L'urna di Nyon ha parlato.
Ieri, le 7 italiane in corsa per le competizioni europee hanno scoperto il proprio destino. Forse per la prima volta dopo anni, il sorteggio ha sorriso a quasi tutte.
Per quanto riguarda la Champions League, l'Inter affronterà il Porto, ormai un club esperto nell'eliminazione di squadre italiane. Il Napoli si troverà davanti l'Eintracht Francoforte vincitore della scorsa edizione di Europa League, mentre il Milan ha pescato il Tottenham di Antonio Conte. Poteva andare peggio, soprattutto se consideriamo che le due milanesi hanno evitato squadre come Real Madrid, Bayern Monaco e Manchester City.
In Europa League invece, la Juventus trova il Nantes, sedicesima in un campionato come la Ligue 1 e che ha avuto accesso alle coppe solo ed esclusivamente grazie alla vittoria della Coppa di Francia lo scorso anno. Per la Roma di José Mourinho invece, c'è il Salisburgo, club austriaco che ha creato non pochi problemi al Milan nel girone di Champions. Anche ai giallorossi poteva andare di gran lunga peggio, vedendo che tra le possibili sfidanti c'erano Barcellona, Ajax e il Siviglia dell'ex Monchi.
La Conference League, infine, metterà davanti Lazio e Cluj, sfida che potrebbe risvegliare vecchi fantasmi ai biancocelesti e la Fiorentina con il Braga, forse la peggiore tra tutte le terze retrocesse dall'Europa League. 

Sorteggio fortunato ma da non sottovalutare. Soprattutto se davanti agli uomini di Mourinho si paleseranno i colossi della Red Bull, azienda specializzata in bevande energetiche e che da anni sta investendo pesantemente in società sportive. Pensiamo soltanto che all'interno del mondo calcistico, possiedono ben 7 squadre in tutto il mondo. Le più importanti sono ovviamente il Lipsia, il New York Red Bulls e proprio il Salisburgo. La particolarità della Red Bull è il sistema gerarchico che sta dietro ad ogni club. Prendiamo come esempio Dominik Szoboszlai, il maggior talento della storia dell'Ungheria dopo Ferenc Puskas. Il classe 2000 nel 2016 è stato scoperto dal Liefering, altra squadra sotto il domino del "Toro". Dominik è stato lasciato crescere nella società austriaca, prima di essere "ceduto" nel 2019 al Salisburgo e successivamente nel 2021 al Lipsia. Capite? Tutte e 3 le squadre in cui ha militato l'ungherese sono di proprietà Red Bull. Il trequartista si è prima fatto le ossa nelle società satellite e poi ha fatto il grande salto. Ciò succede con quasi tutti i giocatori e allenatori e permette così alle squadre della Red Bull di avere sempre un cambio generazionale senza spendere quasi nulla. Il Salisburgo ogni anno ha un nuovo gioiello tra le mani, merito della grandissima rete di osservatori in giro per il mondo che visiona milioni di calciatori al giorno. 

La storia del Salisburgo

Creata nel 1993, il Salisburgo è passata sotto il dominio della Red Bull nel 2005 creando di fatto una forte divisione tra i tifosi. Con l'avvento dell'azienda di bevande energetiche infatti, la società ha cambiato stemma, colori sociali e nome, evento che non è stato accettato facilmente dalla tifoseria dei The Bulls. Ovviamente con la Red Bull sono arrivati soldi e giocatori di spessore che hanno portato alla vittoria di ben 22 trofei nazionali. Anche in Europa non sono arrivate solo delusioni per il club di Lurzer, l'attuale presidente, infatti il Salisburgo ogni anno è stabilmente ai gironi di Champions League e riesce a lottare per la qualificazione agli ottavi. L'apice della loro storia europea però, l'hanno raggiunta nell'annata 2017-2018 quando il loro cammino in Europa League si fermò in semifinale contro il Marsiglia che poi perse in finale contro l'Atletico Madrid di Griezmann. Celebre di quell'anno è sicuramente il passaggio del turno contro la Lazio, con una rimonta storica effettuata al ritorno. 

