: 1-2 per la Fiorentina e Pioli, grande ex della partita, corsaro al Dall'Ara (come diceva sempre un mio amico). Mi aspettavo una vittoria, quantomeno un pari e, invece, Federico Chiesa al minuto 71 ha deciso di mettere a sedere (letteralmente, purtroppo) la mesta difesa rossoblù e trafiggere un incolpevole Mirante. Prima dello squillo di Chiesa, giusto il tempo per vedere una brutta partita e annotare un record curioso: due gol, direttamente da corner, segnati da due squadre diverse nella medesima partita (Veretout e Pulgar, con l’inevitabile complicità dei due portieri).

Un secondo spunto è per mister Donadoni. Per chi come me ama i numeri, (a mio avviso) il vestito che meglio si adatta a questa squadra è, indubbiamente, quel 4-3-3 su cui allenatore e staff puntano da diverso tempo; non ho disprezzato, tuttavia, il tentativo, inedito, di collocare Dzemaili dietro alle due punte Destro e Palacio. Con ogni probabilità Donadoni sederà sulla panchina bolognese anche il prossimo anno, indipendentemente dall’effettivo andamento della squadra: si tratta di una fiducia, a tempo indeterminato, che la società ha voluto confermare al tecnico, con il recente rinnovo del contratto fino al 30 giugno 2019. Questo credito, pressoché illimitato, che Donadoni sembra avere nei confronti del patron Joey Saputo, non rispecchia però la scarsa fiducia che la città, oramai, nutre nei suoi confronti.

Da ultimo, poiché sono sinceramente stufo anche di propinare i soliti discorsi sulla vera forza della squadra e sulla compattezza del gruppo, penso che eviterò deliberatamente l’argomento. La prossima fatica sarà, domenica, contro l’Inter (a San Siro) e non so cosa pensare. Forse, nonostante tutto, rimango uno dei pochi che ancora ci spera. FORZA BOLOGNA.