La Serie A si appresta a fare spazio al Mondiale in Qatar. L'ultima giornata prima della sosta, infatti, inizierà questa sera alle 20:45 con Cremonese-Empoli e si chiuderà in bellezza con il big match di domenica sera tra Juventus e Lazio.
Attorno alla prima Coppa del Mondo della storia giocata in inverno ci sono più ombre che luci, con moltissimi personaggi appartenenti al calcio, che nel corso di questi mesi hanno parlato, bocciando ampiamente l'idea della FIFA. Ormai il danno è fatto e a niente serve il pentimento dell'ex presidente della FIFA, Sepp Blatter, che all'epoca appoggiò la candidatura del Qatar.
Domenica 20 novembre dunque, volente o nolente, partirà questo atipico Mondiale con la gara inaugurale tra il Qatar di Felix Sanchez Bas e l'Ecuador di Gustavo Alfaro
Ma si sa, il Mondiale per i calciatori può rappresentare il maggior trampolino di lancio per farsi conoscere al grande pubblico. Ad esempio, ancora abbiamo in mente le gesta di un giovane James Rodriguez che nel 2014 trascinò la Colombia ai quarti a suon di gol e si conquistò la chiamata del Real Madrid, che pur di assicurarselo sborsò ben 80 milioni di euro al Monaco. Meno fortunato poi è stato il proseguimento della sua carriera, con El Bandido che a 31 anni si ritrova a giocare nell'Olympiakos dopo anni di fallimenti e guai fisici.
Di conseguenza, ogni 4 anni assistiamo all'exploit di una determinata Nazionale, che all'inizio della competizione non è considerata tra le pretendenti alla vittoria, ma alla fine si ritrova ai quarti di finale o addirittura in finale. In gergo, le famose squadre definite "Underdog", ovvero "Una squadra data per sfavorita dai pronostici nell'ambito di una gara sportiva". 
Nel 2018 abbiamo assistito alla scalata della Croazia di Modric, Rakitic e Brozovic, che arrivò addirittura in finale dove poi perse contro la Francia. Nel 2014, ci fu appunto la Colombia, mentre in Sudafrica nel 2010 l'Olanda di un formidabile Stekelenburg.
Ecco, a 9 giorni di distanza dall'inizio del Mondiale, posso affermare che la sorpresa del Qatar potrebbe essere la Svizzera, che tanto ci ha fatto soffrire nel girone di qualificazione (spero ancora che in un qualche multiverso il rigore calciato da Jorginho sia stato depositato in rete mandandoci a "Berlino").
Ma andiamo con ordine, analizzando il perché la Nazionale elvetica potrebbe sorprendere tutti. 

La storia della Svizzera
A livello di storia non c'è molto da dire. La Svizzera non ha mai vinto nulla e vanta solo qualche buon piazzamento alla Coppa del Mondo, competizione in cui i rossocrociati non hanno mai superato i quarti di finale. Ed è proprio questo ciò che mi spinge a pensare che la Nazionale di Yakin possa fare bene ed esprimersi al meglio. Non avendo i riflettori puntati, si lavora meglio e soprattutto si gioca senza la paura di un possibile esito negativo. Tra l'altro, negli ultimi anni il calcio svizzero è cresciuto molto e tutte le squadre della Swisse Football League oltre a puntare sui giovani del vivaio, riescono a farsi valere anche nelle competizioni europee soprattutto grazie alla Conference League, dove quest'anno il Basilea è uno dei club più quotati per arrivare in fondo. Inoltre, vedendo le convocazioni fatte dal ct di origine turca, si evince che la Svizzera affronterà questo Mondiale con una delle rose più competitive della loro storia. 
L'esordio della Nazionale di calcio è avvenuto nel 1905 mentre nel 1934 arrivò la prima qualificazione alla Coppa del Mondo, che si giocò in terra italiana e dove i rossocrociati raggiunsero i quarti di finale. Risultato che la Svizzera ha raggiunto ben 3 volte: nel 1934 per l'appunto, nel 1938 e nel 1954. Per quanto riguarda gli Europei invece, il risultato più importante gli svizzeri lo hanno ottenuto proprio nel 2020. La vittoria finale dell'Italia è anche merito dell'umile Nazionale di Yakin che agli ottavi eliminò la più quotata Francia ai calci di rigore. Ai quarti di finale, i tiri dal dischetto furono fatali a Seferovic e compagni, che vennero eliminati a testa alta dalla Spagna. Come sappiamo tutti poi, la dodicesima partecipazione ai Mondiali, la Svizzera l'ha centrata proprio a discapito della nostra Italia. Più precisamente il 15 novembre del 2021. Gli uomini di Roberto Mancini non andarono oltre il pareggio contro l'Irlanda del Nord, mentre i rossocrociati affondarono per 4-0 la Bulgaria ottenendo così il primo posto nel Girone C con 18 punti. 

