Se ne parla, ovviamente. Se ne "straparla", immancabilmente. L'affaire Ronaldo è sulla bocca (e sulle dita) di tutti, probabilmente di troppi, ma tant'è. Inevitabile vista l'Era dei Social e la caratura mediatica del personaggio. Quindi via con le difese dei tifosi bianconeri (ma non solo, a ben guardare) e le invettive di tutti gli altri, nel pieno stile italiota del "contro ciò o colui che da me è altro". Il tutto aprioristicamente, s'intende.

La realtà dei fatti è, parzialmente ma chiaramente, che il fatto sia avvenuto. Lo certifica lo stesso Cristiano nella comunicazione chiarificatrice ai suoi legali, inviata inspiegabilmente via mail, dalla quale tutto si origina. Sì perché se i suoi legali del tempo fossero volati a Madrid a farsi rendere di persona come normalissima prassi nell'interesse della riservatezza assoluta di un assistito qualsiasi, e figuariamoci di uno che li gratificherà certamente con parcelle sostanziose, nulla sarebbe trapelato a causa di Football Leakes che ha reso noti innumerevoli documenti di genere vario legati a personaggi del mondo del calcio.

Ma il punto non è nemmeno questo. Non ha senso fare i moralisti, ma nemmeno minimizzare le cose. Il punto di tutta questa vicenda è, a mio avviso s'intende, il fatto inoppugnabile che ci obbliga a prendere atto di una condizione pressoché irreversibile. Nessun'uomo può ritenersi tranquillo nell'esercizio e nell'espressione delle proprie pulsioni sessuali, ovviamente all'interno di un incontro condiviso ed a quel fine giunto, con una donna. Neppure si trattasse della propria fidanzata o moglie. Ma chiariamo meglio in modo da evitare fraintendimenti. Un "no" chiaro ed evidente è la condizione assolutamente sufficiente a fermare qualsivoglia forma di avances sessuale. Questo è incontestabile. Di fatto però, nello svolgimento di un incontro sessuale (definizione efficace quanto fredda, mi scuserete) le dinamiche che possono venire a crearsi tra i soggetti sono molteplici.

Ci può essere delicatezza o meno, passionalità o meno, espressione ludica o meno e così via. In genere si tende a lasciarsi andare liberamente quanto più si sia in confidenza con il partner, ma non sempre. Ci sono persone che non riescono ad essere se stesse liberamente con i propri partner, definiamoli così, regolari; perciò ricorrono al sesso occasionale o al sesso a pagamento, per ovviare a questa condizione e sentirsi liberi di esprimersi senza il timore del giudizio, stante la improbabile reiterazione dell'atto con il medesimo partner occasionale. Questo non è il caso di specie, Ronaldo all'epoca era single e quindi libero di fare qualsiasi cosa con chiunque ritenesse e che ne avesse altrettanta intenzione. Chiunque abbia però avuto una vita sessuale non monastica saprà perfettamente che, non di rado, ci si trova in situazioni nelle quali si ricreano, non per forza dicendoselo chiaramente ma lasciando capire con i gesti ed i comportamenti, scenari ludici predatorii. Ci sono donne e uomini,cui piace l'idea di essere presi o di prendere con fermezza, con durezza, quasi con la forza, e non importa chi dei due sia a volere cosa, capita e nient'affatto di rado.

Non sto parlando di BDSM, per chi conosca l'argomento. In quelle pratiche ci sono convenzioni ben precise, parole di sicurezza e quant'altro, atti ad impedire situazioni spiacevoli o addirittura pericolose. Io sto riferendomi a semplici modi meno convenzionali (almeno a parole) di intendere la seduzione. Quelle piccole fantasie che hanno permesso il successo del Cristhian Grey della trilogia delle Cinquanta sfumature, per capirci. Quelle cose che accendono i pruriti di molti, maschi e femmine, ma che di fatto poi nessuno farebbe per pudore o per bigottismo.

Torniamo nel seminato. Siete a letto con la vostra compagna, state avendo un rapporto convenzionale, vi germoglia l'idea della sodomizzazione. Lo sussurrate timidamente. Diniego, quasi divertito. Insistete con tatto. Nuovo diniego, piu fermo. Lasciate stare per qualche minuto. Poi tentate con le vie di fatto, senza essere troppo decisi. Qui c'è lo spartiacque vero e proprio. No! A quel punto un uomo, secondo me, deve fermarsi. Non importa l'essere considerato uno poco virile, poco maschio, poco determinato. Non per tutti però è così, e non sto parlando solo di uomini. Perché c'è il no pronunciato ma non accompagnato di fatto da una chiusura totale, quella fisica. Sapete benissimo quanto possano essere diversi i "no" pronunciati nel sesso. Mediamente se ad un uomo si dice "no", ma si seguita nell'atto, lo si invita ad essere insistente, a provare un modo differente di fare ciò che vorrebbe. Sottile. Terribilmente sottile il confine. Lo capiamo questo?

Personalmente a me di cosa succederà a Ronaldo, al netto dell'umana comprensione e del mio personale tifo calcistico, interessa molto poco. Parliamo di un uomo che non sarà certamente rovinato da questa vicenda, non economicamente almeno, ha guadagnato già incalcolabilmente. A me interessa che sia chiara un'altra cosa: Che un uomo non debba sentirsi ostaggio di alcuna precostituita credenza sociale o sessuale. Che un uomo capisca che deve rendere conto, sempre, delle sue azioni, siano esse leggere o gravi. Che un uomo quando senta un "no", quale che sia il contesto, si fermi sempre. E che la donna che lo dovesse aver pronunciato, faccia poi i conti anch'ella con i propri comportamenti ed i propri desideri.