Cosa deve temere la Roma

Come scritto precedentemente, la Roma per poter accedere agli ottavi di Europa League deve prima eliminare ai play-off il Salisburgo. Gli austriaci sono una squadra giovane, guidata dal tecnico 34enne Matthias Jaissle (ovviamente sempre di stampo Red Bull) che ha nel suo credo l'offensiva. I Mozartstadter sono letali in contropiede grazie al velocissimo giro palla che coinvolge anche le punte. La velocità dei giocatori di Jaissle potrebbe mettere in seria difficoltà soprattutto il poco dinamico centrocampo giallorosso. Ciò su cui dovrà puntare la Roma è ovviamente la qualità superiore in attacco, dove il Salisburgo non possiede dei difensori all'altezza della classe di Paulo Dybala, quando tornerà dall'infortunio, o di Nicolò Zaniolo. Gli austriaci soffrono molto le palle alte, vera e propria specialità della squadra romana, ma hanno dalla loro un pressing feroce e un aggressività da squadra tipicamente impostata per un gioco più europeo che difensivista. La Roma dovrà quindi condurre due partite quasi perfette dal punto di vista tattico e molto importante sarà l'aspetto mentale. Rimanere in partita servirà per avere la lucidità giusta per prendere in controtempo Okafor e compagni e affondare il colpo. Per ottenere la qualificazione giocatori come Pellegrini e Dybala dovranno salire in cattedra per portare i giallorossi agli ottavi. Anche dietro la chiave sarà Roger Ibanez, attualmente il centrale più veloce della rosa di Mourinho e ovviamente anche Chris Smalling dovrà sfruttare la sua esperienza per annullare Benjamin Sesko, attaccante sloveno già seguito dai top club e che ha avuto il compito di non far rimpiangere Adeyemi e Haaland.

I giocatori più interessanti all'interno della rosa del Salisburgo

Difficilmente nella rosa del Salisburgo troviamo calciatori già affermati all'interno del panorama calcistico. Anzi, i proprietari preferiscono puntare su sconosciuti astri nascenti che sfruttando il club come trampolino di lancio nel minor tempo possibile, si fanno conoscere in Europa anche grazie alla Champions League. Sappiamo tutti chi è Erling Haaland. Il bomber norvegese è esploso definitivamente in Austria e ora è la pedina fondamentale del gioco di Guardiola al Manchester City.
Già citati prima, Noah Okafor e Benjamin Sesko sono di sicuro i giocatori più rilevanti del Salisburgo. Il primo è un classe 2000, può giocare in tutte le posizioni di attacco e nel 4-3-1-2 schierato da Jeissle in questo momento fa la punta, ma da il meglio di se come esterno grazie alla sua elevata tecnica e alla sua velocità bruciante. Purtroppo per lui, ne sa qualcosa Pierre Kalulu (rivedere Salisurgo-Milan 1-1). Il secondo invece è solo un classe 2003 ma conta già più di 30 presenze in Prima Squadra. Anche lo sloveno è una punta molto tecnica e nonostante la sua stazza fisica, è alto 1 metro e 93, riesce lo stesso ad avere una discreta velocità in allungo. Poi troviamo Junior Adamu, austriaco classe 2001 praticamente nato e cresciuto nel Salisburgo e che in Champions League ha già timbrato il cartellino contro il Chelsea. L'offensiva dei Mozartstadter viene poi completata dal classe 2002 Luka Sucic, trequartista che si è conquistato la titolarità a forza di assist. È inoltre il calciatore da cui passano la maggior parte delle ripartenze della squadra.
Passando a centrocampo, il Salisburgo ha Maurits Kjaergaard, nato nel 2003, Nicolas Seiwald, classe 2001 e Lucas Gourna-Douath, classe 2003 appena arrivato dal Saint-Etienne. Anche sulla mediana l'età media non supera i 20 anni e i 3 a proteggere la difesa sono un perfetto mix tra sostanza, qualità e regia.
Tra i pali c'è Philipp Kohn e a completare i 4 di difesa ci sono Amar Dedic, il più interessante dell'intero quartetto, Bernardo, Strahinja Pavlovic e Maximilian Wober. Si attende poi il rientro dell'infortunato Bryan Okoh (probabilmente a gennaio) un centrale svizzero classe 2003 e cercato anche dalla Roma in estate.

La sfida tra i giallorossi e il Salisburgo sarà molto interessante e di sicuro la squadra che avrà la meglio subirà un'importante iniezione di fiducia per i turni a venire.
Gli austriaci aspettano al varco la corazzata Roma, si spera al completo e senza infortuni, alla Red Bull Arena, supportata da almeno 30mila tifosi. Appuntamento quindi al 16 febbraio alle 18:45.