L'allenatore
Il segreto dietro alla recente rinascita della Svizzera è Murat Yakin, tecnico subentrato nel 2021 all'ex Lazio Vladimir Petkovic. Nato a Basilea nel 1974, Murat è stato un ex calciatore, di ruolo difensore, che fatta eccezione per qualche apparizione in Germania e in Turchia, ha giocato per lo più nel campionato elvetico. Vanta ben 49 presenze con la Nazionale maggiore della Svizzera in cui ha militato dal 1994 al 2004. Terminata la carriera da giocatore, Yakin non si è voluto allontanare dal mondo del pallone e ha deciso di diventare un allenatore. I migliori traguardi da tecnico, li ha raggiunti con la squadra della sua città, il Basilea, con cui ha vinto ben due campionati.
Ottenuto il ruolo di commissario tecnico della Nazionale elvetica, ha iniziato a plasmare la sua squadra sul 4-2-3-1, formazione che sceglie secondo delle caratteristiche precise. Tra i 4 di difesa, Yakin punta molto sulla fisicità dei suoi centrali, che sono sempre molto alti e abili nel gioco aereo. Per quanto riguarda i terzini invece, ne sfrutta uno che solitamente è di spinta mentre l'altro è più difensivo e di copertura. I due mediani davanti alla difesa hanno qualità ma soprattutto devono saper rompere il gioco avversario, per intenderci un centrocampista alla Denis Zakaria. Infine i 3 giocatori dietro all'unica punta sono giocatori tecnici e veloci in grado di cogliere di sorpresa la difesa avversaria e di saltare l'uomo nel momento del bisogno. La punta centrale invece, è un giocatore in grado di attaccare lo spazio e capace di creare gioco con sponde o portandosi via l'uomo e favorendo l'inserimento dei centrocampisti. La specialità della formazione di Yakin sono i calci piazzati, dove i difensori diventano il pericolo numero uno all'interno dell'area di rigore. La Svizzera inoltre, è una squadra aggressiva su ogni pallone e che cerca molto il contatto fisico, qualità in cui, come scritto sopra, spiccano gli elementi difensivi elvetici. Al contrario però, i ragazzi di Yakin vanno in difficoltà quando si trovano davanti una formazione che riesce a saltare il primo pressing effettuato dai due mediani e che quindi mette in campo tanta qualità offensiva, tipo Nazionali come la Spagna o come il Portogallo.

La rosa che partirà verso la spedizione qatariota
Ora arriviamo al pezzo forte, i 26 convocati per il Mondiale. La rosa, rispetto a quella che oltre 1 anno fa usciva ai quarti di finale dagli Europei contro la Spagna, ha mantenuto la sua ossatura principale con tutti i prezzi pregiati, ma questa volta al posto di alcuni veterani arrivati al capolinea della loro carriera, sono stati inseriti dei giovani molto interessanti e che stanno facendo benissimo in giro per l'Europa. In porta il titolarissimo è Yann Sommer, 33enne in forza al Borussia Monchengladbach, sebbene sia appena rientrato da un brutto infortunio. Insieme all'ex Basilea, è stato confermato anche Jonas Omlin, 28enne del Montpellier. Le novità sono i 24enni Gregor Kobel, estremo difensore del Borussia Dortmund e Philipp Kohn, titolare del Salisburgo. In difesa, il tecnico Yakin considera intoccabili Manuel Akanji del Manchester City, Fabian Schar del Newcastle, Ricardo Rodriguez del Torino e Silvan Widmer del Mainz. Delle valide alternative sono Nico Elvedi del Monchengladbach e Eray Comert, 24enne pupillo di Gennaro Gattuso al Valencia. In mezzo al campo invece, il commissario tecnico elvetico può sorridere. Infatti dopo un lungo stop, è tornato a disposizione il capitano Granit Xhaka, esperto centrocampista dell'Arsenal e che farà coppia con Denis Zakaria ora al Chelsea. Altre possibilità sono Djibril Sow dell'Eintracht Francoforte, Edimilson Fernandes del Mainz, lo storico capitano del Basilea, Fabian Frei e l'ex atalantino Remo Freuler ora al Nottingham Forest. La gioia di disputare il loro primo Mondiale Yakin l'ha data a Michel Aebischer del Bologna, Ardon Jashari interessantissimo 20enne del Lucerna che all'occorrenza può anche essere usato in difesa e a Fabian Rieder dello Young Boys.  Il pezzo forte però è l'attacco. A guidare l'offensiva ci sarà ovviamente Xherdan Shaqiri, ora finito in MLS ai Chicago Fire. I due esterni saranno invece Renato Steffen del Lugano e Ruben Vargas dell'Augsburg. L'unica punta sarà la rivelazione del Salisburgo, il classe 2000 Noah Okafor. Il 22enne del club austriaco è riuscito addirittura a superare nelle gerarchie sia Haris Seferovic, adesso al Galatasaray e Breel Embolo, 25enne del Monaco. Questi ultimi saranno quindi relegati in panchina in attesa della grande occasione. L'ultimo posto infine, Yakin lo ha riservato per Christian Fassnacht, esterno 29enne dello Young Boys. 

Questi quindi sono i 26 guerrieri selezionati da Yakin per la spedizione in Qatar. La rosa ovviamente non è al livello di Nazionali come Spagna, Brasile o Argentina ma l'Europeo, così come il calcio in generale, ci insegna che la super favorita non vince sempre. Sarebbe bello se proprio il Mondiale dei soldi, degli sceicchi e della violazione dei diritti delle donne e degli uomini, lo vincesse la Nazionale che non ti aspetti. La sfida è realisticamente impossibile, ma la scommessa io l'ho piazzata e tiferò affinché questo succeda ad una formazione come la Svizzera.