Ieri pomeriggio, allo Stadio Zini di Cremona, la Juve ha schierato in contemporanea quasi tutti i giovani brillanti di nuova generazione. 
Un po' per coraggio e molto per necessità, dettata da una lista storicamente lunga alla casella infortunati, mister Allegri ha sovvertito le critiche dei suoi detrattori, i quali lo accusano da sempre di dare poco spazio ai giovani. Fagioli, Miretti e Soulé sono stati buttati nella mischia dal , e se il risultato finale ha dato ragione al tecnico juventino, il campo ha invece restituito un responso positivo solo in parte. 

Nella prima metà di gara la Juve è sembrata incostante, mostrando momenti di totale avulsione al gioco. Certo, i pochi squilli dei bianconeri passano tutti dai piedi dei giovani (con un tiro da fuori area particolarmente ispirato di Miretti e qualche bel tentativo di Soulé disinnescato solo da un ottimo Carnesecchi), ma è anche vero che tutti i loro limiti emergono pesantemente in fase di non possesso. É sempre il giovane argentino a perdere la marcatura su Valeri, dalla quale nasce poi il gol annullato della Cremonese. Miretti, quando non in possesso palla, esce spesso dal gioco mentre Fagioli (qui anche ex di turno) a tratti sembra non esserci mai entrato. 
Il tempo passa, il nervosismo cresce e Soule' diventa anche lezioso, lasciandosi andare in qualche tentativo di troppo di mostrare la sua tecnica sopraffina. Serve l'intervento di McKennie per riportarlo al sistema collettivo. 
Verso l'ora di gioco Allegri decide per le sostituzioni, dopo aver saggiato pregi e limiti dei suoi wonderboys. Entrano un dinamico Kean ed un onesto Iling Jr., ma la partita la decide una punizione di Milik al 90°.

Una vittoria di "horto muso". Sarà contento Allegri per il risultato. Lo saranno anche i giovani per i minuti di gioco e la fiducia; in parte anche per la prestazione.
Rimane, tuttavia, la sensazione che contro una squadra in zona retrocessione si poteva e doveva fare di meglio.