Dopo 2 giorni di astinenza dal Mondiale in Qatar, all'Education City Stadium di Doha si riparte alla grande con la prima sfida dei quarti di finale. A fronteggiarsi sono Croazia e Brasile, Davide contro Golia

Come questa Coppa del Mondo insegna però, non esistono Nazionali favorite o sfavorite, tutti lottano per lo stesso obiettivo: rendere fiero un popolo intero.
E proprio nella Capitale qatariota avviene l'impensabile. Un'incredibile Croazia trascina prima il Brasile ai supplementari e successivamente ai calci di rigore. Ma l'errore della formazione carioca sta nella presunzione di essere superiori e di avere la qualificazione in mano. Minuto 106, Neymar con tanta fatica porta avanti la sua Nazionale e Tite corre ai ripari sostituendo Militao e uno spento Paqueta per inserire Alex Sandro e Fred. L'approccio difensivo dei brasiliani però, non scoraggia la Croazia di Dalic che al minuto 117 trova il pareggio con Bruno Petkovic, vecchia conoscenza del nostro campionato. 

Il gol dell'ex Trapani e Catania, fa calare il silenzio sullo stadio e prolunga il match ai rigori. La situazione in casa Brasile è tragica, perché non ci sono più rigoristi dopo l'uscita di Vinicius, Richarlison, Paqueta e Raphinha. La Croazia si rimbocca le maniche e va a segno con Vlasic, Majer, Modric e Orsic.
Per i verdeoro invece, trasformano il tiro dagli 11 metri solo Casemiro e lo sconosciuto Pedro. A sbagliare è la stella del Real Madrid Rodrygo e sul risultato di 4-2 il tiro decisivo capita sui piedi di Marquinhos. L'esperto difensore del PSG ha una sola opzione: segnare per riaprire tutto e affidarsi poi ad una parata di Alisson. L'ex Roma al fischio dell'arbitro Oliver parte e spiazza Livakovic, peccato solo che la palla della speranza finisca sul palo. Termina così il primo quarto di finale, Croazia in semifinale e Brasile in lacrime e le valige in mano

Il segreto del successo croato

Ma ciò che ha regalato la vittoria alla squadra a scacchi, oltre alla compattezza di un gruppo che sta bene insieme, sono state le prestazioni individuali di 3 giocatori precisi. Il primo lo conosciamo tutti, si chiama Luka Modric, gioca nel Real Madrid, ha 37 anni ed è ancora il miglior centrocampista in circolazione. Il Pallone d'Oro 2018 è il vero trascinatore di questa Nazionale e così come fu fondamentale in Russia, in Qatar la musica non cambia. In questa squadra fa tutto: imposta, si inserisce, carica i compagni e all'occorrenza si sacrifica anche in fase difensiva. Il motivo per il quale la Croazia non è stata considerata da subito la sorpresa della competizione, dipendeva dalle condizioni e dallo stato di forma dello stesso Modric, che evidentemente più passa il tempo e più migliora. Il secondo (insolito) protagonista invece è Dominik Livakovic. Classe 1995, è il portiere titolare della Dinamo Zagabria e già contro il Giappone si era guadagnato il premio di migliore in campo parando ben 2 rigori ai giocatori orientali. Ultimo ma non per importanza, c'è il giocatore rivelazione di questo Mondiale: Josko Gvardiol, classe 2002 del Lipsia.

Gvardiol: il muro croato 

Nato a Zagabria il 23 gennaio 2002, Josko Gvardiol è forse il giocatore che più sta stupendo in questa competizione. Con i suoi 185 centimetri di altezza, sta dominando qualsiasi attaccante è tenuto a marcare e nonostante la stazza fisica è anche un buon velocista come si può notare dalle tantissime partite in cui è stato impiegato come terzino destro.
Insieme al suo compagno di reparto, l'esperto Lovren, stanno costituendo un sistema difensivo quasi perfetto, che fino ad ora ha concesso solo 3 gol. Sia Richarlison che Pedro avranno a lungo gli incubi dell'imponente 20enne, che per tutta la partita gli è stato con il fiato sul collo senza lasciargli possibilità di movimento. Il buon lavoro svolto da Gvardiol e dai suoi compagni di reparto ha permesso alla formazione allenata da Zlatko Dalic di limitare le sortite offensive brasiliane e di compiere il miracolo della qualificazione.

Il segno distintivo: la mascherina protettiva

Con il passare degli anni, anche il mondo del calcio si è adattato alle nuove tecnologie e ai nuovo strumenti di protezione. Quest'anno oltre all'ausilio del VAR, i direttori di gara hanno a disposizione anche il fuorigioco semiautomatico e la solita goal line technology, oltre ovviamente alle tantissime telecamere che seguono ogni secondo della partita. Josko Gvardiol per esempio, qualche anno fa non avrebbe neanche potuto disputare questo Mondiale. Questo perché a novembre, poco prima della sosta per il Qatar il difensore del Lipsia, a seguito di uno scontro con il compagno Orban, si è rotto il naso durante un match di Bundesliga e ha rischiato un lungo stop. Così come per Osimhen Son, adesso in aiuto dei calciatori, ci sono queste mascherine di protezione che permettono al giocatore di scendere in campo e allo stesso tempo di non rischiare di peggiorare la situazione.
E proprio la mascherina è diventato il segno distintivo di Gvardiol che appunto assomiglia ad un supereroe, il supereroe diventato grande e che il Lipsia ha voluto subito blindare.
Per lui rinnovo fino al 2027 e rispedita al mittente un'offerta di 90 milioni di sterline arrivata dal Chelsea.